Seminario sugli appalti nel pomeriggio di Libera. Piccole e grandi opere costituiscono un’ottima porta di ingresso per le mafie, attraverso meccanismi legali e illegali, dal massimo ribasso alla corruzione. Come il nuovo codice degli appalti interviene in questo panorama? Quali strategie di misurazione del fenomeno e dunque di attivazione di anticorpi capaci di debellarlo?
Di questo si è parlato all’Itis Altamura nell’incontro moderato da Leonardo Ferrante. Progettazione e programmazione spesso sono costruite ad hoc per incarichi drogati.
Gli atti sono a posto, ma la gara è redatta per aggirare le regole o per far vincere imprese già prescelte a monte. Lucio Picci dell’Università di Bologna ex membro del comitato scientifico di Consip approccia il problema con tecniche zen.
“Per occuparsi di qualcosa bisogna occuparsi d’altro, per sconfiggere la corruzione bisogna parlare di buon governo”. L’amministrazione pubblica deve garantire l’accountability ossia la rendicontabilità e la leggibilità degli atti.
“In Italia c’è poca trasparenza, sugli appalti vorremmo avere delle informazioni dettagliate su ogni singolo appalto ed acquisto. Perché no se sono soldi pubblici? In Italia i dati sono tutti sotto chiave. Il garante per la privacy è uno dei più seri problemi di questo paese, che si traduce in una pletora di moduli”, ha spiegato il docente. La privacy a suo avviso è alleata agli interessi più oscurantisti. “Una battaglia da fare è chiedere che siano liberati i dati. Dovremmo stabilire che quello che fa l’amministrazione pubblica non deve seguire nessuna privacy. In Ecuador si fanno meno paturnie di noi sulla privacy.
Leggibilità significa che non basta avere solo tutti i dati su internet, ma occorre strutturarli per trovare un senso all’appalto per riuscire ad avere un collegamento sui fatti”. Molto concreto l’intervento del procuratore antimafia Renato Nitti, che ha lavorato a lungo sui reati della pubblica amministrazione.
“Sento lo Stato dalla mia parte, ma quando mi occupavo di corruzione passavo la maggior parte del mio tempo a difendermi. In questo momento è difficilissimo condurre quel tipo di indagine. Occuparsi di reati sulla pubblica amministrazione è un gioco dell’oca”. Esistono numerosi trabocchetti criminologici, i cosiddetti white collar crimes. Il circuito della corruzione si annida soprattutto nella esternalizzazione dei servizi o nei ribassi spropositati che rendono impossibile ottemperare i contratti.
“Col massimo ribasso ti sei già messo prima nelle condizioni di non rispettare il contratto. Quello su cui bisogna dire di più è la Sanità.
Su 6700 denunciati 3200 sono nella sanità, dove ci sono importi straordinari. Nella sanità si gioca con le assunzioni, con gli incarichi e con le commesse. La lottizzazione politica condiziona quasi tutte le nomine della sanità. Tutte le scelte a valle potrebbero essere condizionate.
Perché il politico fa tutto questo? Per denaro? Qualche volta. Ma spesso farà tutto questo perché la moneta più preziosa che può chiedere all’imprenditore sono le assunzioni”.
Chi verrà assunto è complice, secondo il magistrato. “La coscienza critica non passa solo da una decisiva manifestazione di piazza, ma anche da un rapporto diverso con i politici. Se un politico si impegna per trovarvi un lavoro avrà fatto qualcos’altro per garantire favori a qualcun altro. Siete un tassello piccolino del mosaico in cui si sta giocando la partita della corruzione”.
Al massimo ribasso, si chiama il corto proiettato durante il seminario. Come stanare la corruzione? Quando uno dei soggetti parla e denuncia. Cosa rara. Con le intercettazioni, che si possono usare in maniera più ampia per la corruzione. O con l’agente provocatore, una misura molto sponsorizzata da Piercamillo Davigo.