Da un lato il rischio di un nuovo scioglimento per mafia, dall’altro le strategie per il voto di giugno. Periodo alquanto strano a Manfredonia dopo l’ultima inchiesta che ha travolto la città. Al momento il centrosinistra non sembra compatto e l’ipotesi campo largo assai complicata; si prospetta una coalizione con Pd, Molo 21, Movimento Est e lista del sindaco ma ancora bocche cucite sul nome da candidare.
Possibile alleanza a parte per gli emilianisti di Con, Progetto popolare e lista civica di Giuseppe La Torre. Circolano i nomi di Matteo Ognissanti e dell’ex consigliera comunale d’opposizione Maria Teresa Valente per la candidatura a sindaco. Ma per alcuni questa coalizione sembra troppo vicina alla vecchia amministrazione Riccardi che finì con le ossa rotte nel 2019. Tutti ricordano lo scioglimento per mafia e il ruolo dell’ex vicesindaco Salvatore Zingariello (cioè Progetto popolare) nella relazione prefettizia.
A destra l’ex primo cittadino Gianni Rotice non molla, nonostante inchieste e ambiguità che hanno investito il governo cittadino da lui guidato da fine 2021 a fine 2023. Fratelli d’Italia, Lega, Udc e altre realtà politiche locali hanno annunciato la candidatura dell’imprenditore edile ma tra i meloniani c’è una forte spaccatura. A breve ci sarà un tavolo nel centrodestra per trovare la quadra e individuare nomi alternativi. Non è stata affatto gradita la “fuga in avanti” roticiana, soprattutto dai parlamentari Giandonato La Salandra (FdI) e Mauro D’Attis (FI).
Fratelli d’Italia è un partito fortemente spaccato in riva al golfo tra la corrente di Vincenzo Lo Riso che spingerebbe per un accordo con Forza Italia e quella di Adriano Carbone e Matteo Robustella, espressione del consigliere regionale Giannicola De Leonardis che invece dialoga con Rotice. Controversa la figura di Carbone, consigliere di maggioranza durante l’ultima amministrazione comunale, su cui grava una condanna in primo grado nel processo “Omnia Nostra”.
Ma Forza Italia? In attesa del tavolo nel centrodestra, il partito tentenna ma potrebbe aderire alla coalizione “Manfredonia 2024”. A proposito di questo raggruppamento anche qui ci sono lavori in corso per individuare il nome giusto, ma la consistenza del progetto e delle liste è tutta da verificare.
Infine, i 5 stelle. Ai nostri microfoni il leader Mario Furore ha espresso forti preoccupazioni su Manfredonia invocando nuovi interventi della Squadra Stato per bonificare l’ente comunale da possibili infiltrazioni della malavita. Se non dovesse arrivare un nuovo scioglimento per mafia, i pentastellati potrebbero andare alle elezioni da soli candidando a sindaco uno degli ex consiglieri comunali d’opposizione, Raffaele Fatone o Gianluca Totaro. A loro potrebbe allearsi l’ex deputato Antonio Tasso, ma a patto che sia lui ad indossare la fascia tricolore in caso di vittoria.