Le macchine sono disposte in fila, una dopo l’altra su una scrivania con i cassetti dove vengono conservati i materiali per eseguire le analisi. Peccato che non ci sono i reagenti e, dunque, non si può procedere con l’emocromo, esame vitale per un Punto di primo intervento. È un viaggio paradossale quello nel sistema dell’emergenza-urgenza garganico. Qui, tra Vieste e Peschici, ogni giorno il personale lotta per evitare di lasciare vite sul campo. Nel pieno della stagione turistica, con centinaia di migliaia di villeggianti che affollano le due cittadine (se ne contano più di 2 milioni ogni anno), a volte non c’è nemmeno il filo per mettere qualche punto di sutura. Non c’era nemmeno il frigo per i farmaci, comprato di tasca propria dagli operatori. Nei nuovi locali da un anno si attende la realizzazione della camera calda, il locale in cui arrivano i mezzi di soccorso e in cui avviene il passaggio di consegna del paziente.
Una sola ambulanza. “Quasi mai disponibile”
Come se non bastasse, ci sono 2 elicotteri pronti a partire per il primo ospedale (San Giovanni Rotondo o Foggia, solitamente) ma una sola ambulanza: se sta già facendo un intervento, come fa un paziente che arriva ad essere trasportato all'”Omnisport” dove c’è l’elisuperficie? “Se dovesse arrivare un bambino con dolori addominali e magari ha un’appendicite non possiamo scoprirlo se non trasportandolo, in un’ora e mezza se va bene, al primo ospedale”, ci spiegano. Peggio accade a Peschici, dove non si può nemmeno refertare: “Non si può scrivere nulla, ci assumiamo ogni responsabilità, anche medico-legale. In tempi in cui si può morire con un gelato, come è accaduto a San Giovanni, non possiamo nemmeno eseguire esami diagnostici. Veniamo perciò denunciati, per fortuna finora non è morto nessuno…”. A Vieste il sabato e la domenica la radiologia è out, così come il pomeriggio nei giorni feriali. Se dovesse arrivare qualcuno con dolori al collo di sera, i medici non possono far altro che mettergli un collare prima di destinarlo a San Giovanni Rotondo o San Severo per i raggi. E ancora, se dovesse arrivarne un altro con dolori al torace, l’unica possibilità è portarlo in ospedale in ambulanza, salvo poi riscontrare l’esiguità del caso e constatare che, poiché non c’erano gli enzimi per le analisi del sangue, il mezzo ha fatto un viaggio a vuoto. Solo questo spreco di denaro pubblico potrebbe ripagare la spesa per l’acquisto dei materiali necessari alle analisi (poco più di 30mila euro al mese).
Divieto di parto
L’arrivo di una donna con importanti perdite di sangue è stato un evento spiazzante. L’unico intervento possibile a Vieste è stato il trasporto all’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza. Un tragitto che non ha lasciato speranze al bambino, che ha perso la vita. Una vicenda emblematica, che racconta l’impossibilità persino di far partorire una donna sul Gargano dopo la decisione – “politica” – di tagliare l’ospedale San Camillo de Lellis di Manfredonia. “Prima in 20 minuti si arrivava a Manfredonia, adesso serve molto più tempo per arrivare a San Giovanni – ci viene riferito -, con un parto podalico (il bambino ‘in piedi’, Ndr) il caso sarebbe ancora più complicato perché non abbiamo una culla termica. Difficile anche in caso di secondo o terzo figlio, visto che per partorire mediamente servono solo 20 minuti. Infine, tutte le navi presenti in mare sul Gargano per le nascite si rivolgono a Vieste, ma qui non abbiamo i mezzi per intervenire“.
“Costretti a lavorare, sempre”. Scatta la denuncia alla Procura
I sacrifici non bastano mai. Adesso l’Asl avrebbe chiesto perfino di rinunciare alle vacanze. Per questo il sindacato Fimmg, rappresentato da Francesco Marino, ha fatto un esposto per “abuso di ufficio e violenza privata”. “Dopo la sospensione unilaterale dell’accordo con l’azienda, con la stagione estiva e con l’enorme incremento della popolazione nella zona interessata, i turni ora scoperti sono diventati numerosissimi e difficilmente gestibili al fine di garantire il necessario e dovuto servizio. Alla luce di questa situazione, l’Asl anziché assumere nuovo personale medico ha ritenuto di risolvere il problema obbligando i medici in servizio a dover assolutamente coprire tutti i turni effettuando orario di lavoro straordinario e, in tal maniera, superando il numero massimo di ore di lavoro possibile (38) ma, ancor più grave, superando qualsivoglia resistenza degli esseri umani: si è arrivati a chiedere di lavorare 15 ore di seguito senza possibilità di riposo”. La Cisl, rappresentata da Francesco Paolo Gambarelli, ha segnalato l’ultimo ordine di servizio del direttore del dipartimento, Fattibene, con il quale “si impongono turni e sedi addirittura a chi è in ferie”. Come si fa ad essere lucidi ed intervenire sui pazienti in queste condizioni?
Si chiudono Torremaggiore e San Marco per potenziare Peschici
La coperta è corta e il risultato è sempre lo stesso: si chiude da una parte e si mette una pezza altrove. Portando a 12 ore i centri di Torremaggiore e San Marco in Lamis verrà tamponata l’emergenza garganica ma verrà scoperto l’Alto Tavoliere. “Ancora una volta – spiegano dal locale movimento Schittulli – è Torremaggiore a pagare per una poca accurata gestione della Sanità. Sono anni che il problema della carenza di medici del Servizio Emergenza – Urgenza è nota a tutti. Si è appreso che in data 25 luglio 2016 sembra che i vertici dell’Asl Foggia abbiano trovato la soluzione riducendo l’orario di accesso al PPI Punto di Primo Intervento (Pronto Soccorso) di Torremaggiore passando da 24 a 12 ore diurne. A questo punto, nella fascia notturna, gli utenti potrebbero trovarsi nella necessità di doversi recare al Pronto Soccorso di San Severo con un inevitabile allungamento dei tempi di attesa, con ulteriore disagio per i cittadini e per gli operatori del nosocomio sanseverese. Non bisogna dimenticare che il PPI (Punto di Primo Intervento) di Torremaggiore è una realtà che funziona e che nell’anno 2015 ha registrato quasi 7mila accessi servendo una popolazione che va oltre i confini della nostra cittadina. Il Movimento Schittulli attraverso il suo capogruppo in Consiglio Comunale, Anna Lamedica, ha proposto un incontro con tutti i capigruppo e il sindaco a Palazzo di Città. Il tutto al fine di ottenere il ripristino del servizio H24 del personale medico presso il PPI di Torremaggiore”.