Si parla di “disegno criminoso” nelle carte della Procura di Foggia relative alla chiusura delle indagini per gli esami taroccati nella facoltà di Economia Aziendale a Foggia. Nel mirino degli investigatori, due solutrici (Anna Laura di Biase classe ’74 e Valeria Lucia Russo classe ’71) e tredici studenti foggiani. Un sistema di favori incentrato su WhatsApp, nota chat di messaggi utilizzata durante le prove scritte da alcuni studenti che giravano le tracce ricevendo in cambio le soluzioni. Nei documenti emerge che la di Biase “in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, svolgeva a favore di: Didonna Gianluca, iscritto alla facoltà di Economia Aziendale e Professioni/Consulenza Aziendale dell’Università di Foggia, i quesiti (ricevuti dallo studente tramite l’applicativo WhatsApp) della prova scritta dell’esame di “Matematica Finanziaria”, fissata per il 27 ottobre 2015 consentendo, in tal modo, al Didonna di superare l’esame con il voto complessivo di 28/30”. Favori anche a Vece Marta, iscritta alla facoltà di Economia Aziendale e Professioni/Consulenza Aziendale, dell’Università di Foggia, per risolvere i quesiti dell’esame di “Economia Politica 2” (ricevuti dalla studentessa tramite l’applicativo WhatsApp) sostenuto il 26 ottobre 2015 consentendo, in tal modo, alla candidata di superare l’esame con il voto complessivo di 21/30”.
E ancora: “Russo Giuseppe, iscritto all’Università degli Studi di Foggia, Facoltà di Economia e Commercio” che avrebbe ricevuto “l’aiutino” per la “traccia del compito scritto (ottenuta sempre su WhatsApp) dell’esame di “Matematica Finanziaria I” fissato per il giorno 15 dicembre 2015, consentendo in tal modo al Russo di superare l’esame con il voto complessivo di 30/30”. Tra gli indagati anche “Borgese Giuseppe (figlio dell’ex membro del CdA dell’AMIU a Foggia, Francesco Borgese), iscritto all’Università degli Studi di Foggia, Facoltà di Economia Analisi Economica”. Per lui l’aiuto è giunto per la “traccia del compito scritto (ricevuta nella solita chat) dell’esame di “Economia Industriale” sostenuto il 22 dicembre 2015, consentendo in tal modo al Borgese di superare l’esame con il voto complessivo di 20/30″.
Tra gli indagati, come preannunciato, c’è anche Massimiliano Landella, figlio del sindaco di Foggia. Stando alle carte della Procura, il giovane, “nel corso della prova scritta dell’esame di “Istituzioni di Economia” sostenuta il 26 maggio 2016 presso l’Università degli Studi di Foggia, Corso di Laurea in Economia Aziendale, inviava all’insegnante privata di Biase Anna Laura, tramite l’applicativo WhatsApp, la traccia del compito e riceveva, con la medesima applicazione, la soluzione ai quesiti, presentando in tal modo come suo l’elaborato della predetta prova di esame che superava con il voto complessivo di 18/30”.
Per il primogenito del sindaco spunta anche un altro caso. “Nel corso della prima prova scritta di esonero dell’esame di “Matematica Generale” sostenuta il 12 dicembre 2015 presso l’Università degli Studi di Foggia, Corso di Laurea in Economia Aziendale, Landella inviava all’insegnante privata Russo Valeria, tramite l’applicativo WhatsApp, la traccia del compito e riceveva, con la medesima applicazione, la soluzione ai quesiti, presentando in tal modo come suo l’elaborato della predetta prova che superava con il voto di 14+2”.
L’inchiesta rientra nel filone d’indagine che portò alla sospensione del giudice foggiano, Michele Cristino accusato di favori ad alcuni candidati per il superamento degli esami per dottori commercialisti ed esperti contabili, di recente rinviato a giudizio.
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