Il maxi processo alla mafia foggiana prosegue spedito. Alla sbarra i maggiori boss locali, rappresentanti della “Società”, l’organizzazione criminale del capoluogo dauno divisa in tre batterie. L’operazione “Corona” ha scoperchiato gran parte del business dei malavitosi, tirando in ballo imprenditori collusi, commercianti omertosi e numerosi elementi trasversali. Questo processo, per il quale è stato chiesto il rito abbreviato, è giunto a una fase cruciale, quella delle richieste di condanna formulate dal pm della Dda di Bari, Giuseppe Gatti.
E allora passiamo a vedere quali sono le condanne che l’accusa augura di vedersi confermate dal giudice. A Emiliano Francavilla, 36 anni, già detenuto, Gatti ha chiesto 10 anni per associazione mafiosa – col ruolo di capo-organizzatore -, minacce, detenzione di esplosivo, maltrattamenti e lesioni all’ex moglie Sabrina Campaniello, unica testimone di giustizia contro la Società. Francavilla è accusato anche di estorsione alla donna, costretta a rilasciargli terreni e appartamenti.
Ad Antonello Francavilla, 38enne fratello di Emiliano, detenuto sempre per Corona, chiesti 8 anni per mafia – con ruolo di capo – e violazione della sorveglianza speciale. Per Francesco Sinesi, 30 anni, già detenuto per altra vicenda, figlio del boss Roberto e cognato di Antonello Francavilla, il pm ha chiesto 8 anni per mafia. Sinesi sarebbe tra gli organizzatori del gruppo criminale.
A Mario Lanza (detto “Marittill Malavita”), 34enne cognato dei Francavilla, anche lui già detenuto, 6 anni e 4 mesi per mafia con il ruolo di partecipe. E veniamo a Federico Trisciuoglio, Mammasantissima del clan Trisciuoglio-Tolonese-Mansueto. Per lui, oggi 62enne, già sottoposto ai domiciliari per motivi di salute, il pm ha chiesto 5 anni e 4 mesi per concorso in estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni di un commerciante che avrebbe versato alla mafia circa 15mila euro.
A Fabio Trisciuoglio, 35 anni, figlio di Federico, già detenuto, 6 anni e 6 mesi per associazione mafiosa con il ruolo di partecipe e concorso con il padre e il fratello nell’estorsione al commerciante. C’è poi Giuseppe Trisciuoglio, 38 anni, altro figlio di Federico. Per lui, già detenuto, la richiesta è di 6 anni tondi tondi per mafia, con il ruolo di partecipe, e concorso con padre e fratello sempre per quella estorsione.
Infine, Ernesto Gatta (detto “lo sfregiato”), 41 anni, detenuto. Per lui, uomo ritenuto vicino ai Moretti-Pellegrino, Gatti ha chiesto 5 anni di reclusione per associazione mafiosa con il ruolo di partecipe. Assoluzione, invece, dall’accusa di concorso in due estorsioni.
Le minacce di Francavilla all’ex moglie
Sabrina Campaniello, estetista, unica testimone di giustizia nella storia della mafia foggiana, è presente nell’ordinanza Corona. I giudici pubblicarono alcune intercettazioni piuttosto chiare sul potere di intimidazione dell’ex marito, Emiliano Francavilla. L’uomo, dimostrandosi infastidito per alcune rivelazioni fatte dalla donna a un’amica, si rivolse a lei in questi termini attraverso minacciosi sms: “Adesso che ti piglio ti devo sfondare in corpo prima a te. Adesso vengo fino là dentro, entro con la macchina e tutto nella vetrina…” E ancora: “Io non ti scoccio, fai la seria e stai lontana da quella schifa di donna”. “Tu sei una schifosa, non ho parole per definirti. Ma ti distruggerò“. “Tu allontanati da quelle buglie…” L’uomo arrivò anche a danneggiare la serranda dell’attività di parrucchiera dove la Campaniello lavorava.
L’estorsione dei Trisciuoglio
Per Federico Triscuoglio e i figli Fabio e Giuseppe, la richiesta di condanna è dovuta all’estorsione ai danni di un soggetto non identificato e denominato “Fruttaiolo”. Alla vittima, i boss chiesero 15mila euro da versare in tre tranches mensili da 5mila ciascuna. Il tutto con l’ausilio del metodo mafioso, al fine di agevolare gli affari della Società. Un corrispettivo “dovuto”, secondo i malavitosi, agli esponenti dell’associazione mafiosa egemone sul territorio foggiano.