di MICHELE CIRULLI
Ad aggravare la posizione di Gerardo Biancofiore, il presidente dell’ANCE Puglia arrestato il 31 ottobre per induzione alla corruzione, ci sono degli sms e dei messaggi su Telegram che l’imprenditore avrebbe mandato non solo al sindaco di Cerignola, Franco Metta, di cui avrebbe voluto ammorbidire la posizione rispetto all’appalto del VI lotto di discarica, ma che ha inviato anche a Rocco Bonassisa, il socio dell’ATI creata per manifestare interesse rispetto ai lavori.
L’appuntamento. Bonassisa, Biancofiore e Metta avrebbero dovuto incontrarsi il 14 dicembre 2016. La settimana prima, però, precisamente il 7 dicembre, Bonassisa si presenta in Comune con un pacco di biscotti “imbottiti”. Prima di entrare a Palazzo di Città, incontra un presunto emissario di Biancofiore. “Tonino” gli consegna il pacco con i soldi. Bonassisa entra in Comune. Metta, che lo conosceva per motivi professionali, lo chiama per nome e gli fa notare che l’appuntamento era fissato alla settimana successiva. “Non ti preoccupare, volevo solo farti gli auguri di Natale”, aggiunge Bonassisa. Che gli allunga la scatola di biscotti natalizi.
La scoperta. Nella stanza del sindaco ci sono il capo di gabinetto Salvatore Amato, l’assessore allo Sport Carlo Dercole, Metta e la sua segretaria particolare, Ilda Cuocci. Dercole, su invito di Metta, apre la scatola di biscotti e fa la scoperta: una bustina con dentro del denaro: la prima è una banconota da 500 euro. Metta, “andato su tutte le furie” decide di chiamare la polizia e i carabinieri.
Le telefonate. Metta cerca di chiamare Bonassisa sul suo cellulare, ma non riesce a recuperare il numero. Così avverte il presidente del consiglio di amministrazione di SIA, Giuseppe Devenuto, e l’allora direttore generale Michele Centola. Dal primo recupera anche il recapito telefico di Bonassisa, che in un primo momento non risponde. Dunque contestualmente la chiamata a polizia e carabinieri. Dopo qualche ora Bonassisa richiama Metta, che lo accusa.
Gli sms di Biancofiore a Metta. Dopo chiamate senza risposta, intorno alle 15:30 del 7 dicembre, è Biancofiore a chiamare Metta, che gli contesta il contenuto dei “biscotti alla crema”. Biancofiore non sembra sorpreso. A qualche minuto dalla telefonata, al sindaco arriva il primo sms del presidente dell’Ance: “Scusami Franco io rientro lunedì che posso fare? Grazie”. Metta risponde seccamente: “Nulla”. Biancofiore replica: “Ti prego non stare sempre arrabbiato con me”. Dopo un’ora, intorno alle 16:30, Biancofiore scrive nuovamente a Metta: “Scusa Franco, mi scuso se vuoi rientro da Milano, non sono tranquillo. Dimmi tu”. Sono questi gli sms che aggravano la posizione di Gerardo Biancofiore, che davanti ai pm ha sostenuto di non sapere nulla della presunta mazzetta nei biscotti. A smentirlo, secondo l’accusa, anche altri messaggi condivisi con il socio Rocco Bonassisa, a cui il presidente ANCE imputa anche l’idea di partecipare al progetto di finanza per la costruzione del VI lotto.
Il progetto. I due – Biancofiore e Bonassisa – avevano manifestato informalmente la loro intenzione di sottoporre al consiglio amministrazione di SIA e al consorzio presieduto dal Metta una proposta di finanza di progetto per la realizzazione e successiva gestione del sesto lotto della discarica di rifiuti urbani, da realizzarsi presso l’impianto SIA, in contrada Forcone-Cafiero; il Metta aveva invitato i due a rappresentare la loro intenzione in forma scritta e a indirizzarla al consiglio di amministrazione di SIA, come in effetti era avvenuto. In effetti di lì a qualche giorno il presidente e il direttore generale di SIA avevano sottoposto al Metta una manifestazione di interesse a formulare la proposta nei termini informalmente comunicati al Metta, proveniente da una costituenda associazione temporanea di imprese di cui avrebbero fatto parte l’azienda del Bonassisa, quella del Biancofiore e un terzo soggetto. Tale richiesta era stata sottoposta dal Metta al consiglio di amministrazione di SIA e all’assemblea dei sindaci del consorzio, che unanimemente avevano autorizzato la presentazione della proposta; tuttavia, su richiesta formale del Metta, il consiglio di amministrazione di SIA e l’assemblea avevano deciso di avviare trattative con diversi istituti bancari allo scopo di accedere al credito e realizzare direttamente il sesto lotto senza ricorrere a privati; era stata predisposta tutta la documentazione necessaria a ottenere il mutuo bancario.
La versione di Bonassisa. Ai magistrati, invece, Bonassisa ha riferito che sarebbe stato proprio Biancofiore a spingere per l’ingresso nel business dei rifiuti ed inoltre avrebbe pressato per “omaggiare” il sindaco con un regalo da 30/40 mila euro per ammorbidirlo anche su eventuali progetti futuri. La zona di Cerignola, riferisce Bonassisa ai magistrati, per lui è sempre stata off limits a causa della criminalità: ma ad assicurargli che tutto sarebbe andato per il verso giusto, aggiunge, è lo stesso Biancofiore. Da come quest’ultimo parlava, riferisce Bonassisa ai magistrati, sembrava che tra Biancofiore e Metta stesso vi fosse già un accordo. Smentito poi nel giorno della consegna della mazzetta.
Gli altri sms tra Bonassisa e Biancofiore. Quando il 7 dicembre, intorno alle 15:30, dopo aver lasciato i biscotti a Cerignola (ore 14:10), Bonassisa ritorna a Troia e prende in mano il cellulare, si accorge di alcune chiamate senza risposta. Ricompone il numero e dall’altra parte c’è Metta, che ha appena scoperto il contenuto della scatola di biscotti: “Ma sei pazzo? Con chi ti credi di avere a che fare”, grida l’avvocato dall’altra parte del telefono. Alle 15:10 del 7 dicembre, Gerardo Biancofiore invia un messaggio a Rocco Bonassisa: “Tutto ok?”, gli chiede. Dall’altra parte la risposta è negativa: “Per niente!! Devi tornare URGENTEMENTE!!!!”. “Cioè, cosa è successo? Cosa ti ha detto?”, incalza Biancofiore. Bonassisa replica di “aver fatto”, ma che Metta lo ha chiamato subito dopo incavolato “come una bestia”, apostrofandolo come “pazzo”. Prima di concludere: “Devi mettere pezze… ma subito a mio avviso prima torni e parli e più speranze abbiamo di mettere una pezza”.