“Tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico il dialogo è avviato. In questi giorni ci sarà dialogo in seno alle due forze politiche, aspettando la direzione del Partito democratico della settimana prossima”. Queste le parole del presidente della Camera Roberto Fico nel pomeriggio, dopo l’incontro col Presidente Sergio Mattarella.
I prossimi passaggi saranno una consultazione web della base pentastellata e la Direzione del Pd fissata per il prossimo 3 maggio. A Foggia al Congresso della Uil l’onorevole Pd Michele Bordo, unico parlamentare dem nella marea di portavoce a 5 Stelle della Capitanata, fatta eccezione per l’azzurra Annaelsa Tartaglione, è apparso molto soddisfatto. L’Immediato lo ha intervistato.
Onorevole, voterà sì in Direzione all’accordo col Movimento 5 Stelle?
Solitamente quando si va in Direzione si vota dopo aver ascoltato una proposta e aver sentito la relazione, siccome ancora non sappiamo che relazione farà Martina e che tipo di discussione si svilupperà, è obiettivamente presto per dire come voteremo. Io penso soltanto che abbiamo fatto bene ad accettare la sfida del confronto col M5S, perché non potevamo pregiudizialmente chiuderci al confronto sui programmi. Dobbiamo cogliere quanto è successo in queste ore e fare un approfondimento tra di noi e poi decidere possibilmente in modo unitario la posizione da assumere, ma mi pare difficile che in questo momento ciascuno di noi possa dire: sì all’accordo, no all’accordo, perché ancora non sono chiari i termini del confronto.
Qual è il prezzo di riserva oltre il quale l’accordo è irricevibile? Quali sono le condizioni minime del Pd?
Noi abbiamo detto sin dall’inizio che non avevamo pregiudizi. Ponevamo delle condizioni: uno che si interrompesse ogni tipo di dialogo con la Lega Nord, abbiamo criticato l’atteggiamento del M5S, perché abbiamo sempre detto che non si poteva contestualmente ragionare con noi e con la Lega Nord, essendo noi due forze politiche distanti. Nel momento in cui il M5S ha affermato di aver chiuso ogni tipo di rapporto con la Lega Nord, mi pare evidente che anche per rispetto del Presidente della Repubblica, non potevamo non raccogliere l’invito a ragionare.
Si parla di un Ministero di prestigio per Matteo Renzi…
Noi non abbiamo bisogno di parlare né di nomi né di poltrone, perché a questo ci si dovrà arrivare se ci sarà un minimo accordo sulle cose da fare, sui programmi. Chi farà il Ministro non è proprio all’ordine del giorno, se non altro perché non sappiamo se si arriverà mai ad una intesa. Noi abbiamo posto alcune condizioni di carattere programmatico. Per noi è importante riconoscere il ruolo del Paese nell’ambito dell’Unione Europea, abbiamo la necessità di ridurre le disuguaglianze che esistono ancora e che sono molto forti nel Paese e terzo che tutte le scelte che saremo chiamati a fare devono essere fatte nel rispetto del risanamento dei conti pubblici, sarebbe assurdo sperperare quanto noi siamo riusciti a rimettere in ordine. Sono tre punti programmatici molto importanti, non credo che il percorso sia in discesa solo perché poco tempo fa Fico ha dichiarato che le consultazioni hanno dato un esito positivo. Dobbiamo continuare a ragionare, ma non dobbiamo escludere nulla.
Secondo lei un Governo M5S-Pd consentirebbe al Pd di recuperare l’elettorato perso? Recuperereste strategicamente punti percentuali?
Sarebbe sbagliato per chiunque in questo momento ragionare e fare le scelte sulla base delle convenienze proprie. Non dobbiamo ragionare su cosa interessa di più al Pd, noi dobbiamo avere un dovere: rispondere ai cittadini. Bisogna prendere atto che quelli che hanno ottenuto più voti in questi 50 giorni dopo il voto hanno fallito, hanno dimostrato di non essere in grado di poter offrire una proposta di governo al Paese. Noi abbiamo sempre detto con grande chiarezza che partivamo dall’essere minoranza in Parlamento, perché le elezioni obiettivamente le abbiamo perse e pesantemente, io ero tra quelli che riteneva sbagliata la posizione assunta dal Pd di un congelamento, di una mancanza di un qualsiasi tipo di confronto e discussione. adesso ci sono dei passi avanti, si sono verificate alcune delle condizioni che noi avevamo posto, vogliamo continuare a ragionare, poi dove ci porterà questo ragionamento, non lo so, ma comunque ci dobbiamo provare per i cittadini italiani, ai quali offrire di nuovo il ritorno alle urne non credo sarebbe auspicabile.