“Situazione dura, difficile. Con gli inquirenti stiamo cercando di comprendere perché noi, perché me. Perché tutto questo”. Sono le parole di Luca Vigilante, amministratore di “Sanità Più”, la cooperativa che gestisce la residenza per anziani “Il Sorriso di Stefano”, colpita da una bomba la mattina del 16 gennaio in via Acquaviva.
Vigilante è affranto ma allo stesso tempo speranzoso di chiudere quanto prima questa brutta storia. Il Gruppo Telesforo, di cui lui e il fratello Cristian fanno parte, è nel mirino della malavita da inizio anno. Una bomba ha devastato l’auto di Cristian la sera del 3 gennaio scorso. “Io credo che alla fine qualsiasi ipotesi risulti complicata – ha detto ancora Luca Vigilante -. Nonostante la risposta sociale (la recente marcia antimafia, ndr), continuiamo ad essere colpiti attraverso mio fratello che non ha poteri decisionali. È un validissimo lavoratore dipendente. Sulle matrici di questi gesti attendiamo risposte, per quello che può contare. Speriamo che tutto finisca presto”.

In questi giorni si è parlato molto del blitz “Decima Azione” del novembre 2018: 30 arresti nella mafia foggiana. Finirono in manette anche i due pregiudicati (Francesco Tizzano ed Ernesto Gatta) che avvicinarono il direttore del personale della struttura sanitaria per un tentativo di estorsione. Ma all’epoca i malviventi erano intercettati, per questo la polizia contattò la vittima che agli inquirenti confermò di aver subito pressioni.
Venticinque dei trenta arrestati, tra i quali i due malavitosi coinvolti in questa vicenda, sono ora sotto processo con il rito abbreviato; poche settimane fa ci sono state le richieste di condanna presentate dai magistrati della DDA, oltre tre secoli di galera per boss e sodali (18 anni per Tizzano, 16 a Gatta).
Correlazioni con il processo in corso? “Non voglio spingermi su cose a cui neanche ho pensato – ha risposto Vigilante -. Voglio chiarire che noi non siamo testimoni, inoltre non è un processo dibattimentale. Offrimmo, illo tempore, informazioni richieste dalla squadra mobile. Ipotesi non ne posso e non ne voglio fare – ha concluso il giovane manager –. Attendo che tutto finisca”.