La sfida dello Stato alla mafia del Gargano ha raggiunto uno dei suoi punti più alti durante il mese in corso. Nell’operazione denominata “Agosto di Fuoco”, carabinieri e polizia hanno arrestato elementi di spicco della malavita di Vieste. Dopo Marco Raduano e i suoi tre sodali beccati dagli uomini dell’Arma, lo scorso 21 agosto la Polizia di Stato ha eseguito – come anticipato da l’Immediato – un decreto di fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, nei confronti di Claudio Iannoli, classe ’79’ e Giovanni Iannoli, classe ’86, pluripregiudicati, ritenuti elementi di spicco al vertice dell’organizzazione criminale mafiosa operante a Vieste, capeggiata da Girolamo Perna, rivale di Raduano.
I dettagli dell’operazione di polizia
Personale del Servizio Centrale Operativo, delle Squadre Mobili di Foggia e di Bari e del Commissariato di Ps di Manfredonia, coadiuvati da personale del Reparto Prevenzione Crimine “Puglia Settentrionale” e “Puglia Centrale”, del gabinetto provinciale di Polizia Scientifica della Questura di Foggia e da unità cinofile della Questura di Bari, con il sorvolo di un elicottero del IX Reparto volo della Polizia di Stato, alle prime luci dell’alba ha fatto irruzione nelle abitazioni dei due Iannoli a Vieste, traendoli in arresto.
L’attività di indagine portata avanti dal team di investigatori della Polizia di Stato denominato “Gruppo Gargano”, fortemente voluto dal Questore di Foggia Mario Della Cioppa e costituito lo scorso anno, grazie al supporto del Servizio Centrale Operativo (SCO) diretto da Alessandro Giuliano, è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, diretta dal Procuratore Giuseppe Volpe e con i Pubblici ministeri direttamente impegnati, Sostituti Procuratori Luciana Silvestris, Giuseppe Gatti e Ettore Cardinali, ha permesso di accertare che gli Iannoli sono parte integrante di un’organizzazione criminale dedita allo spaccio di stupefacenti costituente articolazione del più vasto gruppo criminale riconducibile a Perna – coinvolto nella guerra di mafia in atto con l’opposta fazione riconducibile a Marco Raduano, che ha fatto registrare una lunga scia di sangue negli ultimi anni a Vieste con numerosi omicidi e tentativi di omicidio di soggetti legati ad entrambe le consorterie criminali.
Il provvedimento di fermo è stato emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari all’esito di una articolata attività di indagine, partita con l’omicidio di Giambattista Notarangelo avvenuto a Vieste il 6 aprile 2018. Le indagini compiute subito dopo l’assassinio di Notarangelo hanno permesso di accertare l’esistenza di un fiorente traffico di sostanze stupefacenti nella cittadina garganica, gestito dagli Iannoli. Questi, infatti, in considerazione dello stato detentivo di Perna (arrestato dalla Squadra Mobile di Foggia – “Gruppo Gargano” il 3 maggio 2018), in qualità di organizzatori dell’associazione finalizzata allo smercio di sostanze stupefacenti, venivano costantemente informati di tutte le questioni rilevanti inerenti l’attività illecita, occupandosi di valutare i canali di distribuzione e l’ammissione di ulteriori soggetti quali intermediari o distributori finali dello stupefacente, nonché di assumere le decisioni sul prezzo della droga, sulla situazione delle piazze di spaccio e, finanche, sui rapporti con il clan rivale.
I legami con le uccisioni di Pecorelli e Fabbiano
Più nel dettaglio, i due Iannoli assicuravano continuità negli affari illeciti ed efficienza nell’approvvigionamento e smercio, anche al dettaglio, della sostanza stupefacente (prevalentemente cocaina e marijuana), avvalendosi sino al giorno del suo assassinio della importante collaborazione di Gianmarco Pecorelli. Quest’ultimo, infatti, durante il periodo detentivo dei due Iannoli, sfruttando un momento di debolezza dell’organizzazione criminale contrapposta, conseguente all’assassinio di Antonio Fabbiano avvenuto il 25 aprile 2018, assicurava il coordinamento e la gestione operativa dell’attività illecita per conto dell’intero gruppo criminale: approvvigionamento, canali di distribuzione, collocazione della droga sul territorio e recupero dei crediti derivanti dallo spaccio.
In questo contesto di forte contrapposizione per la gestione delle piazze locali di spaccio ed il controllo del territorio l’azione repressiva degli operatori della Polizia di Stato appartenenti alla Squadra Mobile di Foggia – “Gruppo Gargano” consentiva di effettuare alcuni importanti sequestri di sostanza stupefacente, appurando la scaltrezza dei vari pusher nell’occultamento dello stupefacente in zone isolate ed a loro non riconducibili, come ad esempio nel caso dell’occultamento di un quantitativo di cocaina purissima all’interno di un pacchetto di sigarette abbandonato alla base del tronco di un olivo sul ciglio di una strada di campagna a Vieste.
Le attività investigative, infatti, permettevano di accertare che i vari sodali dell’organizzazione mafiosa erano particolarmente attenti oltre che nella scelta dei luoghi di custodia dello stupefacente anche nell’effettuare un frequente cambio di tali luoghi, provvedendo quindi con cadenza quasi quotidiana a spostare lo stupefacente proprio al fine di scongiurare qualsiasi intervento delle forze di Polizia. Tale circostanza emergeva chiaramente lo scorso 8 agosto in occasione dell’arresto di Giuseppe Stramacchia, classe ’86, Fedele Romano, classe ’85 e Christian Hdiouech, classe 91’, pregiudicati di spessore appartenenti al clan Perna, colti nella flagranza del reato di detenzione di un ingente quantitativo di sostanza stupefacente. I tre, infatti, venivano sorpresi da personale della Squadra Mobile di Foggia – “Gruppo Gargano” a bordo di un furgone modello Fiat Ducato mentre erano intenti a trasportare un borsone in tela contenente una busta di plastica del peso di 2 chili di sostanza stupefacente del tipo marijuana, debitamente occultato all’interno del mezzo.
Inoltre, i numerosi servizi di appostamento e pedinamento effettuati nei confronti dei vari soggetti gravitanti attorno a Pecorelli e ai cugini Iannoli hanno poi permesso di individuare un’abitazione utilizzata come vera e propria base logistica per il taglio, confezionamento e custodia della cocaina.
Invero, il 13.06.18 nell’ambito di un servizio di prevenzione e repressione del traffico illecito di sostanze stupefacenti nel Comune di Vieste, personale del “Gruppo Gargano” ha effettuato una serie di perlustrazioni e perquisizioni in alcuni casolari insistenti in località Palude Mezzane e Coppitella del Comune di Vieste, procedendo all’arresto di Francesco Quitadamo, classe ’68 e Riccardo Quitadamo, classe ’99, rispettivamente fratello e nipote di Piergiorgio Quitadamo, noto esponente della criminalità organizzata viestana, trovati in possesso di 5,740 chili di marijuana. In quella stessa circostanza gli operatori della Squadra Mobile rinvenivano un involucro contenente oltre 100 grammi di cocaina mescolata con numerosi chicchi di grano, verosimilmente per preservarne la qualità, occultato all’interno di un bidone adeguatamente sotterrato e ricoperto da materiale di risulta, collocato esternamente alla citata abitazione proprio al fine di scongiurare sequestri da parte delle forze di Polizia e impedirne in ogni caso la riconducibilità ai sodali del clan Perna.
Pusher spinti a passare nel clan Perna
Inoltre, le attività investigative condotte anche con l’ausilio di attività tecniche hanno disvelato la disponibilità da parte dell’associazione, ed in maniera particolare da parte dei cugini Iannoli di numerose armi da sparo (fucili e pistole), opportunamente occultate in luoghi reputati sicuri e certamente utili ad assicurare il controllo delle piazze di spaccio e più in generale contrastare la consorteria avversa. Nel corso dell’indagine, infatti, sono state registrate conversazioni sintomatiche della forza di tale consorteria criminale, al punto da spingere alcuni pusher a passare con lo schieramento capeggiato da Perna, riconosciuto da tutti come leader al cui fianco combattere la guerra di mafia in corso con il clan avverso di Marco Raduano.
Emersa inoltre, chiara ed evidente, la contrapposizione armata con il gruppo antagonista, finalizzata a conquistare una posizione egemonica nel controllo del territorio per lo svolgimento delle attività illecite ed in particolare per lo spaccio di stupefacenti sulle piazze locali, registrandosi peraltro la volontà di imminenti rappresaglie nei confronti di esponenti della fazione avversa.
“Chiara matrice mafiosa”
La Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, considerato il contesto criminale accertato con la presente indagine e le singole condotte poste in essere dagli indagati, nonché l’esistenza documentata di una forte contrapposizione armata con il clan Raduano, ha contestato all’intera organizzazione criminale l’aggravante di cui all’art. 416 bis 1, c.p., risultando i reati in materia di traffico di stupefacenti e di armi, imputati anche ai due Iannoli, commessi all’interno di un più vasto contesto di chiara matrice mafiosa, avvalendosi delle condizioni di cui all’art. 416 bis, c.p. ed al fine di agevolare la più vasta compagine criminale facente capo a Perna, nell’ambito della violenta guerra intercorsa con la fazione contrapposta facente capo a Marco Raduano, per il controllo egemonico del territorio viestano e l’assunzione del monopolio a Vieste nella gestione e nel commercio degli stupefacenti.
Pertanto, sussistendo un concreto ed attuale pericolo di fuga, la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari in data 20 agosto 2018 ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti dei cugini Iannoli, pluripregiudicati, ritenuti elementi di spicco al vertice dell’organizzazione criminale mafiosa operante a Vieste, capeggiata da Girolamo Perna.
Questo provvedimento della Direzione Distrettuale di Bari si inserisce a pieno titolo nell’azione corale portata avanti nel territorio garganico e più in generale nell’intera provincia di Foggia dalla stessa Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, dalla Procura della Repubblica di Foggia, dalla Polizia di Stato e dalle altre forze dell’ordine, testimoniando l’intenso ed incisivo lavoro quotidianamente svolto dalla Polizia di Stato, finalizzato ad annientare ogni forma di criminalità e prepotenza mafiosa nell’intera area garganica, così come specificato in maniera forte e chiara in occasione della festa della Polizia di Stato, in Foggia, lo scorso 10 aprile.
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