È stato sentito oggi Ciro Francavilla, neo pentito della mafia foggiana. Il pregiudicato, collegato da località protetta, è stato interrogato nel processo “Game Over” sul narcotraffico mafioso a Foggia. Il 50enne, anche lui imputato nel procedimento, 85 alla sbarra tra ordinario e abbreviato, ha risposto ad una serie di domande al fine di ricostruire gli affari dei clan foggiani nel mondo della droga.
Al centro dell’inchiesta c’è il presunto “consorzio” tra boss delle batterie Sinesi-Francavilla, Moretti-Pellegrino-Lanza e Trisciuoglio-Prencipe-Tolonese per la gestione dello spaccio in città. Una sorta di “sistema” messo in atto per rafforzare l’intera “Società Foggiana” mettendo fine alla guerra tra famiglie malavitose.
Ciro Francavilla si è pentito poche settimane fa insieme al fratello 46enne Giuseppe, entrambi detti “Capelloni”, elementi di vertice dei Sinesi-Francavilla, cugini del capoclan Antonello Francavilla, quest’ultimo genero del boss Roberto Sinesi. La rottura dei rapporti con il cugino è tra i motivi della decisione di collaborare con la giustizia come ha spiegato Giuseppe Francavilla ai pm della Dda.
Ma veniamo all’udienza di “Game Over”. Ciro Francavilla, incalzato dal pubblico ministero e dal difensore di alcuni imputati davanti al gup di Bari, ha ricordato che nel 2016, dopo il tentato omicidio di Roberto Sinesi, scampato alla morte il 6 settembre di quell’anno, il “sistema” si ruppe. L’obiettivo di tenere uniti i tre clan fallì miseramente. Restò in piedi soltanto il “consorzio” finalizzato al traffico della droga, ma sfaldato in tanti piccoli nuclei. Di conseguenza – ha evidenziato il pentito – i vari Aprile e Lanza, incaricati di gestire gli affari, si sarebbero divisi la loro cerchia ristretta di spacciatori.
Da quel momento in avanti, i pusher sarebbero stati obbligati ad acquistare stupefacenti soltanto da loro. In buona sostanza piccole organizzazioni che spacciavano in maniera disunita, ma che nulla avrebbero avuto a che fare con la “Società Foggiana”. Tutto ciò sarebbe avvenuto nel 2016 ma le imputazioni riguardano fatti avvenuti da gennaio 2017 in poi.
Si tornerà in aula ad inizio marzo per sentire Giuseppe Francavilla che, rispetto al fratello, avrebbe avuto un ruolo più rilevante nel narcotraffico e, più in generale, all’interno dell’organizzazione mafiosa. Come ammesso da Ciro stesso, Pinuccio aveva un peso maggiore anche perché più carismatico.
A processo per “Game Over” ci sono 85 persone, una ha chiesto di patteggiare mentre 63 hanno optato per l’abbreviato davanti al gup di Bari. Per altri 21 giudizio a Foggia.