Si torna a sparare a Foggia. L’ennesimo episodio è stato registrato stasera in via Manfredonia, sul cavalcavia d’ingresso alla città, con una sparatoria tra alcuni ragazzi a bordo di due scooter. Otto i bossoli ritrovati sul luogo dell’accaduto, di cui almeno cinque andati a segno. Ma si pensa a un totale di dieci colpi sparati. Il risultato del far west è il ferimento di Mario Piscopia, 35enne già noto alle forze dell’ordine per un omicidio, rimasto vittima dello scambio di fuoco. Sul posto le forze dell’ordine che stanno cercando di ricostruire l’episodio accaduto intorno alle 22. La vittima è stata trasportata in condizioni critiche agli Ospedali Riuniti. Piscopia ha riportato una ferita alla coscia sinistra, un’altra all’avambraccio sinistro e una frattura alla testa a causa di un proiettile che gli ha sfiorato la nuca. Due i killer, in azione con casco integrale. Piscopia è caduto dal motociclo dopo i primi spari, poi ha provato la fuga a piedi durante la quale è stato raggiunto da altri colpi di proiettile. Infine si è accasciato sull’asfalto dove è stato soccorso, poco dopo, da agenti di un istituto di vigilanza. Adesso è ricoverato in ospedale ma è fuori pericolo. Ha infatti riportato ferite giudicate guaribili in 30 giorni. Indagini a tappeto da parte della Squadra Mobile che è a caccia dei suoi assalitori. Contrasti interni nel mondo della malavita organizzata potrebbero essere alla base dell’agguato.
Nel 2013 Piscopia venne arrestato per l’omicidio di Michele Bruno, ucciso perchè, secondo gli inquirenti, “vantava una relazione con l’amante di Giosuè Rizzi“, storico “Papa” di Foggia, esecutore materiale della “Strage del Bacardi” nel 1986, morto ammazzato ad un semaforo di via Napoli nel gennaio 2012. In un certo senso, Bruno “minava la dignità del boss” e per questo andava eliminato. Piscopia, insomma, è ritenuto un vecchio sodale di Rizzi ma soprattutto un uomo vicino al clan Moretti-Pellegrino.