
Le accuse sul “tengo famiglia” alla De Piccolellis potrebbero essere terminate. Nel peggiore dei modi per la struttura di Viale degli Aviatori. Le voci sulle liaison tra manager e dipendenti, e sui paventati favoritismi per l’assunzione di determinate persone, infatti, il 25 giugno scorso si sono infrante contro il muro del commissariamento. La nota della Regione Puglia (area Politiche per la promozione della salute), indirizzata alla Asp De Piccolellis – azienda pubblica a tutti gli effetti, per cui le assunzioni devono esser fatte secondo i criteri del concorso – è una mazzata che difficilmente verrà digerita dal presidente, l’avvocato Antonio Tulino. Dopo una recente ispezione, i funzionari della Regione hanno rilevato la “confliggenza con le vigenti disposizioni in materia di assunzioni nella Pubblica amministrazione delle delibere commissariali numero 41 e 42 entrambe del 2009”. Del resto l’ufficio regionale – così come la nostra redazione – aveva più volte chiesto “chiarimenti” sulle assunzioni, ma Tulino ha sempre confermato la “regolarità delle procedure”, senza mostrare mai le carte. Per questo da Bari, visto che “ad oggi alcun chiarimento ovvero giustificazione è pervenuta”, hanno comunicato l’”avvio delle procedure di commissariamento” della Asp foggiana che si occupa della “cura, tutela e valorizzazione delle persone minorenni ed anziane, autosufficienti e non”. La fondazione Marchese Filippo de Piccolellis nasce come Ipab (Istituto pubblico di assistenza e beneficenza) prima di essere trasformata in Asp a gennaio del 2008. Da questo momento in poi, secondo la norma, al personale “si applicano le disposizioni del decreto legislativo numero 165 del 2001 (Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche) e la legge regionale numero 15 del 2004 (e successive modifiche)”. Detto in altri termini: devono essere assicurate “idonee procedure selettive e di pubblicazione” secondo le norme del pubblico impiego. Qualcuno, però, sarebbe entrato nell’azienda con un contratto a tempo determinato, prima di essere stabilizzato dopo alcuni anni senza nessuna procedura concorsuale.
I casi controversi
In pianta organica da qualche tempo c’è Maria de Leo. Assunta il 15 dicembre del 2008 come addetta amministrativa dell’Ipab, con contratto a tempo determinato, fino al 2 novembre 2009. Dal giorno successivo, il rapporto diviene a tempo indeterminato, con qualifica di segretario-istruttore Asp, qualifica che conserva tutt’oggi. “Tale assunzione – ci viene riferito da fonti vicine all’azienda – avviene senza aver proceduto ad una pubblica selezione, in quanto non è stato mai scritto, né tantomeno pubblicizzato, il bando di selezione, come stabilito da legge riguardo alle assunzioni di dipendenti di pubbliche amministrazioni citata sopra. Se si fosse proceduto alla pubblicazione del bando e alla dovuta e doverosa pubblicizzazione, si sarebbero potuti trovare documenti, atti e graduatorie concorsuali che ne verifichino l’iter, la presenza o meno di altri concorrenti e le relative modalità di valutazione dei titoli. Tali documenti risultano, invece, inesistenti”.