Quanto ha rivelato Francesco Notarangelo detto “Natale” sulle malefatte della mafia garganica? Al momento, le dichiarazioni del neo collaboratore di giustizia sembrano ancora scarne, ma potrebbero essere arricchite già nelle prossime settimane. “Natale” si è limitato ad affermare di non aver mai ucciso nessuno di suo pugno, ma di essersi occupato essenzialmente di droga. Inoltre, ha svelato di aver “occultato alcuni cadaveri”. Proprio a Mattinata, suo paese di origine, ci sono famiglie che da anni attendono la verità sul destino dei propri cari, spariti nel nulla, vittime di lupara bianca.
Misteri irrisolti
Nella lista figurano Angelo Iaconeta, scomparso nel 2003 e Francesco Armiento, un fantasma dal 2016. Nessun dubbio sulla loro fine, ma le rispettive famiglie vorrebbero i nomi dei responsabili, i motivi degli omicidi e, soprattutto, recuperare i resti dei due giovani per una degna sepoltura. Nella vicina Monte Sant’Angelo, attende notizie la signora Rosa, madre di Alessandro Ciavarrella, sparito nel 2009.
Sempre a Mattinata, invece, c’è la storia di Francesco Simone, impiegato in un pastificio del posto, scomparso il 23 luglio 2009 a 25 anni. La sua auto, una Volkswagen Lupo, fu ritrovata a Mattinatella. “La verità già la sappiamo – dissero a l’Immediato il padre Salvatore Simone e la madre Lina Ciliberti durante una manifestazione per ricordarlo -. Non siamo mai stati fermi ma cerchiamo ancora giustizia”.
E ancora, Salvatore Ranieri, 25 anni, svanito nel nulla nell’agosto del 2003. All’epoca era custode di un campeggio di Vieste. Nel 2018, il ritrovamento di alcuni oggetti nei boschi del Gargano sembrarono ricondurre proprio al giovane, ma non ci furono ulteriori sviluppi.
Prime verità
Infine, due casi sui quali i recenti pentiti hanno riferito informazioni importanti. Pasquale Notarangelo, viestano, 26 anni, sparì dalla circolazione nel maggio 2017. Figlio di Onofrio Notarangelo, morto ammazzato nell’ambito di una guerra di mafia e nipote del boss Angelo “Cintaridd” Notarangelo, anche quest’ultimo ucciso in un agguato, uscì con la sua Fiat Punto per incontrare alcuni amici. La sua auto venne poi ritrovata parcheggiata in località Coppitella. Nelle scorse settimane, il collaboratore di giustizia Marco Raduano detto “Pallone”, ex boss di Vieste, si è auto accusato della morte di Notarangelo ma non ci sono notizie sul ritrovamento del corpo. “Gli ho dato un appuntamento e l’ho ammazzato”.
L’altro caso “semi svelato” dai pentiti è quello del montanaro Francesco Li Bergolis detto “Faccia di pecora”. L’uomo, imparentato con i noti Li Bergolis, scomparì nel 2011. All’epoca c’era la convinzione che avesse attentato alla vita di Antonio Quitadamo alias “Baffino” e per questo sarebbe stato vittima di lupara bianca. Ma a distanza di dodici anni dai fatti, proprio Quitadamo, oggi collaboratore di giustizia, ha rivelato che “Faccia di pecora” era del tutto estraneo e sarebbe morto da innocente.
Sulla sparizione dell’uomo, si è espresso anche il pentito Andrea Quitadamo, fratello minore di Antonio: “L’omicidio di… nel 2011 se…, nel 2011, la lupara bianca di Francesco Li Bergolis. È il nipote di Ciccillo, la Faccia di Pecora lo chiamavamo noi, di Mattinata, aveva una campagna vicino alla nostra a Tagliata. Eravamo sette o otto. È stato prima sequestrato e interrogato e poi è stato ammazzato. È stato ammazzato con le pietre. Qualche pezzo di legno, qualche calcio di fucile. La ragione che qualche mese prima avevano sparato a mio fratello e Lombardi. L’abbiamo sotterrato”. Nulla trapela sull’eventuale ritrovamento dei resti.
Scirpoli muto e le soffiate
Ora le famiglie delle vittime sperano in “Natale” Notarangelo, membro del clan Lombardi-Scirpoli-Raduano dal 1996 quando a comandare c’era Mario Luciano Romito, il boss di Manfredonia ucciso nella strage di San Marco del 2017. Notarangelo è sempre stato uno degli elementi di vertice del gruppo mattinatese, insieme ai due Quitadamo, Francesco Scirpoli alias “Il lungo” e Francesco Pio Gentile detto “Passaguai”, quest’ultimo ammazzato nel 2019. L’incognita è Scirpoli, capo del clan, rimasto l’unico della frangia di Mattinata a non collaborare con la giustizia.
Ma gli inquirenti dovrebbero aspettarsi molto di più già da Notarangelo. Omicidi, lupare bianche, traffico di droga ma anche informazioni sulle presunte soffiate che giungevano al clan da alcune mele marce della “Squadra Stato”. Nelle carte giudiziarie relative a recenti blitz, spuntano riferimenti ad un poliziotto che avrebbe informato Scirpoli e soci su arresti e perquisizioni.