“Siamo disperati, non riusciamo più ad andare avanti. Le spese sono tante, i nostri governanti non difendono il made in Italy e consentono le importazioni di prodotti dall’estero che rovinano il mercato. La nuova Pac è un’altra iattura che ci costringe a non produrre più. La situazione è drammatica, mai come in questo momento. L’applicazione dell’Irpef sui redditi agricoli è stata una ulteriore mazzata. Di questo passo metteremo in vendita le nostre aziende, sempre se troviamo qualcuno coraggioso ad acquistarle in queste condizioni”. In sintesi sono le lamentele degli agricoltori dei diversi comuni dei Monti Dauni che hanno istituito un presidio nei pressi del casello autostradale di Candela. Ci sono anche tanti giovani e anche donne. “Abbiamo iniziato a coltivare i terreni che i nostri genitori e i nostri nonni ci hanno lasciato, ma così non si può. Lasceremo tutto e andremo via non solo dalla Capitanata ma dall’Italia. Cambieremo mestiere”.
Indice puntato contro i politici e le associazioni di categoria. “Guardano più all’ambiente che all’agricoltura. Non hanno capito che le nostre aziende agricole sono in sofferenza grazie a questa scellerata riforma. La cosa più assurda è non vedere con noi i sindacati di categoria. Dovrebbero tutelarci in questo delicato momento, invece non ci sono. Tutto questo è vergognoso”.