Mi per… Metta,
Signor Cliente.
Lei mi sviene in studio.
Solo perchè Le ho comunicato la data in cui la sua causa, finita, sarà decisa.
Lei prima si fa investire.
Poi non accetta la miseria che l’assicurazione Le offriva.
Indi, cita in giudizio i responsabili e la compagnia che li garantisce.
Spende un mucchio di soldi.
Fa ascoltare i Suoi testi.
Anticipa denari, difficili da risparmiare di questi tempi, per la consulenza medica, che Le tocca pagare.
Ha la pazienza di passare serate nella mia anticamera e minuti al telefono.
Infine, arriva il giorno della ultima udienza.
E Lei sorride, ebete, pensando che, infine, il tunnel è terminato.
Il Giudice deciderà.
Ci sarà la agognata sentenza.
E’ il 5 maggio 2014, io sono in udienza per Lei
Finito, finito tutto.
Tutte le prove, tutti gli adempimenti, tutte le pratiche
La sentenza, finalmente.
LA SENTENZA IL 3 APRILE 2018.
“Avvocato, s’è confuso, ha detto 2018”.
“Affatto, glielo ridico, 3 aprile 2018”.
Qui, è svenuto il cliente.
Se qualcuno crede sia uno scherzo si sbaglia.
E’ tutto vero.
Mento solamente sullo svenimento del cliente: non e’ vero,che e’ svenuto.
Non la conosce ancora la data.
Mi vergogno a dirgliela.