Sembrano lontani i tempi dei lasciti del Marchese Filippo De Piccolellis, possidente nato a Napoli e domiciliato a Firenze. Fino a qualche anno fa, l’Ipab a lui dedicata si reggeva con i fitti dei fondi di famiglia, che tra terreni (prevalentemente a Manfredonia e Ascoli) e immobili (fino a qualche tempo fa c’era una convenzione con la Provincia di Foggia per le scuole) garantivano quasi 300mila euro l’anno. Per il resto era beneficenza e progetti in convenzione per la provincia di Foggia. I “Piccolella”, nobile famiglia senese, mai avrebbero potuto immaginare il vortice di inchieste nel quale sarebbe piombata quella che adesso è un’Asp (azienda pubblica di servizi alla persona), tra assunzioni chiacchierate e appalti milionari mai realizzati.
Il commissariamento dopo la gestione dell’avvocato Antonio Tulino fa emergere tutti i dubbi sulla gestione degli ultimi anni, sfociati nell’operazione di acquisizione delle carte da parte della Guardia di finanza degli ultimi giorni. A spiegare la gestione degli ultimi anni a l’Immediato è una delle dipendenti amministrative, Maria De Leo, entrata con un contratto a tempo determinato attraverso un’agenzia interinale e stabilizzata nel 2009. Proprio una delle “accusate” del tengo famiglia di Tulino svela i passaggi decisivi che potrebbero essere alla base delle indagini in corso.
Oltre ai ritardi nella realizzazione dell’appalto da 2,7 milioni di euro per l’Oasi Bianca – rallentati da una morte bianca, secondo i dipendenti e l’ex presidente -, che nelle intenzioni doveva essere inaugurata a giugno 2014, restano sospetti sulle assunzioni. “Siamo sempre stati tranquilli su questo perché siamo sottoposti al controllo periodico del servizio ispettivo regionale – spiega De Leo a l’Immediato -, per di più abbiamo una sorta di controllo di gestione con la rendicontazione delle spese online. Si è detto molto sulle assunzioni all’Oasi Bianca – sono previste dalle 9 alle 13 figure, ma si potrebbe far ricorso a consulenze -, ma la verità è che bisogna attendere la pubblicazione nella gazzetta europea, ed è possibile anche affidare la gestione all’esterno”.
Eppure, all’Oasi Verde, il centro diurno per disabili maggiorenni, non hanno perso molto tempo per l’inaugurazione e per l’assunzione – sempre attraverso agenzie interinali – di quattro persone, “due educatori professionali e due ausiliari generici, preferibilmente operatori socio sanitari”, nonostante non ci fossero ancora pazienti cui badare. “C’era l’accreditamento per 25 posti – spiega De Leo -, per accelerare i tempi abbiamo fatto ricorso ad un’agenzia interinale, partendo con quattro persone rispetto ad una necessità complessiva di sette”.
La procedura, come raccontato dalla segretaria, è sempre stata la stessa: “Avviso esplorativo per la manifestazione di interesse rivolta agli operatori economici della città, e aggiudicazione da parte della De Piccolellis al prezzo più basso”. A partecipare, oltre all’Adecco e Manpower, la Gi Group, la stessa che ha selezionato la De Leo. Con lei, ad essere assunta anche un’altra dipendente (Scelsi) con funzioni amministrative. Prima della costituzione dell’omonima srl con la quale sarebbe stata prima assunta e poi stabilizzata Anna Rita Lepore, persona vicinissima a Tulino. Ma oltre alle assunzioni ci sarebbero dubbi sulle spese “extra” veicolate attraverso la società in house, sulle quali starebbero lavorando le Fiamme Gialle.
Quando si parla della “stabilizzazione”, De Leo tergiversa: “Di questo non me ne sono occupata direttamente, è stato gestito tutto dal segretario precedente”. Fatto sta che il giorno successivo alla scadenza del tempo determinato, è scattato l’indeterminato. Del resto, per occupare quel posto serviva una laurea in materie economiche o giuridiche, e l’esperienza nel settore: “Sono laureata in Economia e commercio e ho lavorato con la Provincia di Foggia e con il privato, con il servizio civile per esempio…”. Per questo l’ha spuntata tra “moltissimi concorrenti”. “Siamo un’Asp giovane, ci stiamo mettendo in regola anche con la trasparenza”, aveva dichiarato qualche tempo fa. Non c’è stato il tempo, visto che adesso ad occuparsene saranno gli inquirenti.