“Pacchi di soldi” e conflitti con Curci, le carte che inchiodano Sannella. “Continuo ricorso a fondi occulti”

“Continuo ricorso a forme di finanziamento occulto e promotore dell’attività di riciclaggio. Solo il carcere può evitare la reiterazione del reato”. Con queste parole il gip, Giulio Fanales ha evidenziato il ruolo centrale del patron del Foggia Calcio arrestato stamattina, Fedele Sannella nella gestione dei versamenti illeciti a giocatori e staff del club rossonero. Nelle 46 pagine dell’ordinanza, è ricostruito tutto il sistema dei pagamenti e i ruoli all’interno della società.

Sannella è stato arrestato “perché – si legge nelle carte del giudice -, in concorso con Massimo e Nicola Curci, in tempi diversi e in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, riceveva da Curci Nicola (che l’aveva a sua volta ricevuta da Curci Massimo) la somma complessiva di 378.750 euro e la impiegava attraverso la corresponsione di somme in nero agli atleti, allenatori, procuratori e attraverso vari pagamenti funzionali alla gestione della società calcistica, in tal modo ostacolando l’identificazione della provenienza delittuosa del denaro. Inoltre Curci Massimo impiegava nel calcio la ulteriore somma di euro 1.600.000,00 provento dei medesimi reati prima indicati”.

IL MANOSCRITTO

“L’appunto manoscritto, sequestrato a carico del Curci Ruggiero Massimo, fornisce, invece, l’elenco degli importi in denaro contante consegnati nelle mani di tale “Fedele” (da intendersi Sannella Fedele), con le date delle relative dazioni, per un importo globale di euro 328.750,00”.

Il 3 maggio 2017 Curci Ruggiero Massimo inviava due sms, tramite l’applicativo Whatsapp, a Dellisanti Roberto Pierre Jean, amministratore delegato della Foggia Calcio s.r.l. Nei messaggi, il Curci Ruggiero Massimo dava atto di “versamenti” (da intendersi regolari) per Euro 1.235.000,00 e di “altri versamenti” (da intendersi in nero) per Euro 328.750,00.

Dalla disamina della contabilità della Esseci s.r.l. (società controllante del Foggia, ndr) è emerso, pertanto, il versamento nelle casse sociali, da parte di Curci Ruggiero Massimo, dell’importo complessivo pari ad Euro 351.000,00, a titolo di “finanziamento soci”, per il periodo compreso tra il 22.06.2015 ed il 10.06.2016, con riguardo alla stagione calcistica 2015/2016″.

LA RETRIBUZIONE IN NERO DEI CALCIATORI

La ricostruzione del gip appare molto dettagliata e fornisce date ed episodi relativi a scambi di denaro: “Il 27 ottobre 2016, Curci Nicola, fratello del Curci Ruggiero Massimo, inviava a quest’ultimo via telefono cellulare alcune fotografie di fogli manoscritti. Tali appunti recavano un elenco di sportivi tesserati con la Foggia Calcio s.r.l., per ciascuno dei quali si indica l’importo di denaro consegnato, con dazione da intendersi avvenuta in contanti, stante l’assenza di ogni evidenza contabile. Il prospetto, peraltro, dà conto anche della provenienza delle somme da “Max Franc Io” (da intendersi Curci Ruggiero Massimo – Sannella Francesco Domenico – Sannella Fedele).

I manoscritti sono redatti su carta intestata della ditta Tamma: si tratta della Francesco Tamma s.p.a., partecipata in via maggioritaria dalla Satel s.r.l., i cui soci sono proprio i fratelli Sannella, Fedele e Francesco Domenico.
Fra i soggetti beneficiari del denaro contante figurano, tra l’altro, i seguenti nomi:??

Curci Ruggiero Massimo, in sede d’interrogatorio di fronte al Pubblico Ministero in data 16 dicembre 17, ha riferito quanto segue. L’appunto in sequestro, intitolato “Contanti soldi dati a Fedele”, proveniva dalla mano del Curci stesso e riportava il denaro da lui corrisposto in contanti a Sannella Fedele, a seguito delle continue pressioni da parte di costui, il quale affermava di necessitare di tali importi per spese relative al Foggia Calcio, quali gli esborsi conseguenti ai lavori presso lo stadio, il pagamento dei fornitori e la periodica corresponsione degli stipendi ai calciatori. Le forti insistenze in questo senso, da parte del Sannella, provocavano anche alcuni litigi fra il medesimo ed il Curci Ruggiero Massimo: costui si cautelava, malgrado le resistenze del Sannella, ottenendo alcune fotografie, scattate dal fratello Curci Nicola e ritraenti i fogli della contabilità delle spese in nero, conservata dal Sannella in un armadietto all’interno della sala destinata alle assemblee della società Foggia Calcio”.

E ancora: “I manoscritti, redatti su carta intestata della ditta Tamma, recanti la dicitura “Max — Franc — Io” ed un elenco di sportivi tesserati con la Foggia Calcio s.r.l., per ciascuno dei quali é indicato un importo di denaro, risultavano redatti da Sannella, da identificarsi nel soggetto indicato come “Io” nella predetta dicitura. Curci Ruggiero Massimo prelevava pressoché mensilmente, dai propri conti correnti, le somme da corrispondere al Sannella, per la maggior parte provento dell’attività professionale volta a consentire a terzi l’evasione fiscale. La consegna materiale del denaro al Sannella avveniva, per lo più, ad opera del Curci Nicola; in casi sporadici, il Curci Ruggiero Massimo vi provvedeva personalmente”.

FAR SPARIRE CONTABILITÀ EXTRABILANCIO

Emblematico il passaggio dell’ordinanza relativo al periodo subito successivo ai controlli delle forze dell’ordine a carico di Curci: “In seguito alla perquisizione subita da Curci Ruggiero Massimo nel mese di maggio dell’anno 2017, Sannella chiedeva informazioni in proposito a Curci Nicola, rivelando successivamente a quest’ultimo di avere fatto sparire tutta la documentazione relativa alla contabilità extrabilancio”.

Curci Nicola, in sede d’interrogatorio di fronte al Pubblico Ministero in data 18 dicembre 2017, ha riferito quanto segue. “Sannella Fedele, asserendo di avere la necessità di denaro per la gestione extrabilancio del Foggia Calcio ed in particolare per le spese di manutenzione ed il pagamento degli allenatori, dei calciatori e dei procuratori, otteneva da Curci Ruggiero Massimo la corresponsione di somme in contanti, con cadenza periodica, per l’anno 2016 ed i primi tre mesi del 2017. Ogni dazione aveva ad oggetto un importo quasi mai inferiore ad Euro 25.000,00, in banconote da Euro 20,00, Euro 50,00, oppure Euro 100,00″.

Nella ricostruzione, il gip scrive ancora: “Curci Nicola riceveva il denaro dal fratello e lo consegnava al Sannella, custodito in una busta con elastico, presso lo stadio, all’interno della stanza destinata ai dirigenti o del locale adibito alle riunioni dei soci. In due occasioni, ragioni di sicurezza suggerivano al Curci Nicola di farsi accompagnare nel viaggio da un amico, F.M., al quale veniva riferito in modo generico l’incombente programmato, ossia la consegna di denaro a Sannella Fedele.

Ogni calciatore sentito, pur avendo escluso di avere mai ricevuto parte della propria retribuzione in una diversa dal bonifico bancario, non era in grado di dare alcun tipo di spiegazione di fronte agli appunti manoscritti di cui sopra, recanti l’elenco degli sportivi tesserati con la Foggia Calcio s.r.l., con l’indicazione per ciascuno dell’importo di denaro consegnato.

L’odierno indagato Sannella sentito dalla Polizia Giudiziaria il 9.11.17 in qualità di persona informata sui fatti, rendeva dichiarazioni a sé favorevoli, come tali certamente utilizzabili in sede. Il Sannella negava di avere in alcuna occasione ricevuto da Curci Ruggiero Massimo somme in contanti, per il finanziamento della Esseci s.r.l. o Calcio s.r.l., ovvero per spese collegate alle stagioni calcistiche, ma non era in grado di dare alcuna spiegazione in merito all’appunto manoscritto, a carico del Curci Ruggiero Massimo, recante l’elenco degli importi in denaro contante consegnati con le date delle relative dazioni, per un importo globale di Euro 328.750,00.

Sannella negava, altresì, di avere in alcun caso effettuato pagamenti in nero in favore di soggetti tesserati della società sportiva Foggia Calcio e di non essere l’autore dei manoscritti, redatti su carta intestata della ditta Tamma, recanti la dicitura “Max Franc Io”. Sannella relegava tali documenti ad una sorta di prospetto previsionale inerente alle spese future, in relazione alla gestione della società sportiva: trattasi di una versione del tutto inverosimile, in quanto viene in evidenza l’indicazione di somme talmente specifiche da essere incompatibili con un quadro meramente progettuale”.

IL REATO

Il gip scrive che “Sannella risponderebbe del reato di autoriciclaggio, per avere tenuto la condotta volta ad ostacolare la provenienza delittuosa del denaro in concorso con Curci Ruggiero Massimo. In altri termini, il Sannella sarebbe chiamato a rispondere del reato di cui all’art. 648 ter.l c.p., quale concorrente estraneo nell’autoriciclaggio commesso da Curci Ruggiero Massimo, titolare della qualifica soggettiva richiesta dalla norma, in quanto autore dei delitti”.

L’ESIGENZA CAUTELARE

Per il gip Fanales “c’è un continuo ricorso a tale forma di finanziamento occulto” da parte di Sannella. “D’altronde, a fronte di un’esigenza così stringente di prosecuzione dell’attività criminosa, non paiono allo stato esistere ostacoli di sorta. Se è vero, infatti, che il Curci Ruggiero Massimo si trova attualmente sottoposto agli arresti domiciliari, è altrettanto vero che il patrimonio accumulato dal predetto a mezzo delle indebite compensazioni risulta ben maggiore rispetto alla somma finora riciclata, con la conseguente alta probabilità di un’ulteriore attività di riciclaggio, ancora una volta posta in essere dal Sannella con l’ausilio del Curci Nicola, tuttora libero. Esiste, dunque, il concreto pericolo di reiterazione del reato.

L’unica misura in grado di contrastare efficacemente un simile pericolo è rappresentata dalla custodia in carcere. Il Sannella avanza continue pretese di consegna periodica del denaro di provenienza delittuosa e tiene personalmente la contabilità delle spese in nero, sostenute grazie al capitale illecito così ottenuto. Egli, dunque, si fa addirittura promotore dell’attività di riciclaggio presso gli autori dei reati tributari. Lo stesso, non appena appreso della perquisizione in corso presso i locali nella disponibilità di Curci Ruggiero Massimo, provvede a trovare un nuovo nascondiglio per la contabilità extrabilancio del Foggia Calcio. Egli, dunque, approfitta di ogni margine di movimento lasciato dall’intervento dell’autorità inquirente per mettere al sicuro gli strumenti necessari alla prosecuzione indisturbata delle operazioni volte al riciclaggio”.

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