
Il piano dei killer era quello di eliminare Mimmo Falco, il 31enne aggredito sabato in pieno centro a Foggia. Erano le 17 e 45. Smentite le voci circolate poco dopo la sparatoria. I due criminali non volevano gambizzare la vittima ma ucciderla. L’uomo, infatti, è stato colpito al collo e alla schiena e nella notte è finito sotto i ferri per un delicato intervento chirurgico. Non sarebbe in pericolo di vita. Complicate le indagini degli inquirenti. Nessuno ha visto quanto accaduto, nonostante fosse un orario piuttosto trafficato. Inoltre non sono stati ritrovati bossoli sull’asfalto, ciò significa che i sicari avrebbero utilizzato un revolver. La moglie di Falco ha assistito alla scena ed è stata lei ad allertare il 118. Per le forze dell’ordine non resta che sperare nella videosorveglianza. La zona, quella tra via della Repubblica e piazza San Francesco, è dotata di numerose telecamere.
Fine della “pax criminale”?
Falco, ritenuto vicino alla batteria dei Moretti-Pellegrino, non è il primo a salvarsi miracolosamente dalla morte in questi ultimi mesi a Foggia. Era accaduto già in via Manfredonia, quando i killer non riuscirono ad ammazzare Mario Piscopia, anche lui contiguo ai Moretti-Pellegrino. In via Troia, invece, gli aggressori fallirono qualche settimana più tardi, quando Vito Bruno Lanza, sempre affiliato allo stesso clan, se l’era cavata con qualche ferita. Sempre qualche settimana fa, in viale Giotto, era riuscito a farla franca Mario Imperio, gambizzato da ignoti. Solo Luigi De Stefano, detto “Sciarabball”, è finito al cimitero, ucciso pochi giorni fa nei pressi del Carmine Vecchio. Anche in questo caso non ci sono stati testimoni. “Sciarabball” era vicino ai Trisciuoglio-Mansueto-Tolonese. Una lunga scia di sangue e appena due arrestati. Infatti, soltanto per l’agguato a Lanza sono stati fermati gli autori, Luigi Biscotti e Ciro Spinelli, entrambi vicini ai Sinesi-Francavilla, clan rivale proprio dei Moretti-Pellegrino. Segnale preoccupante che farebbe pensare alla fine della “pax criminale” tra le batterie della Società.
Città omertosa
Alla guerra in corso a Foggia, di cui poco o nulla si interessano le testate nazionali, va a sommarsi l’omertà, sempre dilagante in questi casi. Nessuna testimonianza utile è stata raccolta dalle forze dell’ordine per gli episodi di questi ultimi mesi. Ma è scarso anche il presidio del territorio, dovuto agli organici carenti in tutti i reparti. Proprio in piazza San Francesco, dove sabato si è sparato in pieno giorno, i frequenti posti di blocco magari serviranno a multare qualche automobilista imprudente, ma a pochi metri da lì, i killer girano armati e indisturbati. Nelle ultime ore il questore Piernicola Silvis, riferendosi al racket (dopo la bomba a Inglese) ha promesso battaglia: “Denunceremo chi non denuncia”. Ma non sarebbe meglio iniziare ad arrestare chi spara?