De Pascale, Vanni Natola, Amedeo tessuti, Ottica Mos, Ottica Lucia Del Re, Sexy Shop, Temporary Store e adesso pure i cinesi. È un fuggi fuggi generale dal quartiere ferrovia di Foggia diventato, secondo i residenti, un vero e proprio “ghetto”. Per niente multietnico ma colonizzato solo da musulmani. “Anche gli stranieri per bene e integrati stanno andando via” – ci riferiscono i componenti dell’Associazione Amici del Viale (con Populus), fondata circa un mese fa. Sì perché gli abitanti del quartiere sono davvero esasperati e lo sono anche alcuni professionisti, entrati a far parte della neonata associazione. Case svalutate, perdita di clientela, insicurezza, paura. La lista del malcontento è infinita. “Paghiamo le tasse come se ci trovassimo in un quartiere di prestigio – ci riferiscono – ma non è così”. E chiedono a gran voce un piano del commercio che regoli soprattutto l’assegnazione delle licenze e possa arginare il fenomeno. Le attività aprono alle 7 di mattina e chiudono anche dopo la mezzanotte. Alcune restano aperte h24. “Finora le nostre segnalazioni a sindaco, questura e prefettura non hanno portato a nulla. Vorremmo almeno che venisse emanata un’ordinanza che obblighi gli esercenti a chiudere i negozi entro le 21”. Intanto la situazione è ai limiti della sopportazione e gli episodi di degrado si moltiplicano.
Prostituzione alla luce del sole e scarsa igiene
“Solo pochi giorni fa – ci raccontano -, una signora è uscita sul balcone per annaffiare le piante in una palazzina di via Podgora, l’arteria più invivibile di tutto il quartiere. Ebbene, la signora ha assistito a uno spettacolo davvero indecente. Una prostituta era intenta a praticare sesso orale ad un cittadino straniero. È accaduto alle 17 e 30, in pieno giorno. Atti osceni in luogo pubblico per i quali la donna ha subito allertato i vigili urbani che, già troppo impegnati e con le pattuglie contate, non sono mai giunti in zona”.
E l’igiene? Molto precaria. Topi morti, scarafaggi e gente che soddisfa i propri bisogni fisiologici in ogni dove, anche davanti all’ingresso dell’ex cinema Ariston. “Qualcuno getta pane sulla strada per cibare i piccioni, creando altra sporcizia”, evidenziano gli “Amici del Viale”.
Nuove attività spuntano come funghi
Sono numerosi gli storici negozi della zona che hanno chiuso baracca o si sono trasferiti. Ma molte altre attività sono state aperte nell’ultimo anno. In pochi metri ci si imbatte in una marea di centri telefonici, kebabberie, macellerie e negozi di prodotti alimentari. In via Monfalcone c’è “Valex”, negozio di prodotti rumeni che ci raccontano essere aperto tutto il giorno e anche durante la notte. “La sera restano stravaccati all’esterno con le birre, ubriachi e molesti. Chi rientra a casa a tarda ora viene spesso avvicinato. Solitamente chiedono soldi. Un pomeriggio due rumeni armeggiavano alcune pistole”.
Stanno scomparendo dalla zona i cinesi. In via Podgora ha chiuso di recente il “Shun Li Bazar” mentre all’angolo tra via Monfalcone e la stessa via Podgora sta per sorgere un megastore di prodotti pakistani. Un’attività con ben cinque serrande. “Chi foraggia questo business?”, si chiedono.
Il “mercatino della monnezza” di via Podgora

Stranieri giungono intorno alle 15 e 30 in pullman da Borgo Mezzanone, poi in via Podgora danno vita a un vero e proprio mercatino sui marciapiedi. “Vendono anche robe recuperate dai cassonetti dell’immondizia – fanno sapere gli “Amici del Viale” -. Maglie sudice, scarpe bucate e persino casse di birra”. Uno straniero, poi arrestato per omicidio, era lì a brindare con gli amici pochi giorni prima di essere beccato. Questo “mercatino” va avanti almeno fino alle 22, poi qualcuno rientra a Mezzanone, altri restano in zona trovando rifugio in appartamenti fittati.
Le colpe degli italiani
Un degrado facilitato da alcuni proprietari di abitazioni del quartiere che affittano appartamenti a prezzi stracciati. Molte volte a prostitute. “Da una breve indagine online abbiamo scoperto che quasi tutte le prostitute registrate a Foggia sono domiciliate in questa zona”, dicono gli “Amici del Viale”. Anche famiglie facoltose hanno concesso case a prezzi molto bassi (circa 800 euro al metro quadro) finendo con lo svalutare tutto il mercato immobiliare del quartiere ferrovia.
I residenti non molleranno
Finora sono circa una decina gli aderenti alla nuova associazione ma si punta ad allargare la cerchia coinvolgendo più persone possibili. “Vogliamo difendere le nostre piccole proprietà e non ci fermeremo, anzi alzeremo sempre più il tiro. È bene che si sappia. Ci sentiamo dei cittadini onesti, contribuenti puntuali ma abbandonati completamente dalle istituzioni. La politica ci ha sempre promesso mari e monti e invece la situazione non fa altro che precipitare”.