
Una ne fa, cento ne sbaglia. Il nuovo sindaco di Padova sta sverniciando la storia della città dell’accoglienza e dell’integrazione, per dipingerla di verde. Verde Lega. Lui è Massimo Bitonci. In tre giorni è riuscito a respingere i profughi provenienti da Lampedusa (dopo mesi di viaggio in condizioni disumane), mettendosi contro anche un Prefetto destrorso, e a vietare il Ramadan nelle palestre comunali. Durante la campagna elettorale aveva preso in giro i padovani, quelli stanchi di un’amministrazione buonista che ha aperto le porte a tutti. “Sarò il sindaco di tutti” diceva e si è preso i voti anche di chi, pur stando a sinistra, si era stancato dell’egemonia dello zarismo di tale Flavio Zanonato. Un voto di cambiamento. In campagna elettorale si è tolto il fazzoletto verde dal taschino e ha promesso di non governare con i partiti e per i partiti. Di non inseguire ideologie, ma di voler cercare sempre la giusta mediazione. In molti gli hanno creduto. Anche io per un po’. Dopo aver vinto le elezioni e aver stretto tra le mani lo scettro del Palazzo, ha tirato fuori il suo fazzolettone color kryptonite, bello pulito e profumato e lo ha rimesso nel taschino. Quello a sinistra, all’altezza del cuore. Ha smantellato tutti i cda legati al Comune e ha piazzato i suoi disoccupati leghisti. Poi ha iniziato la guerra ai diversi. “Siamo contrari all’arrivo di nuovi profughi. Padova ha già dato e non daremo una mano in nessun caso” e poi “il Ramadan nelle strutture comunali? Mai”. “Una cosa è l’immigrazione, un’altra è la religione. Anche gli americani degli anni ‘20 del secolo scorso non conoscevano la differenza – ha scritto il più nero dei giornalisti de Il Foglio, Pietrangelo Buttafuoco – .Tanto è vero che gli italiani immigrati e con l’accento bruccolino, quando c’erano le processioni dei santi passavano per folcloristici. I San Giuseppe o i Sant’Antonio da Padova portati sulle spalle, erano giudicati dai newyorkesi come i dragoni di China Town. Esotismi. La decisione di Bitonci di negare lo spazio ai musulmani per celebrare il Ramadan è ripugnante”. Lo è perché gioca coi diritti di molti cittadini (anche italiani) di fede islamica. E lo è perché chi lo conosce sa che non crede in quello che fa. Bitonci sta agendo in questi primi giorni di impero dando in pasto al suo popolino quello che vuole mangiare. Poi, si spera, penserà anche agli altri che lo hanno votato. Ha due figlie adottive Bitonci. Entrambe straniere, una russa e l’altra indonesiana. Non ne ha mai parlato in campagna elettorale quando veniva tacciato di razzismo. E ha fatto bene. Questo perché lui razzista non lo è veramente, ma per conquistare la poltrona del palazzo un po’ lo ha fatto credere. Padova e l’Italia non hanno bisogno di un sindaco così, che fa finta di non distinguere immigrazione e religione. Non ha bisogno di un sindaco che calibra i colpi in base al cittadino medio basso che lo osanna. Bitonci vale di più di questo e per dimostrarlo dovrebbe avere il coraggio di mettersi anche contro il popolino e dialogare con tutti. Un vero re lo fa. Altrimenti, non può essere altro che uno piccolo caporale dall’accento bruccolino.