Ritorna Questioni Meridionali, con la proiezione il 13 gennaio a Foggia alle 20.30 del film Io sto con la sposa alla sala Farina (via Campanile, 10) e una collaborazione che tesse la rete tra realtà del territorio che da sempre si occupano di accoglienza, inclusione, migranti, cultura: Avvocati di Strada, SpazioBaol, Centro interculturale Baobab, Iocisto, Frontieratv, il Cortile e pancotto e la partecipazione di Skantinato 58, bibliocaffè di Troia e la cucina narrativa di Fourquette. Alla proiezione interverrà il giornalista e regista del film Gabriele Del Grande.
Io sto con la sposa, che ha stregato Venezia all’ultima edizione della Mostra del Cinema, portando a casa 3 premi, racconta la storia vera del finto corteo nuziale messo in piedi da tre registi visionari, Gabriele Del Grande, Khaled Soiman Al Nassiry e Antonio Agugliaro, per aiutare cinque palestinesi e siriani scappati dalla guerra e sbarcati a Lampedusa, a proseguire il loro viaggio senza documenti verso la Svezia. Un viaggio tra sogni e paure, rischio e coraggio, umanità, diversità, speranze condivise e frontiere liquide. Per evitare di essere arrestati come contrabbandieri però, decidono di mettere in scena un finto matrimonio coinvolgendo un’amica palestinese che si travestirà da sposa, e una decina di amici italiani e siriani che si travestiranno da invitati. Così mascherati, attraverseranno mezza Europa, in un viaggio di quattro giorni e tremila chilometri. Un viaggio carico di emozioni che oltre a raccontare le storie e i sogni dei cinque palestinesi e siriani in fuga e dei loro speciali contrabbandieri, mostra un’Europa sconosciuta. Un’Europa transnazionale, solidale e goliardica che riesce a farsi beffa delle leggi e dei controlli della Fortezza con una mascherata che ha dell’incredibile, ma che altro non è che il racconto in presa diretta di una storia realmente accaduta sulla strada da Milano a Stoccolma tra il 14 e il 18 novembre 2013. Una storia per la quale i registi, in caso di denuncia, rischiano una condanna fino a 15 anni di carcere per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Una storia incredibilmente umana ma anche tremendamente politica, perché “Io sto con la sposa” è un atto di disobbedienza civile. “Siamo stanchi di dividere gli esseri umani in legali e illegali. E siamo stanchi di contare i morti in mare. Non sono vittime della burrasca, ma di leggi europee alle quali è arrivato il momento di disobbedire per riaffermare il principio della libertà di circolazione”, dichiara Gabriele Del Grande. “Io sto con la sposa” è diventato un caso nella cinematografia italiana perché è il primo film a raggiungere i 100mila euro di crowdfunding nel web, e il primo a raccontare dal vero cosa sta realmente accadendo nelle arterie europee dove camminano incessantemente migliaia di persone che sperano di rinascere lontano dalla guerra. I protagonisti delle finte nozze raccontano i loro viaggi in barcone verso l’Italia, il naufragio in mezzo al Mediterraneo nero nella notte, la guardia costiera che ripesca i morti che galleggiano, l’essere quasi morti sotto i cadaveri dei compagni di viaggio.
E una certezza: “Siamo gli unici a pagare per morire”.
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