Una conversazione a 360 gradi su Manfredonia. È quella tra il commissario prefettizio Vittorio Piscitelli, giunto in riva al golfo dopo lo scioglimento per mafia del Consiglio comunale nel 2019 e l’ex amministratore di Ase spa, azienda servizi ecologici, Raphael Rossi. L’intercettazione della Questura di Foggia, ufficio investigativo del commissariato di polizia, ritenuta “utile ai fini dell’indagine”, è confluita nei fascicoli dell’inchiesta “Giù le mani” di procura e finanza.
Era il 10 agosto 2021 quando Piscitelli contattò Rossi per commentare le ultime vicende manfredoniane. Si parlò anche, come riportano le carte, della “difficile amministrazione del Comune di Manfredonia” e delle “tensioni intestine volte ad ostacolarne il percorso amministrativo”.
Uno dei temi fu ovviamente l’Ase e il ruolo manageriale di Rossi al quale ignoti spedirono una busta con proiettili. Intercettato mentre parlava con altra persona, l’ex manager di Ase commentò: “La domanda è: quale membro della famiglia Fatone è stato”. E l’altro: “Si può aprire il Toto Fatone”. Lo scorso 9 marzo, per le violenze nei confronti di lavoratori Ase, sono stati arrestati proprio due Fatone, dipendenti dell’azienda, il 63enne Michele, di recente in pensione e il figlio Raffaele, il primo in carcere, il secondo ai domiciliari. Entrambi noti con il soprannome “Racastill”.
Agli inquirenti Rossi riferì una frase minacciosa che Michele Fatone gli rivolse: “Rossi, grazie. Te la farò pagare” in merito ad un trasferimento di mansione all’interno dell’azienda.
Poi ecco la conversazione con Piscitelli per parlare dei programmi in attuazione in autunno, definito “un autunno caldo” per via di alcuni propositi relativi alle demolizioni “tra cui anche – riportano le carte dell’inchiesta – la risoluzione del caso ‘Guarda che Luna’ di proprietà dei Romito e le drastiche misure che hanno colpito finanche l’azienda ecologica A.S.E., ad iniziare dal cambio di amministratore”.
Rossi: “Ci sono stati diversi messaggi di solidarietà”.
Piscitelli: “Ah… ma il primo quello di Riccardi (l’ex sindaco Pd, ndr) era il più importante (ridendo)”.
Rossi: “Ahahahah (ridendo) ah quello di Riccardi… si… che ridere…”.
Piscitelli: “Si l’ho letto… è stato carino… e quella è una bella botta che non lo fa la stampa, ma lo fa lui”.
Rossi: “Si il messaggio era penoso… parla del territorio infiltrato dalla malavita”.
Piscitelli: “Si… fino ad adesso l’aveva sempre negato… adesso invece non l’ha potuto negare…”.
Rossi: “Difatti la cosa carina… quell’avv. la Starace… fin pochi giorni fa mi scriveva che la città era sporca eecc… che ero irraggiungibile …ora mi scrive messaggi di solidarietà. Veramente”.
PiscitellI: “Eh beh quelli non si negano a nessuno. Comunque il primo è più importante… perché nel codice mafioso… come nel padrino è quello che si offre come ambasciatore che poi tradisce”. (Citazione che richiama ad una nota scena del film ‘Il Padrino’ relativa al personaggio di Tessio, il traditore della famiglia Corleone, ndr).
Rossi: “Il bacio di giuda (ridendo)”.
Poi ancora Rossi: “Ah l’agente di Polizia che mi ha preso la denuncia… credo sia scritto in cima alla denuncia…”.
Piscitelli: “Ma Matteo La Torre era presente…?”.
Rossi: “Era presente, poi comunque hanno tutti trasalito quando hanno letto il nome di Riccardi”.
Piscitelli: “Ah beh lei deve sapere… non l’ho voluta influenzare positivamente… Matteo La Torre… è amico di Riccardi. Ha capito? Ma la cosa è risaputa negli ambienti di Polizia…”.
Rossi: “Io mi ero preparato una nota… perché a me piace scrivere… in cui mi ero permesso di scrivere quello che mi ero premesso… e ho dato in chiavetta usb… e poi abbiamo iniziato a verbalizzare… e quando è arrivato La Torre che il Commissario… si sono un po’… hanno preso un po’ le distanze…. e arrivati a quel punto lì… hanno tolto tutte le domande e a quel punto lì mi hanno fatto dire tutto in una dichiarazione… mi rendo conto che quel nome ha un peso… Com’è giusto che sia”.
Piscitelli riferì anche di un imminente tavolo in Prefettura: “Io ci andrò proprio proprio pesante: dirò questo è il momento che le istituzioni facciano sentire la voce forte e immediata perché altrimenti la gente non capisce. Oramai è chiaro che non siamo in Svizzera… è chiaro… com’è ho detto io… è chiaro che l’Ase non poteva essere esente… e quindi…non hanno gradito il passaggio…. il cambio dell’amministratore così come non hanno gradito le cose che l’amministratore mettendo in atto… in comune accordo anche con noi… e quindi questa è un po’ la cosa su cui…”.
Rossi: “Si di fatti… se posso permettermi dottore… noi dobbiamo andare in porto con il piano delle assunzioni…”.
Poi sulle demolizioni Piscitelli: “Spero che si possa risolvere il problema di Guarda che Luna che quello è proprio dei Romito… sicuramente anche per noi potrebbe accadere qualcosa… potremmo avere qualche avvertimento del tipo che ha avuto già lei… quindi sicuramente sarà un autunno molto caldo”.
Infine sull’imprenditore edile Gianni Rotice che pochi mesi dopo fu eletto sindaco. Piscitelli: “L’altro giorno… Rotice mi chiama per un appuntamento importantissimo… quale candidato sindaco… per poi parlare della disinfestazione. Ma si rende conto? Non c’era meglio da dire che parlare della disinfestazione delle zanzare”. E ancora: “Quello si è sputtanato con il fatto dell’Energas… quando io lo sfiduciai… quello è un uomo d’affari… fa affari con chiunque… e sicuramente anche con la mafia. Comunque adesso vuole rientrare perché può contare sui voti di questi qua… e al ballottaggio sicuramente potrà contare anche su Riccardi… anche perché avrà anche lui un ruolo”.
Piscitelli un fiume in piena: “Questi la maschera non l’hanno mai avuta. Io grazie all’esperienza di Reggio Calabria che abbiamo avuto insieme… io l’ho detto: qua il Comune è condizionato più di quanto voi abbiate potuto accertare…”.
Le intercettazioni aprono uno scenario inquietante sulla situazione di Manfredonia dove lo scioglimento del 2019 non sembra aver sortito gli effetti sperati. La città ha bisogno di una scossa e di un impegno serio per contrastare la malavita e ripristinare la legalità. E c’è già chi parla di un nuovo, duro, provvedimento governativo come quello di cinque anni fa.