È super dettagliata la relazione di gestione del rendiconto del 2023 inerente i conti del Comune di Foggia, approvata lo scorso 24 aprile dalla Giunta comunale guidata dalla sindaca Maria Aida Episcopo.
Nel corso del 2023 hanno inciso sulla gestione, come si legge nell’atto, almeno due accadimenti. Il primo riguarda l’ingiunzione amministrativa di pagamento da parte della Regione Puglia per la revoca del finanziamento e la restituzione dell’importo di 5.754.403,65 euro relativo al POR Puglia 2000-2006, misura 1.8, un intervento legato “all’Impianto di biostabilizzazione e discarica di servizio-soccorso in località Passo Breccioso”.
Il secondo invece è la nota dello scorso marzo firmata dell’amministratore unico Fabio Diomede sulla crisi di liquidità dell’Amgas SpA che potrebbe determinare squilibri di bilancio per la società partecipata. Per tale crisi l’Ente ha già provveduto, in attesa delle verifiche in corso, ad accantonare nel risultato di amministrazione 2023, 1.000.000 di euro. Su Amgas pesano i mutui del valore ancora di circa 5 milioni di euro più un altro finanziamento per cui l’azienda pagherà fino al 2027 una rata di 886mila euro annui, a tasso variabile. Inoltre il palazzo di vetro di Amgas in Via Manfredi a Foggia ha un costo di gestione e manutenzione di oltre 900mila euro l’anno, ma negli anni scorsi è arrivato a costare anche 1,4 milioni di euro. I costi di gestione sono troppo alti e insostenibili secondo l’amministratore unico dimissionario. Ci sono inoltre carichi pendenti con l’Agenzia delle Entrate pari a circa 400mila euro.
È enorme, invece, la somma richiesta dal Servizio Avvocatura che ha comunicato un importo per il Fondo Contenzioso da iscrivere nel Risultato di Amministrazione 2023 di 35.593.548,47 euro. Un accantonamento frutto di un’attenta e realistica valutazione dell’adeguatezza del fondo per garantire all’Ente di affrontare le eventuali posizioni debitorie fuori bilancio che si dovessero verificare a seguito degli esiti dei giudizi evitando il rischio di squilibri strutturali del bilancio causati dall’insorgenza di oneri di rilevante entità.
E ballano ancora tanti contenziosi annosi. Anzitutto il famigerato contenzioso con la ditta Raco per il Teatro Giordano, ma anche la richiesta di circa 400mila euro da parte di Florio Group, il pesaio sulla questione Amica, le cause intentate da Sylvia Spa, Aleasya, Sia, Adriatica Servizi, dall’ex dirigente Mimmo Dragonetti che reclama mancati pagamenti professionali da parte dell’Ente, Gala Spa e tanti altri. Non mancano risarcimenti danni per incidenti mortali, risarcimenti per mancati indennizzi da esproprio e pagamenti di fatture.
Nella relazione si rileva come un’oculata gestione delle movimentazioni di cassa sia prassi necessaria ed inderogabile per tutti gli operatori dell’Ente, nelle diverse fasi della previsione, gestione e rendicontazione.
In questi anni, si legge, la politica dell’ente è stata quella di perseguire una gestione di bilancio sana che tenesse conto dell’effettiva disponibilità di cassa nell’intero arco dell’esercizio. Ciò ha permesso di non ricorrere durante l’esercizio alle anticipazioni di tesoreria per cui il saldo della gestione di cassa coincide alla fine dell’esercizio con il fondo di cassa. Insomma, non ci si deve scostare da questa prassi virtuosa, imposta dal Salva Enti. Sul lato delle entrate il progressivo processo di riduzione di quelle da contributi da parte dello Stato, impone alla Giunta di non poter ridurre in modo eccessivo le aliquote e le tariffe.
