Questa mattina, alle 5:43, una bomba carta è esplosa di fronte al centro diurno “il Sorriso di Stefano” in via Acquaviva. Nella data del tavolo istituzionale antiracket e dell’annuncio ufficiale dell’apertura della DIA a Foggia, non si fermano comunque le intimidazioni. “A distanza di pochissimi giorni dalla mobilitazione del 10 gennaio, la mafia di Foggia non sembra accennare minimamente passi indietro – dichiarano Michele Cera e Jacopo lo Russo di Link e Unione degli Studenti Foggia -. Colpire ancora questa mattina significa voler dare un segnale forte alla città: è una minaccia rivolta a tutti quelli che accennano ad alzare la testa. Oltre alla bomba di questa mattina, nella nottata c’è stato un furto nel dipartimento di studi umanistici in via Arpi: ancora una volta i luoghi della conoscenza sono oggetto di attacchi malavitosi, quei luoghi che possono essere la chiave per sconfiggere la mafia una volta per tutte. La grande attivazione sociale che la nostra città ha saputo mettere in campo non deve andare sprecata: la piazza del 10 gennaio ha visto una grande partecipazione di studentesse e studenti, che non vogliono certamente arrendersi di fronte al violenza prevaricatrice della mafia. Contro la mafia gli studenti e le studentesse ci hanno sempre messo la faccia, e anche questa volta non si tireranno indietro”, continuano gli studenti.
“Per questo motivo abbiamo deciso di dare anche noi un segnale, lanciando la fotopetizione ‘Contro la mafia noi ci mettiamo la faccia’. È importante e urgente che nei luoghi della formazione e in città si continui a parlare di contrasto alla mafia e di antimafia sociale. La fotopetizione continuerà anche domani nelle scuole e all’Università”.