Interrogatorio fiume per Michele Romito, 61enne di Manfredonia, arrestato il 9 marzo scorso nell’operazione “Giù le mani”. L’uomo è accusato di tentata concussione per costringere il Comune sipontino a non smontare il suo ristorante “Guarda che Luna” in località “Acqua di Cristo”, sul lungomare della città. Oggi Romito, assistito dai suoi legali, è stato interrogato dalla gip Eronia per quasi 7 ore. C’è ora attesa per conoscere il contenuto delle sue dichiarazioni che potrebbero fare emergere nuovi scandali nel mondo politico di Manfredonia.
Dalle intercettazioni pubblicate nell’ordinanza cautelare emergerebbe un “patto” per salvare il ristorante in cambio di sostegno elettorale durante le Comunali 2021 che portarono Gianni Rotice alla vittoria. Referente in giunta di Romito sarebbe stato l’assessore ai Lavori Pubblici, Angelo Salvemini, 43 anni, finito ai domiciliari. Quest’ultimo, avvocato penalista, sarà interrogato domani 14 marzo in tribunale e potrebbe svelare molti retroscena scottanti. Nell’ordinanza spunta persino un possibile “dossier”. Salvemini è accusato di corruzione e di concorso in tentata concussione con Romito.
Ha invece fatto scena muta Michele Fatone, 63 anni, dipendente Ase in pensione, anche lui in carcere, accusato di tre concussioni e relativi peculati, lesioni, violenza privata, tentata violenza privata e stalking nei confronti di dipendenti e amministratori dell’azienda che gestisce il servizio rifiuti. L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nelle intercettazioni Fatone sembra ammettere, con il figlio Raffaele, 32 anni, ai domiciliari, di aver praticato violenza verso il dipendente Domenico Manzella, pestato a sangue. “Gli abbiamo rotto il muso”, avrebbero raccontato ad altre persone. E ci sarebbe stato anche un piano per investire la vittima con l’auto. Raffaele Fatone, anche lui dipendente Ase, sarà sentito sempre domani in tribunale. La famiglia Fatone è nota a Manfredonia con il soprannome “Racastill”.
Interrogatorio in vista per la giornata del 14 marzo per Grazia Romito, 53 anni, sorella di Michele, ai domiciliari per concorso in falso; la donna avrebbe provato ad aggirare la misura dell’interdittiva antimafia a carico della sua agenzia di pompe funebri. Per farlo si sarebbe avvalsa di un prestanome per ottenere l’autorizzazione a occuparsi di funerali tramite la “Santa Lucia srl”.
Infine, sempre domani saranno sentiti Luigi Rotolo, 47enne foggiano, presunto prestanome della Romito a cui è stato disposto il divieto di dimora a Manfredonia e Giuliana Galantino, 65enne originaria di Trani, ex segretario comunale di Manfredonia, sospesa per un anno dai pubblici uffici, indagata con Salvemini per corruzione.