Centinaia di pagine e intercettazioni sul sistema corruttivo al Comune di Foggia. Le carte dell’inchiesta che ha travolto l’ex sindaco Landella e alcuni consiglieri comunali e imprenditori ruotano in modo particolare sulla tentata concussione per l’appalto della pubblica illuminazione.
“Una vicenda – scrivono gli inquirenti – in cui il sindaco Franco Landella appare, sin dalle prime mosse in cui si articola la questione, interessatissimo ad interagire con le imprese possibili aggiudicatarie dell’appalto e ad orientarne le scelte in ordine al partner locale che avrebbe dovuto materialmente realizzare il progetto. Ciò è stato fatto dal sindaco, come si vedrà, con modalità caratterizzate da assoluta riservatezza (in un caso recandosi a Roma e parlandone nella stazione Termini) e avendo cura di non trattare della questione se non con la cerchia ristretta dei fedelissimi. Si delinea un metodo operativo, patrocinato dal primo cittadino Landella, improntato ad una gestione personale, diretta e dominicale della vicenda correlata al predetto appalto”.
“Hai il problema per mille euro? Piuttosto fai il delinquente”
Landella è accusato di aver chiesto 300mila euro, dopo una richiesta iniziale di un milione, all’imprenditore Luca Azzariti che sembrava in procinto di subentrare nell’appalto. Azzariti, parte offesa, fu intercettato con l’ex presidente del Consiglio comunale e suo amico, Leonardo Iaccarino mentre si parlava della mozione di sfiducia per quest’ultimo. Iaccarino, parlando ad Azzariti del sistema delle presunte tangenti in Comune, affermò: “Luca sono tutti corruttibili e corrotti”. Azzariti: “Si ma te li compri con 4 noci a quelli!…inc… con mille euro”.
Iaccarino: “Le voci che mi arrivano e che quello gli dà le mille euro a Capotosto a Iacova… ma di che stiamo parlando se tu veramente hai il problema per mille euro, duemil…vattene da fare politica, piuttosto fai il delinquente vai a fare lo spacciatore che guadagni mille euro al giorno!!!”.
Landella come le lumache
Ci sono poi le dichiarazioni rese lo scorso 30 aprile dallo stesso Azzariti agli inquirenti relative ad un incontro avuto dal giovane manager con Franco Landella il 14 marzo 2020. Si legge: “I tratti salienti della conversazione che si intendono porre in evidenza, in quanto ritenuti utili ai fini delle indagini, sono i seguenti: il dialogo verte inequivocabilmente sull’appalto della pubblica illuminazione; Franco Landella ha effettivamente chiesto all’interlocutore di mantenere il massimo riserbo sull’incontro ed ha citato una persona che avrebbe messo in giro voci (a dire dello stesso non veritiere) in merito alla procedura di gara”. E ancora: “Il primo cittadino ha utilizzato una colorita metafora per indicare che, quando si parla di denaro e/ o comunque di interessi economici, lui sarebbe il primo ad adottare la massima riservatezza (Franco Landella: “Se il mese è buono io non parlo neanche con mia moglie… perché sono nato nella prima Repubblica…”); ha aggiunto di avere la necessità di ‘tranquillizzare’ l’ambiente riferendosi a terze persone che sarebbero solite ostacolare in qualche modo la realizzazione di opere pubbliche e di aver confidato questa cosa ad Azzariti in via di assoluta riservatezza”.
Landella: “Perché io quando vedo che si interessano centomila persone… dice sindaco tutto apposto… ho parlato con Luca… ho parlato… cioè…
Azzariti: … Vuol dire che già ne stanno parlando troppo…
Landella: “…No io faccio come le lumache (dal dialetto foggiano “ciammaruche”) mi metto con la testa dentro come la tartaruga… mi metto là dentro… (incomprensibile) tartarughe…(incomprensibile)…a costo che mi prendo pure le botte…(incomprensibile)…però rispetto almeno di sopravvivere ….perchè ho perso una partita …ma a me se qualcuno mi deve tagliare la testa…preferisco prendermi le botte …mi prendo le botte ma non muoio!”.
L’accortezza di Landella su certe questioni si confermerebbe anche quando l’ex sindaco disse ad Azzariti: “Dammi un punto dove io…ti posso reperire…senza telefonate e senza niente…tu se dici…io sono sempre a casa….la domenica alleee…..”.
Così gli inquirenti: “Il sindaco Landella detta da subito le regole che presidiano questo genere di trattative riservatissime, chiarendo che a) Azzariti non avrebbe dovuto parlarne con nessuno, tantomeno con lo Iaccarino; b) gli suggerisce cosa avrebbe dovuto dire se terzi gli avessero chiesto le ragioni per cui si era incontrato con il sindaco stesso; c) Azzariti avrebbe dovuto presentarsi agli incontri senza telefoni cellulari; d) sarebbe stato lo stesso Landella a stabilire quando incontrarsi e per tale ragione si premura di conoscere le abitudini del concusso per apprendere quando lo possa trovare certamente a casa (apprende da Azzariti che è a casa la mattina e la domenica)”.
Lo sfogo di Azzariti sui rapporti politica-imprenditoria-tecnostruttura
Eloquente quanto rimarcato dalla parte offesa Luca Azzariti, “nel corso di una conversazione del 29 giugno 2020, nel rievocare con amici i difficili rapporti dell’imprenditoria con l’ente comunale foggiano in ragione dell’atteggiamento corruttivo, sino al limite del predatorio – evidenziano gli inquirenti -, di buona parte della classe politica municipale”.
Così Luca Azzariti ad un conoscente: “Purtroppo è una città stretta nella spirale di un sistema criminale composto da politica, tecnostruttura e imprenditori… La città è inginocchiata su se stessa, schiacciata dal peso di questo sistema che è composto da politica, imprenditori e tecnostruttura del Comune e ciascuno è funzionale ai disegni criminali dell’altro …perché sono criminali. Cioè un’amministrazione comunale concussiva nella quale se un privato cittadino decide di intraprendere … o imprenditore … estraneo a quel sistema decide di intraprendere una iniziativa nel Comune di Foggia, inizia ad essere vessato dalla tecnostruttura perché poi ti devi andare a sedere di fronte… devi andare a trattare qual è l’obolo che devi pagare… la politica idem …anzi la politica si spinge anche oltre viene lei direttamente a chiedere …gli altri imprenditori …. capricciosi, pigri e dispettosi che si mettono a fare ostracismo alle proposte degli altri perché come si dice non sanno fare, non vogliono fare e non vogliono far fare… che sono fatti così e la città purtroppo non vedrà mai la luce ed è destinata a spegnersi… è già spenta perché adesso la consorteria criminale composta dagli ex costruttori definito il ‘business del mattone’ si riciclano nella attività dei servizi pubblici pur non capendone uno stracazzo di niente …dà alla politica il soldo… perché quando ci sono le campagne elettorali (incomprensibile) si fa foraggiare centinaia di migliaia di euro …vive il picco più alto perché l’amministrazione incarnata nella persona del sindaco …uno dei più grandi tangentisti e corruttori e concussori della storia repubblicana del paese in cui io sto…io sono come te…io studio (incomprensibile) queste cose perché poi mi chiamano a motivare quello che dico o…io parlo a ragion veduta…”.
“Lo faccio arrestare in aula”
Iaccarino, in possesso di audio compromettenti sulla vicenda della pubblica illuminazione, si diceva pronto a dire tutto in Comune, denunciando Landella in Consiglio: “Vi metto una ciliegina sulla torta. Non me ne frega più niente, lo faccio arrestare in aula venerdì mattina”.
“Iaccarino – riportano ancora le carte – parlava apertamente della nota vicenda, aggiungendo di essere intenzionato a renderla pubblica anche a costo di dover poi abbandonare la Città di Foggia, a causa delle ritorsioni che, a dire dello stesso, avrebbe inevitabilmente subito (Leonardo Iaccarino: “No ma è una storia particolare… dove io l’ho sgamato su alcune cose e lui non sa come deve uscirsene… è una storia di tangenti… grave e pesante… lo mando in galera… sto facendo i miei passi… e me ne devo andare… se no mi ammazzano…“)”.
E ancora: “Si è permesso di chiedere le tangenti ad un amico mio… capito? … proprio una cosa schifosa… lo faccio arrestare.. chiede le tangenti.. gli ha chiesto un milione di euro di tangente a Luca Azzariti … per l’appalto della pubblica… sta tutto registrato… io sono informato di questa cosa… speriamo che chi ha subito l’estorsione voglia decidersi ad andare a denunciarlo. Tu i soldi non li devi chiedere. Tu fai il sindaco, non fai l’aguzzino… invece quello fa le rapine in giacca e cravatta“.