Ucciso nel giorno dedicato alle vittime di mafia. Questa è solo la prima delle coincidenze sulla morte del 44enne Giuseppe Silvestri, un tempo vicino al super boss Giuseppe Pacilli, detto Peppe u’ Montanar, e figlio di Pasquale Silvestri, quest’ultimo ucciso nel 2000 e ritenuto, all’epoca dei fatti, uomo del clan Libergolis. La seconda coincidenza riguarda un bando pubblicato proprio il giorno prima, 20 marzo 2017, sul sito del Comune di Monte Sant’Angelo. Un bando su alcuni abusi edilizi perpetrati da Silvestri anni fa. Dopo aver perso ogni grado di giudizio, per il 44enne era scattata la decisione di demolire i manufatti realizzati nella masseria di sua proprietà in località Chiano. Questo l’oggetto del bando: “Demolizione in danno di opere abusive consistenti in muro perimetrale realizzato su fondazione in cemento armato, al cui interno è stato eseguito uno scavo per fondamenta e 4 pilastrini in cemento armato sul perimetro della fondazione (una sorta di box, ndr), che insistono nel suolo censito in catasto del Comune di Monte Sant’Angelo. Importo complessivo dei lavori 7.623,66 euro”.
Dunque il Comune (commissariato dal 2015) punta ad individuare un’impresa interessata alla demolizione, anticipando le spese per poi rivalersi sull’autore degli abusi ovvero Silvestri. Peccato che l’uomo sia finito morto ammazzato attorno alle 5 di mattina del giorno successivo a quella pubblicazione. Sulla morte del 44enne sono in corso le indagini dei carabinieri, coadiuvati dal pm della DDA, Giuseppe Gatti. La presenza di Gatti basta per capire che sul Gargano, a Monte come a Vieste, sia in atto una guerra di mafia senza esclusione di colpi. E non si escludono possibili collegamenti tra la morte di Silvestri e le ultime uccisioni avvenute nella capitale del Gargano. Gli uomini dell’Arma, oltre ad aver eseguito sei stub su altrettanti sospettati, hanno ascoltato numerose persone e proveranno a risalire ai killer dai filmati della videosorveglianza presente nella zona dell’agguato.