“Quando fu recuperata in Puglia era a un passo dalla morte. Invece ora Federica, esemplare di tartaruga Caretta caretta trovato sulle coste di Cerano, in provincia di Brindisi, nuota in libertà a Tenerife”. È Repubblica a riportare la storia a lieto fine dell’animale. “Ha fatto un viaggio lungo, durato anni, prima di rinascere. La sua storia comincia nel gennaio 2015, con il recupero effettuato dal personale del Centro fauna selvatica in difficoltà della Provincia di Brindisi: forse a causa dell’impatto violento con una imbarcazione, Federica presentava un grave trauma al carapace e fratture multiple con deviazione alla colonna vertebrale.
Sarebbe morta in una vasca di raccolta di acqua marina della centrale elettrica di Cerano, e invece è stata affidata alle cure del Centro e da lì è arrivata a Napoli, sotto il controllo del personale del centro Anton Dohrn e del suo Centro ricerche tartarughe marine, situato a Portici. La convalescenza è stata lunga, ma Federica ha dato subito segnali di ripresa. È migliorata in poche settimane, ma ‘purtroppo non bastava perché potessimo immaginare di restituirla alla vita selvatica’, ha fatto sapere a Vanity Fair Sandra Hochscheid (responsabile del centro ricerche tartarughe marine dell’Anton Dohrn)”.
Soprattutto, con il passare del tempo, è arrivato un altro problema: Federica ha le pinne posteriori paralizzate a causa di una lesione del midollo spinale, è una tartaruga disabile, e non ha un assetto equilibrato in acqua. Metterla in libertà sarebbe significato condannarla. Solo che a Portici poteva restarci per poco: le vasche di riabilitazione sono pensate per periodi di permanenza brevi, e hanno dimensioni ridotte.
L’alternativa sarebbe stata l’eutanasia – si legge ancora su Repubblica -, ma il finale della storia ha virato verso il meglio quando è arrivata la disponibilità della fondazione Loro Parque di Tenerife, nelle isole Canarie. Federica ci è arrivata a metà giugno con un volo Iberia, e ora nuota felice in compagnia di altri pesci. ‘Qui ha la possibilità di vivere in una vasca oceanica molto profonda – continua Hochscheid a Vanity Fair – e ciò le offrirà la possibilità di nuotare e immergersi in un ambiente molto simile a quello naturale’. In aggiunta, il fatto di avere molto più spazio a disposizione potrebbe permettere a Federica anche di recuperare le forze e superare la sua disabilità, dandole modo di riprendere l’uso delle pinne posteriori, anche se parziale. A non abbandonarla, in questi quattro anni, ci sono state tante realtà, che ne hanno permesso il salvataggio, le cure e ora la realizzazione di una nuova vita: il Centro territoriale di prima accoglienza fauna selvatica in difficoltà della Provincia di Brindisi, il Centro interdipartimentale di Radiologia veterinaria dell’Università Federico II di Napoli, il nucleo Cites dei carabinieri forestali di Napoli, l’Asl Napoli 3 Sud, l’Anton Dohrn e infine il Loro Parque di Tenerife”.