“Agosto di Fuoco”, così è stata intitolata la maxi operazione di DDA, polizia e carabinieri che questa estate hanno azzerato la cupola mafiosa a Vieste. Dopo gli arresti dei giovani boss, Girolamo Perna e Marco Raduano, sono finiti in manette – come dettagliato in altro articolo – anche i cugini Claudio e Giovanni Iannoli, tra i massimi gestori del business della droga nel promontorio.
Nella nota inviata dalla DDA di Bari si legge: “Per comprendere l’ambito delle attività criminali dei due gruppi contrapposti, occorre ricostruire il contesto criminale, complesso e mutevole, della cittadina di Vieste e di parte del Gargano. Dopo l’omicidio di Angelo Notarangelo avvenuto il 26 gennaio 2015, ad oggi, si sono verificati ben 14 delitti di sangue di chiara matrice mafiosa (otto tentati omicidi e sei omicidi), oltre ad un caso di verosimile lupara bianca. Lo scenario che si è venuto a instaurare dopo la morte di Notarangelo è quello di una spaccatura interna al clan, con la formazione di due opposte fazioni, provenienti entrambe dal clan Notarangelo”.
Nell’ordine, si sono verificati i seguenti fatti di sangue:
10.03.2015 – vi è stato il tentato omicido di Emanuele Finaldi, fedelissimo di Angelo Notarangelo;
03.09.2016 – vi è stato l’omicidio di Gianpiero Vescera, cognato di Marco Raduano;
28.09.2016 – vi è stato il tentato omicidio di Girolamo Perna;
16.01.2017 – vi è stato l’omicidio di Vincenzo Vescera;
27.01.2017 – vi è stato l’omicidio di Onofrio Notarangelo, fratello di Angelo;
20.02.2017 – vi è stato il tentato omicidio di Antonio Germinelli e Matteo Vario (episodio non denunciato ma emerso nell’ambito dell’attività investigativa);
11.03.2017 – vi è stato il secondo tentato omicidio di Girolamo Perna;
14.03.2017 – vi è stato il tentato omicidio di Pasquale Notarangelo (figlio di Onofrio e nipote di Angelo Notarangelo) e Christian Pio Trimigno;
24.05.2917 – da questa data non si hanno più notizie di Pasquale Notarangelo. Probabilmente è stato vittima di lupara bianca;
27.07.2017 – vi è stato l’omicidio di Omar Trotta, attinto mortalmente da colpi di arma da fuoco mentre si trovava all’interno del suo ristorante;
21.03.2018 – vi è stato il tentato omicidio di Marco Raduano, attinto da colpi di fucile d’assalto AK47 e da altro fucile, miracolosamente scampato all’agguato;
06.04.2018 – vi è stato l’omicidio di Giambattista Notarangelo, freddato da colpi di pistola mentre era intento ad accudire ai propri animali in campagna;
25.4.2018 – vi è stato l’omicidio di Antonio Fabbiano, a colpi di fucile d’assalto AK47, agguato da cui è miracolosamente scampato Michele Notarangelo;
19.06.2018 – vi è stato l’omicidio di Gianmarco Pecorelli, da cui Christian Pio Trimigno si è salvato, riportando solo una ferita da arma da fuoco.
La sanguinosa guerra di malia esplosa sul Gargano, pur avendo come epicentro la cittadina di Vieste ha, allo stesso tempo, coinvolto anche altri territori dell’area nord del foggiano. In tale ambito vanno certamente inquadrati:
1) l’omicidio di Giuseppe Silvestri (alias l’Apicanese), avvenuto a Monte S. Angelo il 21 marzo 2017;
2) il duplice omicidio avvenuto a Apricena in data 20 giugno 2017 in cui, oltre ad Antonio Petrella, è stato assassinato Nicola Ferrelli, altra figura di spicco della criminalità organizzata garganica;
3) il quadruplice omicidio di San Marco Lamis del 9 agosto 2017, in cui ha perso la vita il boss Mario Luciano Romito, capo indiscusso dell’omonimo clan.
Il pool
Per fronteggiare questa drammatica situazione è stato istituto un apposito pool investigativo composto da numerosi magistrati della DDA, la cui azione investigativa è sostenuta da attrezzati reparti specializzati di Carabinieri e Polizia di Stato che operano in comune sinergia. In quest’ambito va segnalata la proficua collaborazione attivata con la Procura della Repubblica di Foggia, ora ulteriormente potenziata a seguito della stipula di un recente protocollo, finalizzato a favorire la massima sinergia tra i due uffici nel contrasto giudiziario alle organizzazioni mafiose. A riscontro di queste attività investigative, sono stati effettuati numerosi sequestri nell’area viestana.
I sequestri
Da parte dei carabinieri:
I 52,6 chili di marijuana in località Molinella a Vieste (15 ottobre 2017), il sequestro di 850 grammi circa di cocaina in località palude Mezzane di Vieste (31 marzo 2018), il sequestro di 850 grammi circa di cocaina. E ancora, 7 chili di hashish e 20 chili di marijuana nell’abitazione di Giovanni Stirano (03 maggio 2018) e il sequestro di 7 chili circa di marijuana occultati in località Reginelle di Vieste (11 agosto 2018, rinvenimento successivo al fermo di Raduano, ma a carico dello stesso gruppo). Durante tutta l’indagine, sono stati compiuti vari sequestri per quantitativi minori e conseguenti arresti a carico di spacciatori riconducibili al gruppo Raduano.
Operazioni della polizia:
– Sequestro di diversi borsoni di colore nero contenenti sostanza stupefacente del tipo marijuana del peso complessivo di Kg 570; sequestro di una pistola beretta calibro 9 mm corto, con matricola abrasa, completa di caricatore bifilare con nove cartucce marca GFL; sequestro pistola Beretta calibro 7,65 con matricola abrasa completa di caricatore con otto cartucce 7,65. -sequestro di 16 cartucce calibro 7,65.
> 15 giugno 2017, Vieste: sequestro di sostanza stupefacente del tipo marijuana del peso complessivo di Kg. 950 , suddivisa in numerose buste in cellophane di diverso tipo e grandezza:
> 25 maggio 2018 e 13.06.2018, Viestc: sequestro di grammi 110 circa di sostanza stupefacente del tipo cocaina;
> 13 giugno 2018, Vieste: sequestro di sostanza stupefacente del tipo marijuana del peso complessivo di Kg. 5,740 confezionata in nr. 10 involucri di varie grandezze;
> 25 giugno 2018 a Vieste – sequestro di un fucile con calciolo in legno, monocanna, semiautomatico, marca “Beretta’ mod. A-M-301” calibro 12 magnum con matricola abrasa; -sequestro di un fucile con calciolo in legno monocanna marca “Beretta” calibro 12.
– 08 agosto 2018, Vieste – sequestro di Kg. 2 di sostanza stupefacente dcl tipo marijuana contenuta c confezionata in un bustone di cellophane trasparente.
Le dichiarazioni
“Lo sforzo investigativo in atto sul territorio garganico – fanno sapere i pm – non ha precedenti e sta consentendo agli investigatori di ricostruire, finalmente in maniera sempre più chiara, le dinamiche criminali in atto, facendo breccia sui muri di omertà e connivenze che caratterizzano storicamente quei contesti territoriali e fornendo le prime risposte concrete, sul piano degli indispensabili interventi di tipo repressivo/cautelare”.
La DDA di Bari auspica, nell’immediato futuro, di essere messa oggettivamente nelle condizioni di operare, senza soluzione di continuità, in modo da poter raggiungere, anche in tempi ragionevolmente brevi, ulteriori e importanti obiettivi.