Syriana colpisce ancora. L’operazione nata all’inizio dello scorso anno per combattere il fenomeno dei furti di rame ha portato ad altri tre arresti. La Polizia Giudiziaria ha beccato i cittadini rumeni, Gheorghe Graur 31 anni (pizzicato lo scorso 6 maggio allo scalo aeroportuale di Bari), Florin Gabriel Predescu 25 anni (preso a Casteggio in provincia di Pavia, il 13 maggio) e Mihai Cristinel, 41enne (in manette ieri a Magenta vicino Milano).
Tre fermi che rientrano nella vasta operazione che finora ha portato all’arresto di 21 persone.
Siamo certi che la lotta ai predoni del rame continuerà senza sosta. Ma nella Capitanata falcidiata dal fenomeno dei furti nelle campagne, si iniziano a intravedere risultati importanti. Negli ultimi mesi di operazioni da parte delle forze dell’ordine spicca un dato rilevante, comunicato direttamente dall’Enel: si è verificata una tangibile diminuzione del 60% dei furti di cavi elettrici nell’intera provincia.
Il pool investigativo “Ita.Ro” composto dalla Squadra Mobile e la Polizia Provinciale di Foggia coadiuvati da agenti della polizia rumena, ce la sta mettendo tutta. Con la collaborazione del Reparto Prevenzione Crimine Bari, il pool ha pizzicato molti soggetti negli ultimi mesi, soprattutto rumeni in possesso di quintali di rame provenienti dalla linea Enel. Sono finora quattro le operazioni che prendono il nome di “Syriana”. Numerosi i fermi dal 5 aprile 2013 ad oggi.
Lo scenario è quasi sempre il Basso Tavoliere. Gli agenti hanno lavorato alacremente effettuando ripetuti e prolungati appostamenti notturni presso aziende agricole ubicate nelle zone limitrofe di paesi come Orta Nova, Carapelle, Stornara o Cerignola. I gruppi di “predoni del rame” si servono del sostegno dei propri nuclei familiari per svolgere al meglio l’attività illecita. “Orta Nova è massacrata dai furti di rame”, disse l’ex capo della Mobile di Foggia, Alfredo Fabbrocini.
Un “massacro” che però non riguarda solo le campagne del Basso Tavoliere e non tocca solo le linee dell’Enel. Tutta la Capitanata è interessata dal business illecito di “oro rosso”.
Pensiamo ad esempio agli affari tra il Gargano e l’Alto Tavoliere (Torremaggiore e San Severo in particolare). Traffici illegali che, partendo dalla nostra provincia, si spostano verso il resto d’Italia. Negli ultimi mesi, le organizzazioni criminali stanno focalizzando le proprie attenzioni sul business del rame in modo preponderante. Una nuova frontiera del crimine che fa leva su una lunga schiera di rumeni (pesci piccoli di questo business) che alla spicciolata stanno finendo dietro le sbarre grazie al lavoro delle forze dell’ordine.
Nell’operazione sul Gargano venne dimostrato che il manipolo di extracomunitari non faceva altro che trafugare rame per cederlo ai ricettatori locali. Questi ultimi poi, lo immettevano nel mercato lecito affidandolo a fonderie di Capitanata e del resto d’Italia.
Basta dare un’occhiata agli arrestati per intuirne il basso tenore di vita degli stessi. Già lo scorso 1 aprile il progetto “Ita.Ro” portò all’arresto di 22 persone ma il questore Silvis precisò: “Dobbiamo capire come questi soggetti riuscissero a portare al nord la merce rubata. Non escludiamo il coinvolgimento delle organizzazioni mafiose”. Le uniche ad arricchirsi in questo business.
E intanto, i danni che si registrano sono ingenti e a venire colpite sono le infrastrutture essenziali e critiche come ad esempio, le linee ferroviarie. Insomma, a pagare le prime conseguenze dei furti di rame sono gli stessi cittadini.