TeleVisti n. 14 – super vintage

Bisiach, il testimone. L’avvio del programma aveva un taglio decisamente cinematografico. Complice anche il fatto che fino agli anni settanta la tv italiana risentiva ancora molto del respiro cinematografico, sia in campo tecnico che in quello linguistico.

Bisiach, il testimone. L’avvio del programma aveva un taglio decisamente cinematografico. Complice anche il fatto che fino agli anni settanta la tv italiana risentiva ancora molto del respiro cinematografico, sia in campo tecnico che in quello linguistico. “Testimoni Oculari” iniziava infatti con una sinfonia come spesso si faceva, specie negli anni sessanta, che dava al programma un’aurea di solennità (la stessa cosa si faceva per le Tribune politiche). D’altra parte l’autore raccontava i grandi fatti della storia, soprattutto le due guerre anche perché in parte vissute in prima persona. Bisiach, con il suo “Testimoni Oculari” è andato in onda per quasi tutta la seconda metà degli anni settanta, periodo 1972/78. Celebre la puntata dedicata alla prigionia degli ex partigiani Sandro Pertini e Giuseppe Saragat, diventati entrambi presidenti della Repubblica. La puntata, dal titolo “Fuga da Regina Coeli”, è un esempio straordinario di giornalismo televisivo. Si vede Bisiach che accompagna, intervistandoli, i due protagonisti all’interno del carcere romano. Ricostruiscono insieme dinamiche, raccontano aneddoti, Pertini prende in giro Saragat con il suo fare schietto che l’ha reso uno dei personaggi più amati del Paese. E il giovane Bisiach è lì accanto a loro, cartellina in mano, impermeabile stile Derrick, che esegue proprio la parte del provetto giornalista: lascia parlare, legge dai suoi appunti per essere preciso nelle domande e nelle osservazioni, resta sempre un passo indietro rispetto alla telecamera per lasciare spazio agli ospiti. Bisiach, poi, aveva un solido rapporto personale soprattutto con Pertini, con lui ha scritto anche qualche libro. L’influenza del cinema nella tv “alla Bisiach” non è poi tanto casuale: la sua carriera iniziò infatti con la collaborazione con Roberto Rossellini presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Rete1, “Testimoni Oculari”. 

10609294_276876885848603_79107605_nBisiach, il personaggio. 87 anni compiuti e ancora tanta voglia di fare tv. Recentemente la Camera dei deputati – nella mostra dedicata alla Liberazione di Roma – gli ha praticamente dedicato una retrospettiva casuale, nel senso che alcuni dei suoi documentari dedicati al tema sono stati – e vengono tuttora – programmati all’intero della mostra di Palazzo San Macuto e sul Canale Satellitare di Montecitorio. Bisiach è uno degli ultimi decani del giornalismo italiano, uno dei primissimi a far entrare la tv nelle case degli italiani in un modo che non fosse il cinegiornale. Ha al suo attivo numerosi record: è stato il primo giornalista italiano a intervistare i Beatles nel 1963 ed è uno dei maggiori studiosi della famiglia Kennedy. Sull’assassinio del Presidente americano ha pubblicato un celebre libro – “Il Presidente John Fitgerald Kennedy”, ripubblicato lo scorso anno da Newton Compton – nel quale fornisce documenti e testimonianze sulle varie teorie che da sempre si raccontano sul tragico evento di Dallas. Bisiach è spesso “vittima” della sindrome di “Paolo Limiti”: cioè di chi pensa che il suo raccontare tantissimi fatti in prima persona, con dovizia di particolari e rivelando una serie di incredibili notizie e curiosità di cui nessuno era a conoscenza, sia frutto di invenzione, in tutto o in parte. Per questo motivo, interpellato di recente, si è detto restio a scrivere una biografia che sarebbe invece un racconto di svariati decenni della storia italiana e di molti fatti e personaggi internazionali che Bisiach, invece, dovrebbe proprio raccontare.