Tiene banco il caso delle “maestre violente” a Biccari. I legali fanno muro, proclamando l’innocenza delle loro assistite e chiedendo l’immediata rimessa in libertà. Lo rimarcano gli avvocati di Maria Concetta Stampone, Ernesta Salandra, Lucia Saldarelli e Marianna Bimbo, le quattro donne finite agli arresti per presunti maltrattamenti nelle aule dell’istituto comprensivo “Paolo Roseti” di Biccari, a seguito della denuncia del papà di un alunno. Al gip che nell’ordinanza ha parlato di “indole malvagia” delle maestre, i legali replicano evidenziando un paradosso: le famiglie dei bambini già rivogliono le loro insegnanti. “Questa storia è una barzelletta clamorosa – ci spiega uno degli avvocati -. I genitori sono arrabbiatissimi per il danno subito. Se queste sono le accuse finirebbero sotto processo il 99% delle maestre”. Inoltre, uno dei quattro ragazzi “vittima” delle violenze, sarebbe un noto “bulletto”, già pizzicato in passato con un coltello in classe. Nel mirino dei legali il ruolo ricoperto nelle indagini da un carabiniere, padre di un’alunna, che circa un anno fa ebbe un dissidio con la Saldarelli. Si parla anche di travisamenti delle intercettazioni. “Quel ‘ti devo sconciare’ un po” nel dialetto biccarese significa solo che ‘ti voglio svegliare”. Frasi benevole, insomma, affatto umilianti secondo gli avvocati. Come pure quando i bambini venivano “costretti” a dire ad alta voce: “Io sono basso e bugiardo”. Per i legali stavano solo traducendo caratteristiche fisiche dall’inglese all’italiano.
Durante le investigazioni del legale di Stampone e Salandra, successive agli arresti, la gente di Biccari ha avvicinato l’avvocato mostrando collaborazione, solidarietà e nessun ostacolo. Tutti, insomma, dalla parte delle quattro maestre. Soprattutto della Bimbo, quasi “venerata” in paese per la sua bontà. La donna, insegnante di sostegno, seguiva da vicino un ragazzino autistico che ora starebbe subendo un grave danno. “Ci fosse realmente un clima di terrore i genitori se ne sarebbero accorti – ci spiega uno dei legali -. In realtà i figli sono sempre stati a loro agio”. Forse solo la posizione della Saldarelli potrebbe rivelarsi più delicata ma di certo, secondo la difesa, non si può parlare di “sistema” così come hanno fatto credere i carabinieri.
Sulla vicenda è intervenuto – sui social – anche il sindaco di Biccari, Gianfilippo Mignogna: “Nel ribadire totale fiducia nel lavoro della Magistratura e nell’auspicare un rapido accertamento dei fatti, anche alla luce del racconto di tantissimi genitori che ricostruiscono un quadro diverso da quello descritto in questi giorni, mi sento di poter dire in tutta sicurezza che nella nostra amata Biccari non c’è nessun lager e nessuna “scuola degli orrori” (su questo, per quel che vale, garantisco io). PS: Acchiappamostri, sentenziatori improvvidi e sputaveleno in servizio permanente effettivo soddisfino altrove le loro voglie. Viva Biccari sempre”.