È stato condannato a dieci anni di reclusione, con rito abbreviato, Franco Di Pierno, 51 anni, di San Severo. L’uomo è ritenuto dagli inquirenti l’esecutore materiale dell’attentato ad un finanziere risalente al 21 marzo 2023 a Bacoli in provincia di Napoli. Una bomba posizionata sull’auto della vittima esplose in strada ma il militare riuscì salvarsi.
Per questa vicenda è stato arrestato poche settimane fa un altro sanseverese, Ciro Caliendo, 46 anni, accusato di aver ucciso la moglie Lucia Salcone, 47 anni, inscenando un incidente stradale. In attesa degli esiti sul cadavere della donna e sull’auto incendiata, il gip di Napoli ha disposto i domiciliari per Caliendo, noto imprenditore del vino nell’Alto Tavoliere.
Sempre secondo l’accusa fu Viviana Pagliarone, 39 anni, avvocata presso il Foro di Foggia, la mandante dell’agguato. Per lei è stato disposto il carcere. La donna avrebbe agito per liberarsi del marito ed ottenere l’affidamento del figlio per cui c’erano già state denunce da entrambe le parti. Presunto esecutore materiale, catturato circa un anno fa, ed ora condannato, Franco Di Pierno che avrebbe chiesto a Caliendo di confezionare l’ordigno esplosivo. Inoltre, Di Pierno avrebbe ottenuto appoggio logistico dal genero Giovanni Di Stefano, 31 anni (ai domiciliari).
A mettere in contatto Pagliarone con Caliendo, con il quale ci sarebbe stata una frequentazione non solo lavorativa, fu proprio la conoscenza tra l’imprenditore vitivinicolo e l’ex cognato Di Pierno, quest’ultimo, infatti, fu sposato con la sorella di Lucia Salcone.
A parere del giudice che firma l’ordinanza “appare palese la partecipazione di ‘zio Ciro’ (ovvero Caliendo, ndr) al confezionamento dell’ordigno. Nessuna spiegazione alternativa credibile è stata fornita in ordine all’invio degli screenshot degli elementi chimici, tra i quali l’alluminio, che servivano ad assemblare l’ordigno – si legge ancora -, così come chiari ed inequivocabili appaiono, per il loro contesto temporale, i riferimenti nelle comunicazioni alla durata della batteria ed al denaro da restituire in caso di mancato successo della operazione”.
Questo un messaggio di testo di Caliendo a Di Pierno: “Il liquido che mi hai lasciato, sta là. Se qualcosa è andato storto che devi restituirlo me lo dici. Non ci sono problemi, l’importante è non crearti nemici”. Secondo il gip si tratta di una “affermazione che collegata ai precedenti elementi (ovvero l’invio degli screenshot relativi agli elementi chimici e gli appuntamenti per parlarne da vicino) nonché alla preoccupazione sulla durata della batteria dell’aggeggio, depone chiaramente per il coinvolgimento di Caliendo nel disegno criminoso”.