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Home - Salario minimo a 9 euro nelle imprese che lavorano col Comune di Foggia. “Sarebbe una formidabile misura sociale”

Salario minimo a 9 euro nelle imprese che lavorano col Comune di Foggia. “Sarebbe una formidabile misura sociale”

Barbieri: "Una soluzione al lavoro povero della nostra città". Il capoluogo dauno tra i centri con le retribuzioni più basse e una emigrazione fortissima dei giovani

Di Antonella Soccio
7 Marzo 2024
in Foggia, Politica
Barbieri e Beneduce

Barbieri e Beneduce

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La Comunità Politica rappresentata da Mario Nobile, Luciano Beneduce e il giuslavorista Marco Barbieri con la mozione sul salario minimo nei cantieri e negli appalti delle amministrazioni pubbliche intende rafforzare il tema del lavoro e della dignità del lavoro dentro le Linee guida programmatiche della amministrazione della sindaca Maria Aida Episcopo, recentemente presentate.

Foggia è una delle città con le retribuzioni più basse e che vede una emigrazione fortissima dei giovani per cercare salari migliori, si è detto in esordio. Sono tantissime le persone che vivono a Foggia con salari inferiori ai 9 euro all’ora. Solo in Italia del resto tra tutti i Paesi dell’OCSE nell’ultimo trentennio il valore reale del salario medio ha conosciuto una flessione, i lavoratori e le lavoratrici si sono impoveriti, anche senza tenere conto del lavoro nero.

“Un tempo il lavoro emancipava da una situazione di indigenza, adesso ci sono lavori poveri, nonostante il lavoro non si riesce ad avere una dignitosa esistenza”, ha evidenziato Mario Nobile del Coordinamento Comunità Politica.

Il prof Marco Barbieri, autore a livello nazionale della proposta sul salario minimo da consulente nella precedente legislatura del Ministero della Lavoro e autore della mozione per il Comune di Foggia, ha presentato i dettagli di ciò che si chiede alla sindaca Maria Aida Episcopo e alla sua maggioranza.

“In Italia 4,2 milioni di lavoratori che guadagnano meno di 9 euro all’ora lordi – ha rimarcato il docente ex insegnante Unifg e oggi in forza all’Università degli Studi Aldo Moro di Bari -. Questo ha determinato nella scorsa legislatura il fatto che una serie di forze politiche si siano decise di presentare delle proposte sul salario minimo. Il Governo Meloni ha bocciato l’idea. Ma i lavoratori poveri restano lì e resta lì anche l’articolo 36 della Costituzione. Per molti anni si è ritenuto che l’applicazione dei contratti collettivi fosse una condizione di applicazione della norma costituzionale. Perché il tema si ripropone? Perché a ottobre la Corte di Cassazione ha bocciato il contratto per i servizi fiduciari non armati si attestava a 4 euro lordi all’ora, che voleva dire uno stipendio di 600 euro, con cui è evidente che non si può vivere una esistenza libera e dignitosa, anche se si è single. Il tema della insufficienza dei salari è importante: il valore reale delle retribuzioni in Italia dagli anni Novanta è diminuito del 2% Il codice degli appalti pubblici riformato con il decreto legislativo 36 del 2023 prevede che le amministrazioni devono indicare nei bandi ol contratto collettivo da applicare. Come si fa? Se per caso il contratto collettivo prevede un salario illegittimo cosa deve fare un’amministrazione pubblica? Il codice dei contratti pubblici cura il rapporto tra qualità e prezzo per il principio di legalità. In ogni caso le amministrazioni sono vincolate ad erogare e a far erogare alle aziende a cui concedono appalti e concessioni con salari dignitosi. Il Comune nel piano del 2022 aveva pianificato 82 milioni di euro per i servizi. È impensabile che un Comune eroghi servizi affidando appalti ad aziende che sfruttano le persone che vi lavorano. Noi crediamo che il Comune di Foggia e tutte le amministrazioni dovrebbero prendere una posizione per rispettare l’articolo 36. La mozione permette al Comune di dare una soluzione al lavoro povero della nostra città”.

Nei bandi insomma si deve richiedere l’applicazione dei contratti collettivi nazionali e territoriali di settore “in relazione all’oggetto dell’appalto o della concessione e alle prestazioni da eseguire anche in maniera prevalente”, ma si deve anche porre il tema di cosa le stazioni appaltanti debbano fare nel caso in cui tali contratti collettivi prevedano retribuzioni insufficienti, e dunque clausole nulle, ed è interesse del Comune e dovere giuridico fare il possibile per prevenire il proliferare del contenzioso.

Perché è stata scelta la soglia dei 9 euro? È presto detto. L’Unione Europea ha emanato una direttiva sul salario minimo legale, che non vincola l’Italia, ma la vincola in maniera indiretta. Essa dà due parametri: bisogna fissare il salario minimo tra il 50% del salario medio e il 60% del salario mediano.

“I dati ci dicono che se noi prendiamo i rapporti di lavoro a tempo pieno e indeterminato il salario medio nel 2022 era 8,62 euro. Con una misura prudente noi abbiamo indicato i 9 euro, corrispondente alla situazione reale dei salari in Italia. Questo potrebbe garantire a molti lavoratori foggiani e non solo un salario più alto. La manutenzione del verde è oscillata negli anni tra il contratto degli operatori agricoli e quello dei lavoratori dei servizi. Questa misura sarebbe una formidabile misura sociale e mi auguro potrebbe essere l’avvio di una campagna nazionale in cui tutte le amministrazioni pubbliche si prendono le responsabilità giuridiche”.

La mozione dunque impegna la sindaca e la Giunta a sostenere in sede ANCI e, attraverso di essa, in sede Conferenza Stato-Città, e in ogni altra sede opportuna, tutti gli atti e le misure che portino all’istituzione di un salario minimo legale per le lavoratrici e i lavoratori, promuovendo tutte le iniziative volte a garantire l’effettiva percezione di una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro prestato e in ogni caso sufficiente ad assicurare a chi lavora e alla sua famiglia una esistenza libera e dignitosa, come prescritto dall’articolo 36, comma 1, della Costituzione. – a prevedere in tutte le concessioni e in tutti gli appalti banditi dal Comune di Foggia e dalle società sulle quali esso eserciti un controllo analogo, che gli atti di concessione e i bandi contengano una clausola che imponga alle imprese partecipanti – in attuazione dell’art. 36, comma 1, della Costituzione e dell’articolo 11, comma 1, del Codice dei contratti pubblici (Decreto Legislativo 31 marzo 2023, n. 36) – l’applicazione del contratto collettivo nazionale e territoriale in vigore per il settore e per la zona nella quale si eseguono le prestazioni di lavoro, stipulato dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e quello il cui ambito di applicazione sia strettamente connesso con l’attività oggetto dell’appalto o della concessione svolta dall’impresa anche in maniera prevalente, e in ogni caso una retribuzione non inferiore a nove euro lordi l’ora.

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Tags: salario
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