Asfaltati in tribunale Michele e Raffaele Fatone, alias “Racastill”, molto noti agli inquirenti, di recente coinvolti nell’operazione “Giù le mani”. I due, padre e figlio di 63 e 32 anni, ex dipendenti della municipalizzata “Ase” di Manfredonia, sono stati sconfitti ampiamente nella causa contro l’Immediato.
I Fatone querelarono la testata per un articolo che riportava estratti della relazione di scioglimento per mafia del Comune sipontino e alcuni passaggi della denuncia di un collega di “Ase” che sarebbe stato aggredito e picchiato proprio dai “Racastill”. Nonostante l’esistenza di atti ufficiali riportati pedissequamente da l’Immediato, si è svolto un duro e acceso processo durato circa due anni nelle aule del Tribunale di Foggia. Nel frattempo, i Fatone sono stati arrestati a marzo 2024 proprio per le presunte violenze in “Ase” riportate dalla testata nel 2022. Raffaele è stato anche licenziato dall’azienda, mentre per il padre è sopraggiunto il pensionamento.
Michele Fatone, scortato dagli agenti penitenziari, dovette presentarsi in manette in aula per la propria deposizione, quando tentò invano di rimettere la querela. Ormai troppo tardi. L’uomo si proclamò persino incensurato presentando un casellario giudiziario rivelatosi poi un mero casellario amministrativo. Il suo giudiziale è agli atti del fascicolo con la lista dei precedenti penali.
Magra figura per i legali Matteo Ciociola che ha rinunciato in corsa al mandato e Lorenzo Troiano che fino all’ultima udienza ha tentato goffamente di ottenere una condanna per il direttore del giornale imputato. La giudice ha stabilito l’assoluzione “per non aver commesso il fatto”.