Almeno due sorprese per la presentazione della candidatura al Consiglio comunale di Lia Azzarone nel Pd in supporto del candidato sindaco del centrosinistra extralarge Pippo Cavaliere: l’arrivo del Governatore Michele Emiliano insieme a Nicola Brienza, candidato Pd al Parlamento Europeo, e la presenza al suo fianco di Augusto Marasco.
Con lei, presente tutto il partito e quasi tutti i candidati della lista Pd, l’onorevole Michele Bordo, l’assessore regionale Raffaele Piemontese e il segretario cittadino Davide Emanuele. In prima fila anche l’ex sindaco Gianni Mongelli, l’avvocato Francesco Andretta, la preside Michelina Boccia, in fondo anche Peppino Tavoliere, marito di Elena Gentile e l’avvocato Michele Vaira, tutti per una ritrovata unità.
“Sono convinto che Lia abbia tutte le peculiarità di chi si candida. Questo non è un casting o un reality, amministrare una città è una cosa complicata. Lia ha tanta passione e spirito di sacrificio, occorre studiare per fare i consiglieri comunali e l’ultimo consiglio ha offerto uno spettacolo deprimente, si sono ridotti ad alzare la mano senza sapere di cosa si parla. Dobbiamo cercare di ricostruire un senso per Foggia, non bastano le festicciole, i trick e track e le pizze fritte. Facciamo un gesto gentile e cavalleresco perché con le donne si governa meglio, votiamo le donne”, ha detto in esordio l’architetto.
Il presidente della Regione Puglia è stato molto netto. “È mortificante il livello di interlocuzione che abbiamo con il Comune di Foggia – ha accusato -. Ricordo quello che facemmo nel 2012, con la crisi Amica e di come riuscimmo rimboccandoci le mani come con un trapianto di cuore a salvare la città. Quella amministrazione guidata da Gianni Mongelli era in grado di aggredire i problemi e risolverli. Oggi il sindaco ce lo si ritrova attore dove non c’entra nulla. Ha una grande bonomia, fa le battute, i filmini. È un artista, lo proporrò alla Apulia Film Commission per un film con Zalone. La Puglia non può fare a meno di questa area, è una città affamata di cultura come abbiamo visto col Medimex, anche lì il sindaco voleva accreditarsi quell’evento. La simpatia è importante, lui ne ha, ma la sostanza non può mancare”. E rivolto a Lia ha aggiunto, citando le esperienze di alcune donne, da Patrizia Lusi a Mariella Romano: “Questa candidatura premia una lunghissima militanza, le donne sono eccezionali. La comunità del Pd viene espressa dalla candidatura di Lia”.
Nicola Brienza dal suo canto è un pugliese trapiantato in Cina, un imprenditore che ha deciso di spendersi per la politica. Spiega la sua scelta con una battuta: “Quando ho visto Toninelli, Di Maio e Bonafede ministri, mi sono sentito autorizzato a candidarmi al parlamento europeo”.
“Sostegno supporto e sempre lealtà”, sono state le parole d’ordine di Lia Azzarone. “Punto primo, noi vinciamo e liberiamo questa città dalla destra. Noi stiamo sempre dalla stessa parte con la stessa maglietta. I 31 più io siamo 32 persone perbenissimo come te Pippo, lavoreremo solo nell’interesse della città e dei foggiani. Non credo che noi non giocheremo la partita della vittoria. Dobbiamo partire dal disagio, non abbiamo parlato di postazioni di poltrone non l’abbiamo mai fatto. L’esperienza più bella per me è stata essere consigliera circoscrizionale al Candelaro e al Quartiere Ferrovia dove vivo. Questa città non ha toccato i temi del sociale, non ci sono centri antiviolenza, il nostro progetto deve partire dai bambini, dovremmo provare a dare una rivoluzione per un ruolo attivo sui bambini. Tante donne non hanno nessuno a cui lasciare i nostri figli. Dobbiamo provare a creare delle strutture. Una città è civile, quando nelle periferie avremo risolto il degrado anche visivo. Abbiamo da fare un grande lavoro, non abbiamo la bacchetta magica, ma tutti noi abbiamo la voglia la passione l’impegno. Io prometto che faremo il meglio che si possa fare in questa città. Chiedo di essere vicini a questa città che è depressa, la sera è buia per le strade e nei volti di tanti, dobbiamo essere vicini a chi soffre. Siamo quella grandissima comunità che può e deve dare una speranza a questo Paese. Ho paura di dare la mia città in mano al centrodestra, dobbiamo vincere”, è stato il suo intervento. Con una preghiera finale: “Questa volta dobbiamo vincere, l’altra volta abbiamo perso per 300 voti, ma adesso dobbiamo vincere. I foggiani meritano Pippo Cavaliere sindaco di Foggia”.
Il finale affidato al candidato sindaco è stato tutto giocato contro Landella, definito “sindaco Pinocchio”.
“È un sindaco Pinocchio. In alcune circostanze ha accusato il centrosinistra di essere la causa del fermo del cantiere dell’Ente Fiera, di cui ero direttore dei lavori. Non è assolutamente vero, niente di più falso. Ha accusato l’amministrazione di centrosinistra e me di aver fatto lavori di somma urgenza: in vita mia non ho mai fatto un debito fuori bilancio né mai ordinato lavori di somma urgenza”, ha rilevato l’ingegnere.