Sonora sconfitta per Gianni Rotice, battuto nettamente in tribunale da l’Immediato, bersaglio di querele temerarie da parte dell’ex sindaco di Manfredonia. Il giudice ha assolto, perché il fatto non sussiste, il direttore Francesco Pesante, autore di un articolo di giugno 2022 sulla visita a Bruxelles di una delegazione dell’amministrazione comunale sipontina. Con l’articolo venne pubblicata anche la foto dell’incontro, poi sparita dai social di Rotice.
I fatti
All’appuntamento in Belgio con l’europarlamentare Lucia Vuolo per parlare delle difficoltà del settore pesca a Manfredonia era presente anche Libera Scirpoli, compagna di Rotice che non aveva alcun ruolo all’interno dello staff comunale. La testata evidenziò l’inopportunità della sua presenza, innanzitutto per l’assenza di incarichi per poter presiedere ad un incontro istituzionale ma anche in quanto sorella del boss garganico, Francesco Scirpoli detto “Il lungo” da anni detenuto con una condanna definitiva per l’assalto ad un portavalori e a processo in “Omnia Nostra” con accuse di mafia.
Considerando che il Comune di Manfredonia veniva da uno scioglimento per mafia proprio in virtù di rapporti, parentele e relazioni tra politica e mondo criminale, a prescindere dalla commissione di reati, Rotice avrebbe potuto evitare di presentarsi a Bruxelles con la sorella di un capoclan.

Un sacrosanto diritto di critica e di cronaca che però non andò giù a Rotice che in querela parlò addirittura di “becero attacco giornalistico nei confronti del sindaco e dei rappresentanti della giunta sipontina”. L’ormai ex primo cittadino presentò denuncia attraverso l’avvocata del Comune, Teresa Totaro, dunque persino con i soldi pubblici e carta intestata dell’ente.
Durante il suo interrogatorio, Rotice spiegò che Scirpoli era a Bruxelles in quanto membro del “Dare”, distretto tecnologico agroalimentare partecipato dall’Università di Foggia: “Era lì per sapere se ci fossero finanziamenti”. Una motivazione che non ha convinto affatto il pubblico ministero che ha infatti chiesto l’assoluzione per l’imputato e tantomeno il giudice che ha emesso la sentenza. Nel frattempo Scirpoli è stata licenziata dal “Dare” e Rotice si è dimesso dal cda in seguito all’interdittiva antimafia nei confronti della sua azienda.
L’avvocato Pierpaolo Fischetti, legale della testata, ha prodotto quasi una quarantina di documenti sgretolando ogni accusa ed evidenziando in arringa che, citando Vasco Rossi, “la verità è arrivata troppo tardi per Rotice, quando tutto il castello accusatorio è stato sconfessato proprio dall’evoluzione degli eventi. Lo stesso Rotice è stato rinviato a giudizio in ‘Giù le mani’ con l’accusa di voto di scambio, sempre Rotice è stato destinatario di una interdittiva antimafia che ha come caposaldo la parentela della compagna, e che la Scirpoli è stata infine licenziata dal Dare Puglia. Inoltre, vi sono state già altre innumerevoli archiviazioni per l’Immediato relative al procedimento contro un presunto narcotrafficante citato nello stesso articolo di stampa, quando la testata ricordò un’altra situazione quantomeno inopportuna per la Giunta Rotice, ovvero l’incontro in un locale di Manfredonia tra membri del governo cittadino e una persona molto nota agli inquirenti, arrestata nel 2020 – conclude Fischetti commentando la vittoria processuale – in una maxi operazione contro lo spaccio di droga”.
La difesa ha stigmatizzato il comportamento di Rotice che al momento del suo insediamento si presentò come sindaco intransigente, ma successivamente è stato travolto da inchieste giudiziarie e provvedimenti amministrativi.