Arrivano le prime lettere di licenziamento per i tecnici di Teleblu, la storica tivù foggiana dell’imprenditore della sanità privata Tito Salatto. I prossimi tagli riguarderanno i giornalisti. Da più di un anno vanno avanti i tentativi di cessione (la proposta più avanzata è stata quella fatta ad Euclide della Vista, editore di Teleradioerre) e di ingresso di soldi freschi in società. Con risultati sempre negativi. Per questo Salatto, con un fardello di 787mila euro sul groppone quest’anno, ha deciso di snellire parecchio. Il passivo, secondo fonti ufficiose ma credibili, sarebbe superiore al milione di euro. “Stiamo procedendo purtroppo a licenziamenti piuttosto corposi, salvaguardando tuttavia l’esistenza della televisione – spiega l’ex vicesindaco di Foggia a l’Immediato -, perché l’Asl di Foggia non ci paga e non possiamo certo permetterci tutte queste perdite e non siamo in grado di mantenere queste somme per la comunicazione. Faremo una tv al 50 per cento, abbandonando la sfida dei contributi pubblici che, finora, ci ha comportato solo ulteriori oneri per gli obblighi di investimento previsti dai finanziamenti (a cominciare dallo sbarco sul digitale, NdR)”.
A pesare, la “riduzione del 30-40 per cento dei contributi già da 3 anni” ed il “calo della pubblicità del 50 per cento”. Sullo sfondo, l”autonomia dei giornalisti” ed il quadro “geopolitico per cui la stampa libera soffre”. “Non è possibile che appena dici qualcosa contro il sindaco Landella o contro Leo Di Gioia si scatena il pandemonio: i miei giornalisti non sono mai stati condizionati”. “Mi dispiace molto dover prendere provvedimenti del genere con professionisti validi, ma da quando è andata via la signora Fatima Bronci (segretaria del gruppo, NdR) le cose sono cambiate – continua Salatto -, manterremo in vita una televisione dignitosa, che continua ad essere la quinta in Puglia”. Quando però gli chiediamo se potrà chiudere, ci risponde: “No, per il momento non chiude. Avrà solo un tono minore…”. Ma è quel “per il momento” che già preoccupa i giornalisti, alle prese con la più grande crisi, che già ha prodotto i suoi effetti con l’abbandono di alcuni professionisti l’anno scorso. Lo spettro da evitare adesso è la chiusura definitiva. “Sto lavorando per trovare soluzioni”, conclude Salatto con tono dismissorio.