Ha sfidato prima gli imprenditori, ora sfida la città a essere parte attiva del “patto di coesione sociale che serve a far ripartire Cerignola”, ma la scommessa più grande resta quella di riscattare un’intera generazione dal precariato esistenziale. Per Tommaso Sgarro, segretario del Pd di Cerignola e candidato sindaco del centrosinistra, si tratta prima di tutto di una sfida personale. Lo si intuisce dalla fatica che gli costa scontrarsi col “solito refrain: è un ragazzo”, come lui stesso ha confessato a chiusura del primo comizio della coalizione ieri mattina. “A trentatré anni non si è più ragazzi, lo dico a nome di una generazione. A trentatré anni la maggior parte di voi aveva già famiglia, una posizione. Noi siamo condannati ad uno stadio di eterno precariato, per responsabilità che non sono nostre. È una scommessa affidare il futuro di Cerignola a chi quel futuro lo abiterà”. E il futuro “non è un continuo rimandare -ha aggiunto-, è adesso, e guarda all’orizzonte come spazio degli eventi. Noi abbiamo deciso di essere Enea che prende sulle spalle Anchise, dobbiamo alzare la qualità, dobbiamo assumerci la responsabilità di trasformare Cerignola”.
La voce agguerrita al microfono del palco di fronte alla villa comunale e l’eloquio scelto, con intrusioni colte, fa colpo e disorienta allo stesso tempo, a sentire i commenti sotto il palco. “Sa parlare, è un buon oratore”. “E se non sa parlare lui…o il politico o il prete deve fare uno che parla così”. “Anchise, Enea, e chi sono (tradotto dal dialetto, ndr)”. In pieno accordo, i commentatori complici si sono ritrovati anche nello smarrimento tra gli eroi virgiliani. E tanto basta a confondersi negli applausi della folla generosa, immortalata nel selfie di spalle.
Tommaso Sgarro ha ufficialmente presentato la coalizione del centrosinistra, inaugurando una settimana di incontri di programmazione partecipata. Si concluderà sabato prossimo con un ultimo evento pubblico (in programma a Palazzo Coccia) di “raccolta delle idee”, che andranno a irrobustire il programma (che già dal 4 maggio, promette, entrerà nelle case dei cittadini), e un comizio di chiusura nella “strada larga dei lavoratori”.
Il lavoro è tema centrale. Lo annunciava nella due giorni di febbraio, quando in un capannone tagliava il nastro della sua campagna elettorale. E lo ha ribadito dal palco del comizio. “Abbiamo iniziato il cammino dalla zona industriale per affrontare il tema del lavoro come problematica seria, non come tema che si pone sui manifesti. Quello si chiama spot elettorale”. Una frecciatina agli esuli del centrosinistra confluiti nella “Cerignola Democratica” di Pezzano e Paparella, che sui 6X3 hanno promesso mille opportunità di lavoro in tre anni, allungata anche al resto della “coalizione del Cambiamento” a sostegno della candidatura di Franco Metta, avvezza alla “politica dell’insulto”, da cui si sente distante. “La nostra è una coalizione onesta che punta a migliorare Cerignola. Cambiare non vuol dire niente: si può cambiare in meglio ma anche in peggio. Questa città non bisognerà soltanto cambiarla, ma trasformarla radicalmente, a cominciare dal progetto culturale serio che riguarda ciascuno di noi”. E non risparmia neanche il candidato sindaco Ncd, sponsorizzato da Giannatempo, Giuliana Colucci. “Non ci facciamo dare lezioni di onestà da nessuno, né dalle ultime maestrine arrivate, né dai vecchi santoni che affondano le proprie radici negli anni Ottanta”.
Poi torna ai temi del suo impegno: costruire un “patto sociale tra impresa, mondo del lavoro e associazioni di categoria, senza corporativismo”. “Un anno fa abbiamo sfidato da questo palco gli imprenditori. Non ci interessa chiamarli al dovere sociale facendo quattro marchette e quattro coccole”. E difende pubblicamente “gli imprenditori intelligenti” come Michele Grieco, major sponsor della sua candidatura, ambito per le sue capacità di finanziatore anche dal leader de “La Cicogna” che oggi lo attacca. “C’hanno messo la faccia, anche se non ne avevano bisogno, e sono stati insultati costantemente da questo palco, soltanto perché avevano deciso di fare una scelta differente da altre scelte politiche. Questo è vergognoso”. La faccia ce l’ha messa il figlio Francesco, a capo di “Cerignola civica”, nel pacchetto delle liste a quota sei, con l’ultimo acquisto, “Noi a sinistra per Cerignola”, ufficializzato proprio in occasione del comizio di domenica. Si ispira alle sensibilità di Vendola, Minervini e Stefano, come ha chiarito lo stesso fautore, l’ex assessore Gerardo Valentino. Accanto a lui sul palco anche il diabetologo dell’Asl Vincenzo Sgarro, nella lista Emiliano, e sotto il palco i candidati in corsa per le regionali, il dirigente Asl Pippo Liscio e il capogruppo piddino Michele Longo, che ha ben sfruttato la finta polemica post primarie.
Tutti uniti in un progetto di governo che Sgarro ha racchiuso in quel “libro aperto” che è il suo programma partecipato e dallo sguardo lungo, oltre i 5 anni di legislatura, al quale ciascun cittadino può contribuire, attraverso il questionario di START 3.0 (http://cliccaora.net/kbZ2). Un progetto “alla ricerca non di voti ma di volti”.
Al di là dello slogan resta l’imbarazzo dei vari Moccia e Conte, che con nonchalance siedono in maggioranza e si candidano con l’opposizione, e dei Libertino e Specchio, esiliati per il tradimento che costò il commissariamento e oggi di nuovo un volto in lista.
Sul palco, un volto che non cerca voti e semina messaggi è sembrato quello di Paola Ingegno. Senza santini e con i gadget utili all’ambiente, shopper e porta-mozziconi di sigarette tascabili, riciclabili, si presenta all’elettorato, accompagnando con un volantino esplicativo le motivazioni del suo impegno. Ha 38 anni e collabora alla “gestione di attività di aziende che fanno commercio di buste riutilizzabili, di tutto ciò che tutela l’ambiente”, spiega a l’Immediato. “Questo lavoro lo faccio da dieci anni e sono la prima a conoscere le difficoltà che si incontrano soprattutto nel comunicare, nel far capire. Al nord o al centro, più o meno, il messaggio è arrivato. Ora è arrivata anche qui l’idea, ed è piaciuta, ma esiste già da tempo. Per me la base è informare. Ho portato prima a conoscenza, poi, il cittadino-consumatore ha toccato con mano l’utilità dell’oggetto, per cui c’è un ritorno in termini personali, facendo campagna elettorale, e allo stesso tempo un beneficio collettivo. Tutelo l’ambiente e lascio un messaggio”. Il messaggio di base sta tutto nella “capacità di essere persone civili”. Esempio e informazione, educazione ambientale, sono il punto di partenza, per affrontare qualunque programmazione su differenziata e riciclo, avverte la giovane donna alla sua prima esperienza politica. “La mia famiglia si ritrova nel centrosinistra, ma sono sempre stata una spettatrice della politica. Quando Tommaso mi ha chiamato -confessa Ingegno-, mi sono sentita entusiasta. Mi è piaciuta l’idea di utilizzare il canale della politica per fare qualcosa di concreto e di bello”.