UniFg, il tanto osannato “gluten friendly” è un flop. Non c’è ancora un prodotto in commercio

Questo nonostante tutti i premi ricevuti tra cui quello del settembre 2016 nell’ambito della Giornata nazionale dell’innovazione organizzata dal CODEC, presso il Quirinale

Fazioni e sospetti all’Unifg dopo l’inchiesta e il sequestro dei pc ai 21 docenti e dirigenti coinvolti nell’indagine della Guardia di Finanza originata dall’esposto dei due prof di Agraria, Sandro Del Nobile e Diego Centonze, sul caso dei fondi per i progetti del Pon Ricerca&Competitività distratti, con timesheet (fogli di presenza) falsi e retrodati e utilizzati per l’autofinanziamento dell’Ateneo negli anni dei tagli FFO.

Quello del Safe, come si sa, è solo uno dei filoni, sicuramente il più corposo e pesante per via del coinvolgimento del Miur e delle risorse comunitarie dedicate alle regioni obiettivo, su cui sta indagando la Procura di Foggia, diretta dal procuratore capo Ludovico Vaccaro. Un altro, più interno e tipicamente “italiano”, riguarda i concorsi da ordinari al Dipartimento di Giurisprudenza, sui quali sono stati sollevati irregolarità dalla professoressa associata di Diritto Amministrativo Francesca Cangelli, la quale aveva ricusato, senza riuscire nella sostituzione, un membro della commissione nel concorso da ordinaria che la vedeva protagonista, il professore e suo ex maestro Enrico Follieri, che a suo dire manifestava colleganze accertate con l’altra candidata, che poi ha vinto, la docente Vera Fanti.

Ieri, 24 aprile 2018, presso la Sala Consiglio, sita al VI piano del Palazzo Ateneo in via Gramsci a Foggia è stato convocato un Consiglio di Amministrazione dell’Unifg con all’ordine del giorno ben 23 punti. Al diciottesimo figurava “l’analisi della situazione complessiva delle partecipazioni dell’Università degli Studi di Foggia” con le relative determinazioni. Ebbene, già alle 12 di ieri l’ufficio stampa dell’Unifg comunicava in tutta fretta la decisione di recedere dallo spin off Minaba Tech SrL del professore ed ordinario Matteo Alessandro Del Nobile con una quota di 16.000,00 euro pari al 16% del capitale sociale della professoressa e ricercatrice Amalia Conte socia col 14% del capitale sociale; della signora Liliana Troiano socia col 21% del capitale sociale.

La partecipazione dell’Unifg alla Minaba Tech SrL era minima, pari solo ad una quota di appena 2mila euro pari al 2% del capitale sociale. Ma il Rettore Maurizio Ricci si è affrettato ad evidenziare gli errori formali dello spin off, rappresentato dal prof Diego Centonze, con il chiaro obiettivo, secondo qualcuno, di screditare i due docenti. Lo spin off da cui l’Unifg ha deciso di recedere, aveva trasformato la sua ragione sociale dallo sviluppo, produzione e commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico, in particolare con la produzione e lʼimmissione sul mercato di una serie di prodotti, a base di pesce, alla produzione di idee per alimenti funzionali.

Sugli alimenti funzionali e non più sui prodotti ittici, Minaba Tech srl ha anche fatto trasferimento tecnologico vendendo una sua idea ad una impresa del barese, la Casa Milo, che ha immesso sul mercato e commercializza una gluten-free fresh pasta, realizzata grazie alla tecnologia alimentare venduta da Del Nobile, Conte e Centonze. La pasta fa bella mostra di sé anche sui volantini Coop e crea reddito per i docenti. “Quanti hanno trasformato un’idea in un prodotto commerciale?”, si chiedono in molti, tra i mugugni, ad Agraria.

La vicenda di Minaba Tech viene collegata ad un altro spin off ben più pubblicizzato dal Rettorato. Non è ancora un prodotto sul mercato il Gluten Friendly, che ha originato lo spin off New Gluten World, la società costituita dall’Università di Foggia, Molino Casillo SpA e dalla ricercatrice Carmen Lamacchia, per promuovere a livello mondiale la metodologia gluten friendly TM, il cui brevetto italiano (n. 0001414717) rilasciato nel 2015 è stato esteso ed è in via di concessione in 105 Paesi.

Ad oggi il brevetto frutto di quella ricerca datata 2012 non ha ancora generato un prodotto commercializzabile, nonostante tutti i premi ricevuti tra cui quello del settembre 2016 nell’ambito della Giornata nazionale dell’innovazione organizzata dal CODEC, presso il Quirinale e i finanziamenti privati, pari ad oltre 1,6 milioni di euro, ottenuti in questi anni e gestiti nei laboratori dell’Unifg. Nel brevetto dei professori Lamacchia, Di Luccia e Gianfrani non fu dimostrata la detossificazione del glutine né c’è mai stato un paziente celiaco a cui è stata somministrata pasta o pane o biscotti prodotti con quella tecnologia.

Più di un anno fa uno studio pubblicato sulla rivista Food and Chemical Toxicology e firmato tra gli altri da due dei ricercatori che avevano studiato il Gluten Friendly insieme a Lamacchia, ossia Carmen Gianfrani del Cnr e Aldo Di Luccia dell’Unifg, aveva messo in dubbio l’efficacia della tecnologia “Gluten Friendly”. La notizia era stata ripresa anche dal Fattoalimentare. Da quel loro paper emergeva che il trattamento con le microonde renderebbe innocuo il glutine soltanto in apparenza, porzioni di glutine infatti si nasconderebbero così da scatenare comunque reazioni immunitarie nei celiaci. I villi intestinali dei pazienti celiaci insomma verrebbero comunque colpiti.

Ed è proprio su questo punto, che verte da anni la ricerca sul Gluten Friendly, che ancora non è diventato il prodotto rivoluzionario da supermercato tanto annunciato. Dopo alcune sperimentazioni in Inghilterra presso l’Università di Roehampton dove un numero ristretto di pazienti affetti da celiachia aveva provato a mangiare per brevi periodi pane realizzato con la farina “Gluten Friendly“, lo spin off ha commissionato un’altra ricerca medica all’equipe del primario di Gastroenterologia di Casa Sollievo della Sofferenza a San Giovanni Rotondo, il dottor Angelo Andriulli, autore di 379 pubblicazioni su riviste internazionali e top doctor mondiale nella diagnosi e nella terapia di malattie del fegato, dell’apparato digerente e del pancreas, in particolare di cirrosi epatica, colite e diarrea cronica.

Secondo rumors, però, sembrerebbe che un primo ciclo di sperimentazioni e prove mediche abbia avuto esito negativo per il Gluten Friendly. I villi intestinali malati rispondono negativamente al glutine detossificato con quella tecnologia. Gli esami sono da ripetere.