“Caro Inchiostro di Puglia, ho lasciato Foggia un freddo 26 gennaio del 2000 e non ci ritornavo da 15 anni”. Inizia così la lettera di Giuseppe pubblicata oggi dalla nota pagina facebook pugliese.
“L’idea di tornare a visitarla era nei miei pensieri da un po’ – scrive -. Alla fine un’opportunità di lavoro è stata la spinta ad esaudire questo mio desiderio. A Foggia ci sono tornato. La città che mi ha visto partire pieno di sogni tanti anni fa, oggi mi rivede, più invecchiato e con una famiglia ‘sulle spalle’. Già l’arrivo alla stazione è stato motivo di commozione.
Prima necessità quella di trovare un panificio per sbranare una focaccia che sia degna di questo nome, poi nonostante la pioggia, giro della città rigorosamente a piedi. Dove sono ritornato al passato con i pensieri, quante cose sono cambiate, ma quante cose rimaste (con mia sorpresa) sono ancora lì.
Telefonata all’amico di sempre, e via a riabbracciare i miei ‘fratelli’ anche se di mamme diverse, con cui ho condiviso i migliori anni della mia crescita. Lacrime nascoste, lacrime che non sono riuscito a nascondere, espressioni dialettali che credevo dimenticate, scambio di informazioni e l’immancabile triste aggiornamento su chi non c’è più.
Purtroppo il tempo è tiranno e con un fraterno abbraccio e un arrivederci a quanto prima si prende la via del rientro a casa, con lo zaino carico di taralli e qualche pezzo di focaccia. Foggia è tra le ultime province d’Italia, questo dicono i giornali. Si è vero, ma tutto sommato ti ho trovato bene, meglio di come ti ho lasciato. Anche se resti una bellissima donna purtroppo ammalata di un male che non si riesce a curare. Un saluto a tutti. Giuseppe”.