Alenia Aermacchi sarebbe pronta a sostituire i lavoratori stranieri con italiani negli stabilimenti. Dopo le polemiche delle ultime settimane (LEGGI), i vertici nazionali della società controllata da Finmeccanica avrebbero deciso di spingere sull’occupazione locale. La decisione sarebbe stata presa durante l’ultimo incontro a Roma, il 6 giugno scorso, con l’amministratore delegato Giuseppe Giordo. Oltre al consuntivo 2013, infatti, tema dominante è stato il piano per la “sostituzione dei lavoratori stranieri con italiani”, riferiscono a l’Immediato fonti sindacali. Il programma sarà operativo già dalle prossime settimane.
Difatti, il colosso italiano nel campo dell’aeronautica, ha già deciso di affidarsi all’agenzia Quanta per la selezione del personale. Tra le specializzazioni della Spa milanese, c’è proprio il settore aerospaziale. Già in passato l’Alenia si è affidata allo stesso partner per gestire le assunzioni. A beneficiare del piano, sarebbero senza dubbio gli stabilimenti pugliesi di Foggia e Grottaglie. Proprio nel Tarantino, nelle scorse settimane, era scoppiata la polemica. Per una ragione su tutte: si è passati da un turnover piuttosto frequente di stranieri (proveniente prevalentemente dalla Romania), ad una presenza stabile. Di qui la polemica: non sarebbe meglio far ricorso a lavoratori pugliesi in una terra falcidiata dalla disoccupazione, piuttosto che andare a pescare fuori? Quando nel 2012 arrivarono a Foggia 37 montatori aeronautici specializzati dalla Romania, il pensiero degli italiani fu immediato: “Tanto non sanno lavorare come noi…”. Non pensavano che, di lì a poco, la stessa cosa sarebbe accaduta a Venegono, in provincia di Varese, con una settantina di assunzioni e a Grottaglie, dove dall’inizio del 2014 ne sono stati assunti 100. Dall’azienda hanno dichiarato che si tratterebbe di “operai specializzati la cui ‘expertise’ non è facilmente reperibile in tempi stretti a Grottaglie o in Puglia”. Adesso, dopo il polverone, avrebbero cambiato idea. Aprendo così le porte ad una nuova selezione di lavoratori italiani negli stabilimenti.