Una nuova importante iniziativa didattico formativa all’istituto tecnico Notarangelo Rosati di Foggia guidato dalla dirigente Irene Sasso. In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne e nel quadro della campagna permanente della Polizia di Stato contro la violenza di genere “Questo non è amore” sono stati presentati l’app Youpol: la chat con la Sala Operativa e la possibilità di inviare foto, video e contenuti audio in forma anonima e geocalizzata; il codice rosso: i percorsi dialogici con la Polizia di Stato e la funzione dei Cav e gli Alert della devianza come il catcalling.
L’incontro, organizzato dalla docente Lucia Palmieri, a cui ha partecipato anche il questore Ferdinando Rossi è stato arricchito dalla testimonianza coraggiosa e commovente dell’assistente Alessandra Accardo, poliziotta vittima di violenza a Napoli lo scorso anno, che recentemente è stata insignita di un prestigioso riconoscimento nel corso della XXIV edizione del premio letterario “Franco Fedeli” svoltosi a Bologna.
Così Irene Sasso: “La scuola ha fatto sempre la sua parte, nella formazione dei nostri studenti gli insegnanti cercano di trasmettere valori che servono a rinforzare personalità equilibrate. Sono consapevole che i nostri docenti lavorano quotidianamente, le 30 ore è vero, sono importanti, ma noi ne facciamo già. Ho docenti che insegnano equità, parità, rispetto. Nessuno insegnerà che i maschi devono essere violenti”.
“Molte donne non hanno autostima, c’è il pensiero che non siano complete, che debba esserci l’uomo per essere complete”
Molto tecniche ed efficaci le parole del commissario capo Delia Piscopo che si è rivolta direttamente a ragazzi e ragazze: “Vivo le stesse emozioni che vivete voi in questo momento, non è semplice parlare di violenza. C’è difficoltà tra le ragazze a capire i segnali di pericolo. Dopo le ultime vicende vorrei che tutti voi sentiste questo tema. Morire a 22 anni non è normale. Giulia Cecchettin aveva tutta la vita davanti. Non si può morire per amore. Questo è amore? Questo non è amore. La Polizia lo dice da tempo, qualcosa è cambiato. Quando voi vi fidanzate e pensate d’amare tanto e avete possessione dovreste cominciare a fare un altro ragionamento: i comportamenti che io attuo nei confronti della mia ragazza sono gli stessi che vorrei effettuati nei confronti di una mia futura figlia o di mia madre? Sono campanelli d’allarme di una relazione tossica. Molte donne non hanno autostima, c’è il pensiero che non siano complete, che debba esserci l’uomo per essere complete. Ma voi siete indipendenti e autonome, non avete bisogno dell’uomo. Una relazione d’amore è bella se sana. La relazione deve completare e rispettarvi per quello che siete. Non dovete permettere a nessuno di dire come vestirvi, quanto truccarvi, quando uscire”.
You Pol è una applicazione nata nel 2018 contro bullismo e atti di violenza. Tutti possono semplicemente con un click allertare la polizia se si trovano in uno stato di pericolo e se assistono ad atti di violenza.
Non solo i video e l’audio di Giulia Cecchettin alle amiche. Anche la testimonianza della poliziotta napoletana ha commosso la scuola. Un anno fa terminato il turno di lavoro, Alessandra Accardo è stata aggredita selvaggiamente e violentata. Il suo aggressore è stato arrestato e condannato a 14 anni di reclusione.
“La violenza di genere è un problema degli uomini, noi la subiamo ma sono gli uomini il problema”
“Sono una poliziotta, tornavo a casa dopo il turno in volante, ero andata verso la mia auto parcheggiata. Stavo per aprire la portiera, quando sento corrermi dietro una persona, inizialmente pensavo fosse uno scherzo di un collega. Si avvicina, ma più si avvicina più capisco che non la conoscevo. Non so nemmeno chi fosse e se sia degno di essere chiamato persona. Mi dice che vuole fare sesso con me, c’è stata una colluttazione, mi ha strangolato per tutto il tempo. Per questo è stato processato anche per tentato omicidio. Ho avuto una violenza da una persona estranea ma spesso la violenza di genere è praticata in famiglia. La violenza di genere è un problema degli uomini, noi la subiamo ma sono gli uomini il problema. Mi ha malridotto, volevo tornare a casa dai miei genitori, ero in un luogo e in un tempo che non mi appartenevano. Volevo essere l’ultima, ma non è stato così. Fate attenzione, se vedete che qualcosa non va chiedete aiuto anche dinanzi a piccoli avvertimenti. Noi donne purtroppo abbiamo la sindrome della crocerossina, l’amore è libertà”.
La poliziotta è stata ferma tre mesi, ha dovuto riprendersi, ma poi ha deciso di rialzarsi a testa alta. “Quella esperienza non poteva cambiare la mia vita, adesso ho un compagno, ma non posso essere manovrata, sono completa. Insieme siamo un valore aggiunto. L’amore deve essere un valore aggiunto altrimenti stiamo da soli. Non sottovalutate i piccoli atteggiamenti ambigui di questi uomini che uomini non sono. Un atto cattivo nei miei confronti non poteva cambiarmi”.
Sul finale un monito della dirigente scolastica: “Svegliatevi, non è possibile che nel 2023 delle ragazze non vadano alla gita scolastica dell’ultimo anno perché il fidanzato glielo impedisce. Questi sono amori malati ed è meglio che vi liberiate da queste persone, ve lo dico da mamma, non da preside”.