Ci siamo. Torna a Monteleone, il paese più alto della Puglia, una tradizione popolare tipica e che tanto coinvolge i cittadini di ogni età. Trattasi del Gran Falò di San Giuseppe, in dialetto locale “Lu fauone d’San Gisepp’”, che dalle prime ombre della sera del 19 e sino a notte fonda, arderà nella piazza principale del piccolo borgo medioevale. Il culto di San Giuseppe, che in ebraico significa Dio aggiunga, iniziò in Italia, soprattutto nel meridione e in tutti i paesi cristiani sin dal Medioevo. San Giuseppe è una figura molto importante nella Chiesa cattolica: nato dalla stirpe di Davide, fu lo sposo di Maria e il padre putativo di Gesù, accettando il miracolo del concepimento divino. Per la Chiesa San Giuseppe è l’Uomo giusto, custos redemptoris, ovvero protettore del redento, colui che, come riportano in maniera ricorrente i Vangeli, prese con sé, con amore pieno e incondizionato le persone a lui affidate. Una figura affascinante e popolare, che nei secoli è diventata simbolo della paternità e della laboriosità. L’obelisco del ‘500, la casa comunale, le dimore signorili, il murales in onore delle monteleonesse che il 23 agosto 1942 si ribellarono al nazifascismo, i portali in pietra e il monumento ai caduti di Vito Pardo faranno da cornice all’evento.
Venti, trenta, quarant’anni fa i ragazzi andavano in giro due – tre mesi prima per le case e per le campagne a raccogliere rovi secchi, ginestre, arbusti, fascine e frasche derivanti dalla potatura nei boschi e trasportavano il legname raccattato in paese con i carretti. Arrivava poi il giorno du “Lu fauone d’San Gisepp’” e tutti i rioni erano impegnati a realizzare la pira più alta e più consistente possibile, in modo che il fuoco potesse sprigionare al massimo la propria forza e vincere simbolicamente la gara con gli altri rioni. E poi tutti a guardare ammutoliti le fiamme alzarsi ed ascoltare con orgoglio il crepitio degli arbusti che ardevano. Le pire di legno fin dai tempi antichi il giorno di San Giuseppe, patrono dei falegnami, venivano accese in segno propiziatorio e servivano ad ingraziarsi le forze della natura, indicavano la fine dell’inverno, dei rigori meteorologici, l’inizio della primavera, l’avvento della stagione dei raccolti e la rinascita della natura. Le feste del fuoco sono un esempio della tradizione pagana. Esse hanno origine dai due elementi molto venerati e che regolamentavano lo svolgersi della vita quotidiana: il sole per la forza e il calore, ed il fuoco per la capacità di riscaldare, di illuminare e purificare ma nello stesso tempo anche di distruggere. Sole e fuoco complementari ed alleati, capaci di riscaldare la terra e di esorcizzare le tenebre, riportando luce e calore sulla terra. Sarà quindi una grande ed assai partecipata festa popolare per incontrarsi, divertirsi, riscaldarsi e gustare le pietanze tipiche locali preparate dai soci dell’Associazione Turistica Pro Loco Monteleone nel nome di San Giuseppe e del falò che lo celebra. Start ore 20.