Chiuse le indagini di “Giù le mani” a Manfredonia con una clamorosa novità, tra gli indagati c’è ora anche l’ex sindaco Gianni Rotice. Il politico e imprenditore edile è sotto inchiesta insieme al fratello Michele Rotice e a Michele Romito, quest’ultimo già presente nelle carte dal marzo scorso, periodo del blitz di Procura di Foggia e Guardia di Finanza, per presunto voto di scambio.
Ecco cosa c’è scritto sull’avviso conclusione indagine: “Con più azione esecutive del medesimo disegno criminoso commesso in concorso morale e materiale tra loro, Michele e Giovanni Rotice offrivano o comunque promettevano a Michele Romito, che accettava l’offerta o comunque la promessa dei Rotice, che in cambio del voto elettorale del Romito, della sua famiglia, dei suoi conoscenti e dell’impegno profuso dallo stesso per promuovere e sostenere elettoralmente la vittoria di Rotice al turno di ballottaggio delle elezioni a sindaco del Comune di Manfredonia, lo stesso Rotice, qualora divenuto sindaco del Comune di Manfredonia, avrebbe consentito o comunque non avrebbe ostacolato la permanenza della struttura ‘Guarda Che Luna’ della Bar Centrale S.a.S., di cui Romito era amministratore di fatto”.
Del presunto patto per il ristorante “Guarda che Luna”, l’Immediato ne aveva scritto qualche mese fa. “In particolare, Michele Rotice promuoveva l’accordo elettorale illecito tra suo fratello Giovanni Rotice e Michele Romito, partecipava a entrambi gli incontri tra i due, organizzava uno degli incontri tra gli stessi presso la sede della sua azienda, nonché suggellava e garantiva, tramite la sua presenza, la stretta di mano confermativa dell’accordo tra Giovanni Rotice e Michele Romito; questi ultimi si incontravano in almeno due diverse circostanze per definire i termini dell’accordo – l’una nei sotterranei dello stadio Miramare di Manfredonia e l’altra presso l’azienda di Michele Rotice – e sancivano l’accordo definitivo con una stretta di mano”.
Rotice su fb: “Tempismo alquanto sospetto”
L’ex sindaco ha anticipato la notizia scrivendone sul proprio canale Facebook: “Con la trasparenza che mi contraddistingue e mi lega ai miei concittadini, mi corre l’obbligo ed il dovere di informare che alle ore 13.30 – con tempismo alquanto sospetto – mi è stata notificata la chiusura delle indagini a mio carico per un’appendice dell’inchiesta ‘Giù le mani’ che muove i suoi passi su quanto dichiarato dagli arrestati Romito e Salvemini. Non nascondo la mia amarezza per tale situazione, poiché quanto dichiarato dai due soggetti non trova riscontro oggettivo e, sopratutto, cozza con la linea netta ed intransigente che il sottoscritto ha portavo avanti da sindaco rispetto alla vicenda ‘Guarda che Luna’. Nessuno prima di me aveva avuto mai il coraggio di affrontare tale situazione e giungere all’abbattimento definitivo di quella struttura, nonostante le minacce, l’ostruzionismo e la dura battaglia giudiziaria-amministrativa intrapresa dalla controparte.
Dal momento dell’avvio dell’iter, non si è perso neanche un istante per giungere a questo risultato e la documentazione, anche in possesso delle Istituzioni e delle Forze dell’Ordine, ne sono la dimostrazione. La mia ferma volontà di andare avanti ha dato molto fastidio ai proprietari della struttura, che hanno tentato in tutti i modi, come emerge dalle carte di ‘Giù le mani’ di fare inutile ostruzionismo, oltre che alimentare una campagna di delegittimazione mediatica contro il sottoscritto, reo di compiere il proprio dovere di tutela della legalità e dell’interesse pubblico. ‘Quello pensa che con la rimozione ha risolto tutti i problemi…quello non ha capito che oggi con quella rimozione ha iniziato i problemi’, si legge nelle intercettazioni di ‘Giù le mani’ riportate dalla stampa a proposito del “Guarda che Luna”. Ho subito denigrazioni e minacce di morte, portando avanti in solitudine e nel silenzio, anche dell’0pposizione in Consiglio comunale e dell’opinione pubblica, questa patata bollente che nessuno ha mai preso in mano. Perciò, mi auguro di poter essere ascoltato celermente dalla Magistratura – di cui continuo a confidare nel giusto operato – per poter fare definitiva chiarezza e chiudere questa vicenda”.