Il potente direttore di Confartigianato Nicola Di Franza, ex assessore al Comune di Foggia, ha avuto incontri con il segretario regionale di Forza Italia Gino Vitali al Terzo Millennio a Foggia e a Roma con l’amico Mario Valducci tra i fondatori – nel 1994 – di Forza Italia, sottosegretario del ministero dello Sviluppo economico dal 2001al 2006 e deputato dal 2008 al 2013 con incarico di presidente della commissione Trasporti.
Non è un mistero che Silvio Berlusconi stia cercando di candidare nelle sue liste un 30% di uomini e donne della società civile, da reclutare nelle organizzazioni di categoria e nel mondo accademico. Ma il direttore della Luiss Giovanni Lo Storto, secondo fonti confindustriali, avrebbe rifiutato l’offerta azzurra per il listino camerale. Sarà della partita invece Vincenzo Pepe presidente nazionale di FareAmbiente.
“Di gente di Forza Italia ne conosco tanta pure in quel di Roma, ma non credo di avere più l’età per il Parlamento. Non sto dicendo di non avere avuto contatti, ci siamo sentiti con delle persone, ho delle frequentazioni con alcuni esponenti di partito. Si parla, io parlo con tutti, ma da noi, richieste specifiche non ce ne sono state, il centrodestra ha dei tavoli aperti. Non sto facendo lo gnorri, che io mi possa incontrare con qualcuno è verosimile, conosco gente un po’ da tutte le parti, ma da qui ad essere candidato…”, così si esprime a l’Immediato Di Franza, che ben conosce lo schema del toto nomi.
“La sensazione è che il vento spiri a destra, anche se c’è l’incognita dei Cinque Stelle”, ratifica. Ci sono imprenditori che potrebbero decidere di scendere in politica? Il presidente della Camera di Commercio, in scadenza, Fabio Porreca, potrebbe rischiare nel collegio uninominale col centrosinistra? La sua sentenza è secca. “Non lo so, non so dare una risposta, di nomi se ne fanno tanti, può darsi pure che Fabio abbia intenzione, ma con me non ne ha parlato, sono sincero. So che le liste le fanno a Roma per il Pd e ad Arcore se le fa il presidente, ma la verità è un’altra, la società civile non è sempre stata espressione di una buona politica, alcune esperienze non sono state edificanti. La politica è una cosa seria, forse la tanto deprecata Prima Repubblica una classe dirigente ce l’aveva, non ci si improvvisava. Quando si andava al Pantheon a fare un’attività di lobbing per chiedere di firmare un emendamento, erano più preparati. Oggi non è più così. I più tartassati sono sempre i cittadini, l’ultima dimostrazione è stata la vicenda del sacchetto. La politica dovrebbe essere ampio respiro, dovrebbe pensare all’occupazione, a diminuire le tasse, a semplificare delle leggi, dove c’è troppa burocrazia c’è sempre corruzione”.
Secondo Di Franza questa legislatura ha fatto qualcosa. Ma servirebbe a suo avviso una maggiore vigilanza aperta sul sistema bancario. “L’accesso al credito è ancora un fatto troppo risicato. L’economia è fatta dalle piccole imprese manifatturiere, si dice che la ripresa sia partita, ma affinché arrivino i benefici dal Nord Est qui da noi ci vorranno almeno 12 mesi. Politica significa fare, non è solo essere capaci di prendere 1000 voti. Serve capacità di applicazione, ci vuole una classe dirigente illuminata, che abbia capacità oggettive. Invece assisteremo tra un po’ in tutte le tv alla liturgia elettorale, la gente si è stufata”.
È schietto nei suoi auspici. “Mi auguro che vinca chi fa gli interessi dell’Italia e del popolo italiano e delle imprese. Il popolo sa votare, basta guardare ai referendum del 1987 o anche all’ultimo del 2016. Mi auguro che si voti con raziocinio, senza salto nel buio, mi riferisco a tutta la classe dirigente. Oggi nel nostro territorio c’è una maggioranza di peones, abbiamo bisogno di gente capace, che voglia fare”.
Non esclude nessuna possibilità in conclusione. “Le vie del Signore possono essere infinite, ma penso di più all’organizzazione, alla Confartigianato. Nel periodo di Natale, si sono iscritti tanti imprenditori di peso, ma io rispetto tutti, piccoli, medi e grandi. Nel 2018 ripartiamo da loro”.