È silente per ora il presidente del Consiglio del Comune di Foggia Luigi Miranda. È l’unico dei maggiorenti azzurri a non aver applaudito ieri all’investitura ufficiale di Forza Italia nei confronti di Franco Landella, sindaco uscente e riconfermato candidato per il 2019 dei berluscones.
Non sono pochi coloro che credono che il giovane avvocato e figlio d’arte lascerà Forza Italia per approdare nella Lega, divenendone così il candidato sindaco in pectore e aggregando attorno a sé e al partito del “Capitano” altre liste civiche e movimenti, a cominciare da quelli che è già riuscito a calamitare, come Gente di Foggia di Salvatore de Martino e Manifesto per Foggia di Sario Masi.
Non è escluso che di fronte ad un polo sovranista anche i Fratelli d’Italia con Giuseppe Mainiero, che nei prossimi giorni col suo berretto di Foggia in testa sarà al Conart per parlare dei problemi atavici del Villaggio Artigiani, possano trovare un accordo.
Tutto dipenderà dalla capacità della classe dirigente della Lega, secondo qualcuno, al netto delle note stampa del capogruppo Antonio Vigiano. Se la Lega sarà in grado di giocare questa partita e se saprà tenere unito il centrodestra antilandelliano, andrà a vincere la città di Foggia. “Al di là del personaggio o di Miranda, l’importante è che il candidato sindaco sia una personalità in discontinuità con Landella e in continuità col voto del 4 marzo, quando tutto è diventato o giallo o verde. Il centrodestra dovrà avere un colore leghista: se è leghista vince, altrimenti perde. Se la Lega capisce questo sfonda a Foggia, come ha sfondato in Friuli, in Lombardia. Questa è la sfida della dirigenza leghista. Il leone di Berlusconi è stato abbattuto dopo più di 20 anni, se si divideranno in maniera sterile, si perderà. Se il centrodestra non sarà verde, Foggia sarà consegnata ai gialli, ai 5 Stelle”.
Alcuni leghisti ritengono che le Primarie siano inevitabili per non rompere una coalizione che prima del 26 maggio andrà unita in Sardegna, ma che alle Europee, con Antonio Tajani nuovamente candidato, potrebbe essere utile dividere.
Quella di ieri al Palazzetto dell’Arte per molti è stata una “pace armata” in Forza Italia. Serviva mostrare unitarietà e Landella ha ottenuto il suo scopo, pur sacrificando in parte le ambizioni dell’azzurra cognata Michaela Di Donna, uscita sconfitta all’uninominale. Se davvero Giandiego Gatta sarà il leader del partito provinciale, il suo posto in Via Capruzzi è più che assicurato anche nel 2020. A perdere per ora sono i giovani, ossia Miranda ancora indeciso sul suo futuro e soprattutto Raffaele Di Mauro, che dopo il 4 marzo, pur avendo sfiorato la Camera, non ha avuto il coraggio di fare lo strappo decisivo col sindaco di Foggia.
Ieri Landella ha ribadito trionfalmente di aver rottamato la vecchia guardia. Vale a dire i vari Mimmo Verile e Gianni De Rosa. Ma qualcuno fa notare che chi sta dando “problemi” alla stabilità dell’amministrazione è proprio il “nuovo che avanza”. Ossia i consiglieri eletti nelle sue civiche poi approdati nella Lega e gli eletti grazie al premio di maggioranza.
“Dove possono andare i ragazzi di Forza Italia? Oggi non siamo più in un centrodestra dai vasi comunicanti, c’è un solo vaso quello leghista. Landella è riuscito ad attrarre a sé la nuova dirigenza regionale e a porre la sua persona al tavolo. Ci sono delle prospettive per vincere le regionali nel 2020 e anche chi oggi appare perdente potrebbe avere la sua rivincita, Emiliano ha la sua forza di impatto, ma le sinistre non hanno più il favor del popolo. Oggi da parte di chiunque mettersi a fare la guerra a Landella con liste civiche e posizionamenti di equilibrio può essere controproducente, serve capacità di coesione”, osserva un politico navigato come Bruno Longo.
Mentre il Pd riapre la discussione e presto incontrerà i movimenti tenuti insieme da Rino de Martino di Puglia Popolare e Salvatore Malerba di Iniziativa democratica, nella galassia civica in molti attendono ancora un segnale dall’assessore Leo Di Gioia, nonostante pezzi di sinistra, che nel 2014 erano alleati con lui o che avevano dato vita all’alleanza alternativa si stiano organizzando con una prima assemblea pubblica dal titolo “Una sfida per Foggia”, che si terrà al Museo Civico il prossimo 1 dicembre. Massimo esponente della pattuglia, l’avvocato vendoliano ex Sel Fedele Cannerozzi, ex presidente dell’Ente Fiera. Non sarà, però, con loro l’ex consigliere regionale Pino Lonigro, leader di Socialismo Dauno.