Vertice convocato d’urgenza questa mattina in Prefettura a Foggia. Sul tavolo del Comitato Ordine e Sicurezza Pubblica c’è il caso San Severo, città scossa dall’agguato del 24 novembre che ha causato la morte del pregiudicato 58enne, Michele Russi detto “Lilino Coccione”, ucciso in un salone di barbiere in via Terranova. Spaventa la platealità dell’omicidio, in pieno giorno e attraverso l’esplosione di numerosi colpi d’arma da fuoco. Già nel maggio del 2017 morirono in una profumeria, vittime della stessa efferatezza, il boss Nicola Salvatore detto “Nicolin dieci e dieci” e sua moglie. Morti eccellenti, segno tangibile – stando agli inquirenti – di un cambio radicale negli assetti della malavita sanseverese.
Nonostante la recente istituzione del Reparto prevenzione crimine proprio nella città dell’Alto Tavoliere, la guerra di mala per il controllo del traffico di droga continua indisturbata. In Prefettura è giunto l’ok al potenziamento del presidio del territorio. Il sindaco Francesco Miglio ha fatto sapere di aver ricevuto una “risposta all’altezza delle richieste”. Lo Stato ha garantito “un impegno al cubo rispetto a quello dei mesi scorsi”. Ai cittadini di San Severo sarà garantito l’utilizzo massiccio di agenti dell’Anticrimine mentre un’unità dedicata dei Cacciatori di Puglia si occuperà di scovare le armi della criminalità. Tra i principali obiettivi c’è quello di fermare il fenomeno delle rapine, molto preoccupante soprattutto con l’approssimarsi delle festività natalizie. Dalla Guardia di Finanza, infine, l’impegno ad attivare i baschi verdi con grande capacità investigativa.
“È essenziale che la città abbia fiducia nelle istituzioni – ha dichiarato Miglio – senza farsi fuorviare da messaggi che fanno gioco solo a chi vuole male a San Severo”.