
Sono innumerevoli le questioni al vaglio della Commissione che deve accertare la presenza o meno di infiltrazioni mafiose nel Comune di Manfredonia. Massima attenzione sul ruolo del clan Romito, da anni egemone tra la città del golfo e Mattinata.
La strage del 9 agosto 2017 a San Marco in Lamis evidenziò ancora una volta il peso dell’organizzazione criminale sul territorio. La morte di Mario Luciano Romito ha infatti riacceso i riflettori sulla guerra di mafia tra i Romito, alleati dei montanari Ricucci, e il clan Li Bergolis – Miucci, guidato dal giovane boss, Enzo Miucci alla luce della lunga carcerazione dei fratelli Li Bergolis. Questi ultimi traditi proprio dai Romito, accusati dai rivali di aver fornito alcune soffiate ai carabinieri.
Nelle carte della strage di San Marco che portarono all’arresto di Giovanni Caterino, 38enne manfredoniano ritenuto partecipe all’agguato, si parlava anche degli assetti malavitosi in riva al golfo. Lo stesso arrestato, in un’intercettazione, citava Michele Romito, fratello di Mario Luciano, indicandolo quale capo del clan sipontino: “Qua comanda sempre Michele”.
Inevitabilmente le parentele e gli interessi di Michele Romito sono finiti al centro del lavoro della Commissione. Occhi puntati sul figlio Francesco a cui è riconducibile il lido Bagni Bonobo, frequentatissimo da numerosi politici locali, in primis dal suo socio e amico, Antonio Conoscitore, passato in Forza Italia dopo un trascorso da delegato ai rapporti con l’Agenzia del Turismo per conto della giunta Riccardi.

Pochi giorni fa, il giovane Francesco Romito ha scritto un post su Facebook: “34 anni per capire che avere la “Coscienza pulita” non serve assolutamente a nulla”. Immediato il commento di Conoscitore: “Se la mia colpa è stata quella di essere tuo amico… la prendo volentieri… sempre a testa alta!”
L’attenzione sui Romito è stata automatica dopo lo scioglimento del Comune di Mattinata nel marzo 2018 e del Comune di Monte Sant’Angelo nel 2015. Per fare un piccolo esempio basta pensare che proprio a Mattinata un Lsu del Comune occupava le ore lavorative facendo il pescatore e consegnando prodotti ittici al ristorante di Manfredonia “Guarda che luna”, riconducibile ai Romito e sotto sequestro ormai da mesi.
Approfondimenti su assunzioni e mondo del calcio
Ambienti Lsu sarebbero al centro dell’attenzione soprattutto nell’azienda ASE. I commissari vogliono vederci chiaro su alcune assunzioni avvenute in passato nella società dei rifiuti. Occhi puntati sui reclutamenti anche nel Comando dei vigili urbani, finito di recente al centro delle cronache per l’incendio delle auto di due agenti. La Commissione starebbe indagando sull’operato del Comando, su chi lavora all’interno e sui rapporti di parentela.
Nel mirino della Commissione non manca, poi, il Manfredonia Calcio. Per anni il mondo politico ed economico cittadino hanno avuto un ruolo centrale nella gestione del club biancazzurro. Chi indaga vuole accertare se i Romito abbiano utilizzato la società calcistica per ripulire introiti illeciti. Va ricordato che il Manfredonia è fallito solo pochi mesi fa ripartendo dalla Prima categoria con una nuova proprietà. Un tempo capitano della squadra era Ivan Romito (fratello di Michele e Mario Luciano, ndr) anch’egli citato nell’ordinanza sulla strage di San Marco in Lamis. Giovanni Caterino aveva in animo di eliminarlo: “Mi voglio togliere un pallino, voglio uccidere a Ivan… Ivan Romito”.