
Lo scorso primo dicembre il Meetup Movimento 5 Stelle Foggia ha scritto alla Provincia, all’Arpa Puglia e alla Procura della Repubblica per avere notizie sulla procedura di Via relativa al progetto di un impianto per la produzione di gessi di defecazione a partire da matrici biologiche selezionate da realizzarsi in località Passo Breccioso da parte della ditta proponente Tulipano srl. L’Immediato si è già occupato della vicenda accogliendo la denuncia del presidente del Comitato Passo Breccioso Domenico Morea, il quale insieme ad altri residenti e proprietari di terreni, tra cui le sue due cugine, è stato contattato dall’impresa toscana per una servitù. Alla sua famiglia è stata anche avanzata una proposta, ossia quella di vendere le proprie proprietà a prezzi ben al di sotto di quelli di mercato.
I pentastellati, capitanati dalla consigliera regionale Rosa Barone, hanno deciso di difendere gli agricoltori e i residenti della zona nella loro battaglia, con una dettagliata lettera. “L’impianto per la produzione di gessi di defecazione a partire da matrici biologiche selezionate, che altro non sono che rifiuti speciali ovvero fanghi derivanti dalle acque nere della depurazione civile ed industriale, è a tutti gli effetti un nuovo impianto che tratta rifiuti speciali ed è classificato come industria insalubre di prima classe ai sensi del decreto ministeriale del 5 settembre del 1994”, si legge nella loro missiva in esordio.
Si citano diversi casi come quello della Coimpo di Adria o della Kyklos in provincia di Latina, dove si sono verificati dei decessi dovuti a inalazione di acido solfidrico. Secondo un documento sanitario regionale toscano, l’esposizione ad elevate concentrazioni di tale acido determinerebbe un ampio spettro di effetti su diversi organi bersaglio. Dall’irritazione oculare all’edema polmonare, fino al delirio e alle convulsioni, oltre a problemi sul sistema vascolare.
Non è una mera questione da sindrome di Nimby per i pentastellati, dal momento che l’impianto della Tulipano srl sorgerebbe proprio accanto al grande e complesso impianto di trattamento di rifiuti solidi urbani, dalla capacità di 450-500 tonnellate al giorno. Un impianto, il biostabilizzatore di Amiu Puglia, che ricordano i grillini, non riesce a sopperire alle esigenze di trattare 500 tonnellate al giorno di rifiuti che si stanno concentrando quasi da tutta la provincia. Nella stessa località inoltre vi sono numerose discariche esaurite. Il Movimento si chiede se sia il caso di dare l’ok ad un impianto che nascerebbe in un’area già fortemente inquinata e mai bonificata, dove insiste una indagine della magistratura. Un’area che per effetto degli impatti cumulativi ambientali finirebbe col diventare irrecuperabile.
La procedura autorizzativa della Tulipano d’altronde dura ormai da anni, dal 18 agosto del 2014. “Suscita perplessità e stupore la scelta del sito sul quale la Tulipano srl vuole svolgere la propria attività, ma ancor più imbarazzante e grave è il parere positivo espresso dall’amministrazione comunale di Foggia alla realizzazione dell’impianto, la quale ha superficialmente interpretato sua il concetto di prevenzione sia la strategia di gestione del rischio o per meglio definire il principio di precauzione”, scrivono gli attivisti, che sottolineano la vicinanza del fiume Cervaro, distante solo 850 metri in linea d’aria, e già oggetto delle loro indagini ambientali oltre che di un esposto in Procura.
“I cittadini di Foggia devono essere informati ed avere la possibilità di esercitare il loro diritto di partecipazione ed espressione su una vicenda che ha tutte le potenzialità di stravolgere e mettere in serio pericolo non solo la qualità della vita, l’ambiente e l’economia, lo sviluppo e la salute di un intero territorio e delle popolazioni che lo abitano, ma di porre delle pregiudiziali serie su quella che sarà la vita e la crescita delle generazioni future”, proseguono nella loro lettera.
Sono almeno 6 le ragioni che indurrebbero a bocciare il progetto in Commissione Via in Provincia, sotto la guida dall’architetto Stefano Biscotti. I pentastellati le analizzano nel dettaglio. Anzitutto c’è lo stato attuale delle risorse idriche, non si dimentichi infatti che è fatto divieto ai residenti di emungere l’acqua nei pressi della discarica di Passo Breccioso. Il sito ha valori molto elevati di BOD così come risulta carico di azoto. Le acque sotterranee risultano non potabili e nella mappa dei comuni pugliesi classificati a rischio idrogeologico quella area risulta classificata a rischio idraulico. Nello studio geologico allegato al progetto si sostiene che il sito ricade in zona permeabile, in una superficie in cui non mancano coltivazioni biologiche di pregio. Infine all’ultimo punto, ma non meno importante, nei pressi dell’area di stretta pertinenza dell’intervento si individua pure il tracciato di un tratturo.
Se questi dubbi non bastassero, il Movimento ne aggiunge di altri anche in ordine alla società che realizzerebbe l’impianto. “Chi si nasconde dietro la Tulipano srl che ha un capitale sociale di sole 10mila euro? La Tulipano ha dichiarato il falso quando dice che il trattamento dei fanghi finalizzato a produrre gesso di defecazione non necessita di iscrizione al REACH, il Registro Europeo dei Produttori di Composti Chimici, dal momento che il gesso viene prodotto attraverso una reazione chimica di sintesi fra ossido di calcio e acido solforico con produzione di solfato di calcio-gesso”.
Risale al 18 dicembre scorso l’ultimo incartamento prodotto dall’azienda e consegnato alla struttura del dirigente Biscotti. In un passo emerge che “il gestore concorderà con il Comune di Foggia idonee misure di compensazione per la realizzazione di azioni di miglioramento della qualità ambientale, da realizzarsi nelle aree con termini, con priorità agli interventi di bonifica e/o messa in sicurezza, proporzionate ai ricavi previsti per l’impianto in esercizio”.
Ma secondo gli attivisti del M5S, il rischio supera di gran lunga il beneficio. Non ci sono compensazioni che tengano, benché il Comitato Passo Breccioso sia stato avvicinato dall’impresa e abbia avuto anche un colloquio con l’assessore all’Ambiente, Francesco Morese.